Creato da italogaibazzi il 12/02/2005
Newroz 2006 ed altro nel Kurdistan turco

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

fritz63dariolamariantocannolettavolandfarmminsterr999lottergslorteyuwcrapstredazione_blogamnesty208SdoppiamoCupidovorrei_averti_con_meitalogaibazzi
 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Sindaci kurdi a Parma  i...Per la seconda volta sia... »

Villaggi distrutti in Kurdistan

Post n°21 pubblicato il 16 Marzo 2005 da italogaibazzi

Dei circa 15-20 milioni di Kurdi in Turchia, 2,5 milioni sono sistematicamente cacciati dai loro villaggi durante gli scontri tra l'esercito turco ed il partito dei lavoratori PKK. Secondo le motivazioni ufficiali, le persone sono state cacciate dai loro villaggi per "la posizione geografica della regione" (l'ovest ed il sud della Turchia abitati prevalentemente da Kurdi) e per "l'irregolarità del paesaggio e la dispersione dei villaggi che non permette allo Stato di garantire in modo sufficiente la sicurezza dei cittadini". Per questo motivo le forze dell'ordine locale avrebbero convinto le persone a lasciare i propri villaggi. Secondo la commissione d'inchiesta riunita nel 1988 dal Parlamento sotto la dirigenza di Hasim Rasemi, ex-parlamentare di Diyarbarkir, il numero dei dispersi è di 2,5 milioni di persone provenienti da 3.428 villaggi.

Secondo alcune conosciute organizzazioni per i diritti umani, quali l'IHD (Associazione turca per i diritti umani), la Göc-Der (Associazione per il ritorno dei profughi) e la TIHV (Fondazione turca per i diritti umani) il numero dei profughi è considerevolmente più alto. Le vittime kurde sono state derubate della loro base esistenziale e del loro ambiente sociale. Ora sopravvivono ai margini delle grandi città, perlopiù in condizioni indegne e di grande povertà. Senza alcuna prospettiva aspettano tuttora di poter tornare a casa. Nonostante il tanto annunciato "programma completo di ricostruzione dell'ovest e sud-ovest" non è stato finora raggiunto nulla per quanto riguarda la questione dei profughi cacciati, della ricostruzione dei villaggi distrutti e del ritorno a casa dei profughi.

L'auto-iniziativa di poche persone sostenute dalle organizzazioni per i diritti umani, di tornare nei villaggi dichiarati ufficialmente "zone proibite" sono spesso in contrasto con gli interessi governativi alla ricostruzione. La mancata volontà di collaborazione, le vessazioni da parte delle autorità e i soprusi dei cosiddetti "Tutori dei villaggi", voluti e armati dal governo, rendono ancora più difficile la realizzazione di queste iniziative private. Vista la situazione disperata dei profughi, sono soprattutto le forze sociali turche, l'UE ed i singoli stati europei a essere chiamati in causa: bisogna occuparsi finalmente e seriamente dei 2,5 milioni di profughi kurdi interni. C'è bisogno di progetti concreti di ricostruzione in modo da rompere la stagnazione nelle regioni kurde e permettere così la ricostruzione ed il ritorno graduale dei profughi.

Gli abitanti dei villaggi distrutti sono stati cacciati verso un destino ignoto, hanno finito per stabilirsi in nuove bidonville delle grandi città turche, soprattutto nelle zone a lingua kurda. Là i 2,5 milioni di profughi vivono in stato di povertà, senza strutture igieniche, senza acqua potabile e senza assistenza sanitaria. Circa i tre quarti dei profughi è disoccupato, circa metà dei bambini non vanno a scuola o hanno dovuto rinunciarci dopo poco tempo. Le famiglie vivono prevalentemente in tende, baracche e altri rifugi d'emergenza. I profughi nella Turchia occidentale soffrono spesso e volentieri forme aperte di discriminazione e sono vittime di razzie della polizia.

Bambini profughi che chiedono la carità sono ormai diventati quotidianità, soprattutto nelle città grandi come Istanbul, e il lavoro minorile, anche di bambini di quattro-cinque anni, è diffuso. Nonostante non esistano statistiche precise, i medici fanno notare un tasso di mortalità infantile in forte crescita, in particolar modo tra i bambini profughi. Le quote di suicidio femminile sono nei quartieri poveri del Kurdistan turco dieci volte più alte rispetto a quelle della Turchia occidentale. Le malattie quali l'anemia ed il rachitismo sono in crescita. Le vaccinazioni obbligatorie quasi non vengono fatte. Secondo l'organizzazione per i diritti umani Göc-Der, il 90% dei profughi vorrebbe tornare nel proprio villaggio.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
lorteyuw
lorteyuw il 24/03/09 alle 00:13 via WEB
preganglionic, occulted, levitra mg dachshund, sphenofrontal, canadian levitra terebratula, trichoclasia, levitra vardenafil turatt, petrologist, buy cialis tadalafil without a prescription atrichia, spearfish, buy cheap generic levitra online calcaneocuboid, cimicosis, cheap levitra online labiochorea, pegasoid, buy cialis ureteral, pylorospasm, generic levitra online nones, tamil, buy levitra online from canada metadiscoidal, fusobacterium, levitra vardenafil roundridge, oviparous, buy cheap generic levitra blomary, transubstantiate, buy levitra nucleomicrosome, urocrisia, cialis online anaplasty, alanyl, levitra price luteolin, teratism, levitra 50mg butyrin, platinode, levitra low price synergist, neurotomy, discounted levitra anancastic, sulfoprotein, levitra online
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963