Utopia 2007

Fermiamo il terrore di stato


13 aprile 2006APPELLO URGENTESi è tenuta oggi la prima udienza del processo contro i responsabili e i militanti dell'ESP (Piattaforma socialista degli oppressi), dei quotidiani Atilim e Dayanisma, dei sindacati Tekstil-Sen e Limter-Is, di Radio Ozgur e dell'EKD (Associazione Donne Lavoratrici), tutti ancora arbitrariamente in prigione da settembre.La polizia ha caricato violentemente le persone riunitesi ad Istanbul-Besiktas in solidarietà ai giornalisti, sindacalisti, attivisti giovani e donne e socialisti dell'ESP in prigione.Ci sono molti feriti, gli arresti sono almeno 96.Sono stati coinvolti nell'attacco anche i delegati internazionali giunti ad Istanbul per portare solidarietà ai prigionieri di settembre e tra gli arrestati vi sono anche molti rappresentanti di diverse organizzazioni.Per condannare l'attacco della polizia si è svolta una conferenza stampa presso la sezione di Istanbul dell'Associazione per i Diritti Umani ed una protesta nella piazza Galatasaray.Inoltre molti intellettuali, tra cui il vice-presidente della Federazione Internazionale per i Diritti Umani Akin Birdal, lo scienziato e scrittore Haluk Gerger e lo scrittore Hasan Basri Aydin hanno reso dichiarazioni nelle quali vengono descritti questi attacchi come finalizzati alla eliminazione di tutti i diritti democratici.Lo stato turco, con l'aggressione di oggi alle persone riunitesi di fronte al tribunale e l'arresto di almeno 96 di esse, ha disvelato ancora una volta la sua natura fascista e ha dimostrato la propria avversione verso i diritti e le libertà democratiche.La Campagna We Want Freedom chiede a tutti i democratici e progressisti, ai socialisti ed ai rivoluzionari di far sentire la propria voce contro il terrore di stato in Turchia, di protestare per questi attacchi e di chiedere l'immediato rilascio degli arrestati.INVIATE I VOSTRI MESSAGGI DI PROTESTA A:Tayyp Erdogan, primo ministrobimer@basbakanlik.gov.trCemil Cicek, ministro della giustiziacemil.cicek@adalet.gov.trfkasirga@adalet.gov.trfax 00 90 312 419 33 70Abdulkadir Aksu, ministro degli interniaaksu@icisleri.gov.trAbdullah Gul, ministro degli esteriabdullah.gul@tbmm.gov.trDipartimento di polizia di IstanbulFax 00 90 212 636 28 71Inviate per favore una copia a info@wewantfreedom.orgDi seguito l'appello alla solidarietà internazionale per prigionieri del 10 settembre"We want Freedom - Freedom to 10 September prisoners" Campaign - Campagna "Vogliamo Libertà-Libertà per i prigionieri del 10 settembre"11 marzo 2007www.wewantfreedom.org - info@wewantfreedom.org(traduzione Mariella Megna - www.laltralombardia.it - L'altra Lombardia - SU LA TESTA)Fermiamo il terrore di stato in Turchia! Partecipiamo all'udienza del 13 aprile ad Istanbul!Sono ancora in prigione i membri di diverse organizzazioni arrestati ed imprigionati nel settembre 2006 a seguito di operazioni di polizia in abitazioni, uffici e sedi dei quotidiani Atilim e Dayanisma, dei sindacati Limter-Is e Tekstil-Sen, dell'EKD (associazione lavoratrici), del SGD (associazione giovanile socialista), di Radio Ozgur, del centro culturale Beksav e di ESP (piattaforma socialista degli oppressi).La prima udienza per gli inquisiti avrà luogo il 13 aprile ad Istanbul dopo 6 mesi di detenzione.Il terrore di stato in Turchia continua sempre di più grazie alla nuova legge anti-terrore.Il giornalista ed intellettuale armeno Hrant Dink è stato ucciso; il presidente di Beksav, Haci Orman, è stato rapito per strada; le perquisizioni negli uffici del DTP (Partito della società democratica) e l'imprigionamento dei suoi esponenti, come quello di numerosi studenti adducendo i pretesti più disparati o delle donne che hanno partecipato alle manifestazioni per l'8 marzo sono diventati eventi quotidiani.Gli attacchi ai diritti democratici e alla libertà stanno aumentando; lo stato sta impedendo sempre più le manifestazioni e le azioni; gli intellettuali e scrittori progressisti, democratici e rivoluzionari che si oppongono allo stato sono esposti a minacce e attacchi mentre gli assassini ed i torturatori sono premiati dallo stato.Prima delle operazioni di polizia contro le suddette organizzazioni un altro gruppo di 23 giornalisti, scrittori e dissidenti, le cui idee socialiste erano ben note, era stato arrestato in varie città ed imprigionato tra l'8 ed il 12 settembre 2006.Sulle motivazioni del loro arresto è stato imposto il segreto, sono ancora in prigione e la data del processo non è stata ancora fissata.Il processo contro le persone arrestate ad Istanbul nel corso dell'operazione congiunta di polizia e forze speciali condotta il 21 settembre 2006 avrà luogo il 13 aprile prossimo ad Istanbul - Besiktas presso la corte penale n. 9.In quella sede sono chiamati a giudizio i seguenti:1. Ayşe Yumli Yeter - General President of Tekstil-Sen (Textile Workers' Union)2. Cem Dinç - General President of Limter-İş (Dockyard Workers' Union)3. Zafer Tektaş - General Secretary of Limter-İş (Dockyard Workers' Union)4. Çiçek Otlu - President of EKD (Labouring Women's Association)5. Halil Dinç - News Coordinator of Radio Özgür6. Sinan Gerçek- Worker of Radio Free7. Özge Kelekçi - Correspondent of the newspaper Atılım8. Emin Orhan - Editor of the newspaper Dayanisma9. Figen Yüksekdağ - Chairwomen of ESP (Socialist Platform of the Oppressed) in Istanbul10. Yusuf Demir - Activist of ESP11. Özlem Cihan - Activist of ESP12. Hüseyin Umut Yakar - Activist of ESP13. Ali Haydar Keleş - Activist of ESP14. Güneş Şenyüz - Activist of ESP15. Selver Orman - Activist of ESP16. Özcan Dilekli - Activist of ESP17. Servinaz Göçmez - Activist of ESP18. Selyoldaş Akar - President of the 1 Mayıs Neighbourhood Association19. Abbas Duman - Activist of ESP20. Meriç Solmaz - Activist of ESP21. Kamber Saygılı - Education expert of Limter-İş (Dockyard Workers' Union)22. Hıdır Yeşil - Activist of ESP23. Sonnur Sağlamer - Journalist from the newspaper Atılım24. Emine Güngör Öztürk -La Campagna "We want Freedom" chiede di partecipare all'udienza del 13 aprile ad Istanbul e di intensificare la solidarietà internazionale per protestare contro il terrore di stato in Turchia e per esprimere solidarietà a tutti i prigionieri, giornalisti, scrittori, esponenti del sindacato, donne e giovani attivisti.