Creato da gaibo il 12/03/2006
Viaggio in Kurdistan

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

gaibostavoltatipuniscoKemper_Boy.dskiskipassillacambiarepaginaa
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

Prime notizie dal Kurdistan 

Post n°5 pubblicato il 17 Marzo 2008 da gaibo
Foto di gaibo

Torniamo
tra i caldi scenari del kurdistan turco con lo spirito di sempre. Torniamo per osservare,
incrociare sguardi, portare solidarietà o semplicemente ascoltare parole.
Ancora una volta ci muoveremo tra la folla del Newroz in programma per il 21
marzo. Ma non c’è nessuna certezza sulla nostra destinazione per celebrare il “nuovo
giorno”: che significherà anche quest’anno l’inizio della primavera tra i
colori “proibiti” di questo popolo oppresso,  ma anche la richiesta di una nuova politica
fatta di distensione e dialogo per giungere ad una soluzione pacifica e
democratica della questione curda. Cominciamo il nostro viaggio da Mardin. Le
tensioni che da mesi ormai si sono riaccese nel territorio curdo, gli scontri
tra l’esercito turco e i guerriglieri del pkk rifugiati sui monti del Kurdistan
irakeno, fanno respirare non solo aria di incertezza, ma di nuovo aria di
guerra, di morte e distruzione tra il popolo curdo.



 



Di
questo ha parlato H.O., che a Mardin è alla guida del partito filocurdo della
società democratica (Dtp). Ci accoglie nella sede centrale, al primo piano di
uno dei palazzoni che disegnano il profilo di quella parte di città sviluppata
all’ombra delle antiche costruzioni che dominano la collina. <Avremmo voluto
festeggiare il Newroz per 5 giorni – spiega –: abbiamo fatto domanda agli
amministratori della città ma non ci è stato concesso (Mardin è governata
dall’Akp - il partito moderato islamico
attualmente al governo in Turchia sotto la guida di Erdogan). Ci è stato imposto
di modificare il nome della festività, perché contiene la lettera w non
contemplata dall’alfabeto turco. Non abbiamo accettato, e ora stiamo
organizzando la festa solo per il 21 marzo>. Il Newroz 2008 è dedicato alla
soluzione democratica della questione curda. <Si parlerà di trovare una
soluzione pacifica, proponendo un amistia bipartisan  – ha proseguito il presidente -  e la richiesta politica sarà molto avrà una
grande importanza nell’ambito dei festeggiamenti. A questa urgenza si somma poi
la richiesta che siano applicate condizioni più umane alla detenzione di Ocalan
ancora in isolamento nel carcere di Imrali>.



 



H.O.
Parla del Newroz imminente, ma parla anche di rinnovate e sempre più gravi
oppressioni nei confronti del popolo curdo. <Solo nella regione di Mardin,
negli ultimi due mesi sono stati 125 gli attivisti del Dtp arrestati. Di questi,
64 sono ancora in prigione. Avevano partecipato alle manifestazioni di febbraio
– dice  - per l’anniversario
dell’incarcerazione di Ocalan. Ma tra le altre cose che non vanno giù al
governo ci sono le azioni volte a far cessare gli attacchi in Iraq>. A questo
si somma la sostanziale mancanza di libertà di espressione in Turchia, per cui
anche una parola curda spesa in un discorso ufficiale, un aggettivo troppo
azzardato o una lettera “fuori posto”, possono far scattare le manette. Lo
stesso presidente, da due mesi alla guida del partito, dice di essere stato
interrogato tre volte. <L’ultimo interrogatorio è stato questa mattina –
racconta con tono pacato, giacca e cravatta, mentre sorseggia il suo tè sotto
il simbolo del Dtp – come ogni volta riguardava le parole pronunciate o il
significato politico di discorsi pubblici o comizi>.  E’ indaffarato a causa dei preparativi del
Newroz e ci lascia per rispondere alle domande di Roj Tv che sul tema gli ha
richiesto un’intervista.



 



Nella
sue parole c’era la serietà e l’amarezza per una soluzione che sembra sempre
più lontana. Parla dei villaggi distrutti nella guerra civile che si è
abbattuta sulle regioni della turchia orentale nel corso degli anni ’90. Nella regione di Mardin se ne contano circa
350. Parla  poi dei profughi e degli
sfollati che sono andati ad ingrossare nel tempo le file dei diseredati a
Mardin, come in ogni altra città dell’est. <Ora c’è una nuova
oppressione> ha spiegato riferendosi agli scontri sul confine iraqueno. <Qualcuno
tra gli abitanti di quei villaggi distrutti è tornato a vivere nella propria
casa – aggiunge -: si tratta in gran parte di anziani che non riescono a
rifarsi una vita nelle grandi città. Tornano firmando un documento approntato
dal governo in cui dichiarano che i villaggi non sono stati incendiati,
devastati e minati dall’esercito turco, bensì dai guerriglieri del pkk. Non è
la verità – conclude – ma sono costretti a farlo. Il governo non vuole rischiare
che si appellino alla Corte europea e che ottengano un risarcimento>.  Ha infine parlato di un’Europa impegnata, ma
che mostra <una doppia faccia>. <Riteniamo il lavoro di associazioni e
ong, di grande valore. Ma se parliamo invece dei governi europei – ha detto –
non esprimono una posizione netta sulla questione della violazione dei diritti
in Turchia, che per la soluzione dei nostri problemi sarebbe preziosa, nè una
volontà di supportare un percorso di pace per risolvere la questione curda>.
 E i diritti che chiede il popolo curdo
sono sempre gli stessi: banali, essenziali, irrinunciabili. Ad illustrarli è
uno fra i membri del Dtp. E lo fa con una semplicità disarmante: <Chiediamo
soltanto di poter vivere liberi sulla nostra terra – ha detto – chiediamo solo
quei diritti fondamentali che spettano ad ogni popolo: il diritto di parlare la
propria lingua, il diritto alla vita, alla salute, ad un rifugio, ad istruire i
figli nelle scuole secondo la propria cultura>.



 



Lasciamo
la parte più moderna di Mardin e la sede del Dtp per inoltrarci tra le piccole
strade che si intrecciano “nella città di pietra” conservata sulla collina. Storia
e cultura, nuovi e antichi drammi si confondono così in una sensazione diffusa
mentre lo sguardo può perdersi invece lungo una pianura irreale che si allunga
oltre i minareti e le mura della città per giungere fino al confine siriano. Domani,
nuovamente a Mardin, incontreremo i responsabili dell’Ihd (associazione dei
diritti umani).





 Non
ho presentato la delegazione di quest’anno. Sarà fatto nei prossimi giorni.
Purtroppo si sente la mancanza di Marco (piccolo) che nei convenevoli era molto
più bravo (di me)!


E' possibile vedere le prime fotografie del Kurdistan sulle pagine di Jambo.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Ridirezione

Post n°1 pubblicato il 12 Marzo 2006 da gaibo

Il resoconto del viaggio in Kurdistan per il Newroz 2006 è dipsonibile all'indirizzo:

http://blog.libero.it/utopia2005/

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963