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IL MURO DI GOMMA

FILM CHE HO VISTO CENTINAIA DI VOLTE,

BELLISSIMO E CON UN CORSO SALANI STRAORDINARIO.

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Creato da: GIANLUMAN80 il 03/05/2007
BLOG SULLA STRAGE DI USTICA

 

 

Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 25 Agosto 2008 da GIANLUMAN80



VIDEO DELLA SCENA FINALE DEL FILM "IL MURO DI GOMMA"

 
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SCENA FINALE DE "IL MURO DI GOMMA"

Post n°5 pubblicato il 04 Maggio 2007 da GIANLUMAN80

Il giornalista Rocco Ferrante chiama la redazione del Corriere della sera per mandare in stampa l'articolo.

"PERCHE'CHI SAPEVA E'STATO ZITTO? PERCHE' CHI POTEVA SCOPRIRE NON

S'E' MOSSO? PERCHE' QUESTA VERITA' ERA COSI' INCONFESSABILE DA

RICHIEDERE IL SILENZIO, L'OMERTA', L'OCCULTAMENTO DELLE PROVE?

C'ERA LA GUERRA QUELLA NOTTE DEL 25 GIUGNO 1980:

C'ERANO 69 ADULTI E 12 BAMBINI CHE TORNAVANO A CASA, 

CHE ANDAVANO IN VACANZA, CHE LEGGEVANO IL GIORNALE ,

O GIOCAVANO CON UNA BAMBOLA.

QUELLI CHE SAPEVANO HANNO DECISO CHE I CITTADINI, LA GENTE, NOI,

NON DOVEVAMO SAPERE: HANNO MANOMESSO LE REGISTRAZIONI,

CANCELLATO I TRACCIATI RADAR, BRUCIATO I REGISTRI,

HANNO INVENTATO ESERCITAZIONI CHE NON SONO MAI AVVENUTE,

INTIMIDITO I GIUDICI, COLPEVOLIZZATO I PERITI.

E POI, HANNO FATTO LA COSA PIU'GRAVE DI TUTTE:

HANNO COSTRETTO I DEBOLI A PARTECIPARE ALLA MENZOGNA,

TRASFORMANDO L'ONESTA IN VILTA', LA DIFESA DISPERATA DEL PICCOLO

PRIVILEGIO DEL POSTO DI LAVORO IN MEDIOCRITA',BASSEZZA."

 
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ANDREA PURGATORI

Post n°4 pubblicato il 04 Maggio 2007 da GIANLUMAN80

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IL GIORNALISTA DEL CORRIERE DELLA SERA CHE SI OCCUPO' DELLA STRAGE

DI USTICA.NEL FILM IL MURO DI GOMMA CORSO SALANI,ANCHE SE NON VIENE

DETTO ESPLICITAMENTE,INTERPRETA APPUNTO LA PARTE DI PURGATORI.

GIORNALISTA SCOMODO PER CHI SAPEVA LA VERITA' SU CIO' CHE ACCADDE

QUELLA SERA DEL 27 GIUGNO 1980

ALCUNI SUOI ARTICOLI:

Sparite le registrazioni
Corriere della Sera - 3 marzo 1992

 

ROMA - I nastri con le registrazioni radar del centro della Difesa aerea di Poggio Ballone (Grosseto) sarebbero spariti. Ciò che rimane sono soltanto alcune trasposizioni su carta di poche tracce e questo nonostante l'ordine di sequestro della magistratura e l'"accentramento", effettuato ad opera dello stato maggiore dell'Aeronautica presso l'aeroporto militare di Trapani Birgi, di tutto il materiale relativo alla strage di Ustica. Di Poggio Ballone si è parlato molto nel 1990, quando si è scoperto che il radar aveva seguito, in collegamento con gli altri centri della Difesa aerea territoriale, il volo del DC9 dell'Itavia e poteva fornire elementi determinanti per la completa ricostruzione della situazione nel cielo del Tirreno la sera del 27 giugno 1980. Tuttavia, le poche tracce che sono rimaste ad isposizione offrono uno spaccato assai interessante del quadrante a Nord della zona della strage. Ad esempio, mostrano una attività intensa in corrispondenza della costa orientale della Corsica (dove si trova la base aerea militare di Solenzara). Ed anche la presenza di un aereo che si mantiene in volo circolare sulla verticale delle Bocche di Bonifacio. Di che velivolo si tratta? Potrebbe essere un aereo radar francese. Un dato è certo: non è l'Awacs americano proveniente da una base tedesca, con cui quella stessa sera si esercitarono piloti e aerei della base di Grosseto ma che non compare tra le tracce che sono rimaste delle registrazioni radar del centro della Difesa aerea di Poggio Ballone.

Andrea Purgatori - Corriere della Sera

"Siamo stati noi a tirarlo giù"
Corriere della Sera - 17 aprile 1992

 

ROMA - "Mi telefonò a casa un paio di giorni dopo la strage di Ustica: "Comandante, si ricorda di me? Sono Dettori". Lì per lì il nome non mi diceva niente. Allora mi ricordò di un incontro che avevamo avuto nel 1978, con i sottufficiali della base di Grosseto. Mi rammentò alcuni particolari della sala e di una uscita che aveva avuto il comandante. Era agitatissimo: "Comandante, siamo stati noi a tirarlo giù. Siamo stati noi". Lo bloccai subito: ma che stai dicendo? E lui: "È una cosa terribile...". Era sempre più agitato. Gli dissi: guarda, ti rendi conto che è una cosa enorme, ci vogliono delle prove, dei riferimenti. E lui: "Io non le posso dire nulla, perchè qua ci fanno la pelle". Cercai di calmarlo, perchè tanto più era agitato, tanto più poteva essere pericoloso per lui...". Mario Ciancarella, ex capitano dell'Aeronautica in servizio alla base di Pisa fino al 1980, imputato di insubordinazione perchè tra i fondatori del movimento dei militari democratici, processato ed espulso dall'Arma azzurra, oggi fa il libraio, ma non ha mai dimenticato una virgola di quanto accadde intorno a lui e agli altri sottufficiali e ufficiali investiti da una tempesta di accuse per aver osato alzare la testa di fronte agli stati maggiori. Bene, adesso Ciancarella ha deciso di raccontare tutto e la rivista Avvenimenti ha già pubblicato una prima parte dei suoi ricordi. Testimonianze che aggiungono tasselli importantissimi per ricostruire la vicenda di cui è stato protagonista il maresciallo Mario Alberto Dettori, il radarista di Poggio Ballone trovato impiccato nel 1987. Nelle prossime ore, Ciancarella sarà ascoltato dal giudice istruttore Rosario Priore, che sul "caso Dettori" vuole far luce completa. La questione è delicatissima e potrebbe forse chiarire il mistero sulle possibili connessioni tra la base di Grosseto, il radar di Poggio Ballone e la strage del DC9. Nei giorni scorsi, infatti, il magistrato avrebbe sequestrato una agenda del maresciallo Dettori, in servizio proprio a Poggio Ballone la sera del 27 giugno 1980, su cui sarebbero annotati riferimenti a "missili" e alla "Difesa aerea". Il fatto è che il giorno dopo la strage, Dettori confidò con tono concitato alla cognata che "eravamo stati a un passo dalla guerra". E che questa confidenza trova oggi una conferma sostanziale nelle parole e nei ricordi del capitano Mario Ciancarella. Dunque, capitano, quando Dettori la chiamò era agitato. "Molto. Tanto che le cose che mi stava dicendo mi fecero uno strano effetto. Voglio dire che mi preoccupai più di calmarlo che di capire effettivamente che cosa era successo". E poi? Il maresciallo si rifece vivo con lei? "Sì, ai primi di agosto. Mi telefonò una seconda volta a casa. Ma con un tono completamente diverso. Era freddissimo. Accennò alla faccenda del Mig trovato sulla Sila, a cui devo dire che in quei giorni non avevo dato troppa importanza. Poi mi ricordò che gli avevo chiesto riferimenti precisi, prove". Gliele fornì? "Mi disse: "Io le posso dare solo alcuni suggerimenti, che poi lei deve verificare". Gli chiesi: scusa, ma in base a cosa mi dai questi suggerimenti? E lui: "Dopo questa puttanata del Mig... si guardi gli orari degli atterraggi, i missili a guida radar e a testata inerte". Gli risposi che lo avrei fatto. Ci scambiammo gli auguri estivi . E da allora non lo sentii più". Ciancarella ricorda che per lui non ci fu più nemmeno il tempo di farli quei controlli suggeriti da Dettori. All'inizio di settembre cominciò la raffica di accuse contro il movimento dei militari democratici e prima della fine dell'anno arrivò anche l'imputazione di insubordinazione. "Avevo la testa da un'altra parte e nella mia stessa situazione c'era anche un mio caro amico, Sandro Marcucci", ricorda. Marcucci, anche lui capitano pilota dell'Aeronautica, anche lui espulso dall'Arma azzurra, è precipitato a febbraio in Toscana con il suo aereo antincendio. Un incidente discusso e discutibile, sostiene Ciancarella. Avvenuto appena due giorni dopo la pubblicazione sul Tirreno di una durissima lettera aperta che Marcucci aveva scritto sui temi della libertà e democrazia in Aeronautica. Anche Marcucci sapeva delle confidenze di Dettori? "Marcucci sapeva altre cose. Ad esempio, sosteneva che quel Mig precipitato sulla Sila era partito dalla base di Pratica di Mare. Lui a Pratica c'era stato a lungo, per un corso sul G222. Me ne aveva parlato più volte". Ieri, in occasione della cerimonia di giuramento del corso Nibbio IV all'Accademia di Pozzuoli, il capo di stato maggiore dell'Aeronautica, generale Stelio Nardini, ha detto: "Ciò che è avvenuto lunedì scorso a San Macuto (l'approvazione della relazione finale che mette sotto accusa l'Arma azzurra per le omissioni sulla strage di Ustica, n.d.r.) ha procurato ferite più laceranti di quelle che hanno segnato i corpi, cinquantuno anni orsono, dei nostri caduti, ma noi non smetteremo un solo attimo di lottare per la causa della verità. Perciò oggi, davanti a questa bandiera e a tutti voi, dico: nessun uomo dell'Aeronautica militare ha mai tradito la loro memoria, il loro sacrificio, il giuramento di fedeltà alle nostre istituzioni". Poi di fronte ai giornalisti, Nardini ha voluto precisare che nelle sue parole non vi era nessun intento polemico: "Non mi permetterei mai di essere polemico con nessuno - ha detto l'alto ufficiale - noi però non ci sentiamo sotto accusa, siamo soltanto amareggiati. Ancora non so per quale motivo è caduto il DC9 dell'Itavia a Ustica. Ci sentiamo parte di questa tragedia che ha colpito il Paese e ri teniamo che in questo stato di diritto la verità verrà fuori".

Andrea Purgatori - Corriere della Sera

 
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ELENCO DELLE VITTIME

Post n°3 pubblicato il 04 Maggio 2007 da GIANLUMAN80

Cinzia Andres, Luigi Andres
Francesco Baiamonte, Paola Bonati, Alberto Bonfietti, Alberto Bosco
Maria Vincenza Calderone, Giuseppe Cammarota, Arnaldo Campanini, Antonio Candia, Antonella Cappellini, Giovanni Cerami, Maria Grazia Croce
Francesca D'Alfonso, Salvatore D'Alfonso, Sebastiano D'Alfonso, Michele Davì, Giuseppe Calogero De Ciccio, Rosa De Dominicis, Elvira De Lisi, Francesco Di Natale, Antonella Diodato, Giuseppe Diodato, Vincenzo Diodato
Giacomo Filippi, Enzo Fontana, Vito Fontana, Carmela Fullone, Rosario Fullone
Benito Gallo, Domenico Gatti, Guelfo Gherardi, Antonino Greco, Berta Gruber, Andrea Guarano, Vincenzo Guardi, Giacomo Guerino, Graziella Guerra, Rita Guzzo
Giuseppe La China, Gaetano La Rocca, Paolo Licata, Maria Rosaria Liotta, Francesca Lupo, Giovanna Lupo
Giuseppe Manitta, Claudio Marchese, Daniela Marfisi, Tiziana Marfisi, Erica Mazzel, Rita Mazzel, Maria Assunta Mignani, Annino Molteni, Paolo Morici
Guglielmo Norritto
Lorenzo Ongari
Paola Papi, Alessandra Parisi, Carlo Parrinello, Francesca Parrinello, Anna Paola Pellicciani, Antonella Pinocchio, Giovanni Pinocchio, Gaetano Prestileo
Andrea Reina, Giulio Reina, Costanzo Ronchini
Marianna Siracusa, Maria Elena Speciale, Giuliana Superchi
Antonio Torres, Giulia Maria Concetta Tripliciano
Pierpaolo Ugolini
Daniela Valentini, Giuseppe Valenza, Massimo Venturi, Marco Volanti, Maria Volpe
Alessandro Zanetti, Emanuele Zanetti, Nicola Zanetti

 
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CRONOLOGIA DEGLI EVENTI

Post n°2 pubblicato il 04 Maggio 2007 da GIANLUMAN80

27 giugno 1980 - alle 20,59 il Dc9 Itavia Bologna-Palermo da' l'ultimo segnale, poi piu' nulla. Il primo avvistamento del relitto avverra' solo la mattina seguente. L'aereo e' precipitato. I morti sono 81. Le cause ancora ignote. La prima ipotesi e' quella del cedimento strutturale. Partono subito i depistaggi. Una telefonata a nome dei Nar sostiene che sull' aereo c'era Marco Affatigato, estremista di destra legato ai servizi.
8 luglio 1980 - il ministro della Difesa Lelio Lagorio, risponde al Senato alle interrogazioni sull'incidente, escludendo il coinvolgimento di aerei militari.

18 luglio 1980 - in Sila viene trovato il relitto di un Mig 23 libico.

2 agosto 1980 - attentato alla stazione di Bologna. 85 morti.

7 agosto 1980 - prima relazione della commissione ministeriale nominata dal ministro dei Trasporti Formica. Le ipotesi sono collisione in volo, bomba a bordo, missile o cedimento strutturale.

17 dicembre 1980 - Il presidente dell' Itavia Aldo Davanzali afferma di avere la certezza che si e' trattato di un missile lanciato da un aereo.

28 gennaio 1981 - il ministro dei Trasporti Formica revoca la concessione dei servizi aerei di linea all' Itavia.

16 marzo 1982 - la relazione finale della commissione d'inchiesta ministeriale esclude il cedimento strutturale ma conclude che non e' possibile stabilire se la causa dell'incidente e' stata un missile o una bomba.

gennaio 1984 - il pm Giorgio Santacroce formalizza l'inchiesta che passa al giudice istruttore Vittorio Bucarelli.

novembre 1984 - il giudice Bucarelli nomina una commissione di periti per stabilire le cause del disastro.

10 giugno 1987 - la ditta francese Ifremer comincia le operazioni di recupero della carcassa del Dc9. Il recupero sara' incompleto e si concludera' a maggio del 1988.

16 marzo 1989 - il collegio dei periti consegna a Bucarelli la relazione che propende per la tesi del missile lanciato da un aereo.

10 maggio 1989 -la relazione della commissione d' inchiesta governativa propende per l'ipotesi del missile, senza escludere la bomba. Escluso invece il coinvolgimento del Mig.

29 giugno 1989 - con l' audizione di Formica, la commissione stragi comincia ad occuparsi della vicenda.

27 maggio 1990 - due dei cinque periti si dissociano dalle conclusioni presentate nel marzo 1989 e sostengono la tesi della bomba a bordo.

23 luglio 1990 - l'inchiesta viene affidata al giudice Rosario Priore. Che nomina un altro collegio di periti.

27 settembre 1990 - la commissione stragi deposita in Parlamento la relazione su Ustica.

19 luglio 1991 - la societa' inglese Winpol, incaricata di completare il recupero del relitto, riporta in superficie la scatola nera.

15 gennaio 1992 - comunicazioni giudiziarie del giudice Priore contro ufficiali dell' Aeronautica.

14 aprile 1992 - la commissione stragi approva la relazione conclusiva dell'inchiesta su Ustica, che segnala in modo pesante reticenze e menzogne di poteri pubblici e istituzioni militari.

29 giugno 1994 - i periti degli ufficiali dell' Aeronautica inquisiti sostengono che si e' trattato di una bomba.

23 luglio 1994 - il collegio di periti nominato da Priore consegna una relazione che sostiene l'ipotesi della bomba a bordo, ma due dei periti presentano un'altra relazione che non esclude la tesi del missile.

17 giugno 1997 - per la perizia radar consegnata a Priore da un collegio di esperti, oltre al Dc9 erano presenti aerei militari.

31 agosto 1999 - il giudice Priore rinvia a giudizio i generali Bartolucci, Tascio, Melillo e Ferri per attentato contro gli organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento e altri 5 ufficiali, mentre dichiara di non doversi procedere per strage perche' ''ignoti gli autori del reato''.

26 novembre 2003 La tragedia di Ustica non fu certamente provocata dal cedimento strutturale del Dc9 dell'Itavia, ma probabilmente da un missile esploso dall'esterno dell'aereo. Il tribunale di Roma, a 23 anni dalla tragedia, dichiara responsabili i ministeri dei Trasporti, della Difesa e dell'Interno, e li condanna in solido a risarcire all'Itavia i danni, quantificati in circa 108 milioni di euro (210 miliardi delle vecchie lire).

La sentenza fa seguito al lungo giudizio intentato dall'Itavia, assistita dall'avvocato Giuseppe Alessi, nel 1981, pochi mesi dopo i fatti. L'Itavia ha sostenuto che il disastro di Ustica "non fu provocato da cedimento strutturale dell'aereo ma da un missile lanciato da un altro aereo, che la responsabilità dell'incidente era imputabile ai ministeri della Difesa, dell'Interno e dei Trasporti che non avevano garantito la sicurezza dell'aerovia assegnata alla Itavia e che i danni sofferti dalla società, che aveva cessato l'attività perché dichiarata decaduta da tutti i servizi di linea ed era stata sottoposta all'amministrazione straordinaria, erano pari allo stato passivo accertato dal commissario governativo".

30 aprile 2004 La terza sezione della Corte d'Assise di Roma assolve da tutte le accuse contestate i generali dell'Aeronautica Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo individuando responsabilità nelle condotte dei generali Bartolucci e Ferri in merito alle informazioni che i due militari fornirono, in maniera errata, alle autorità politiche, anche se per questo capo di imputazione il reato è considerato prescritto.

15 dicembre 2005 Bartolucci e Ferri sono assolti in appello.

 
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