Sta scendendo la sera tra un tiepido sole e un’aria frizzante, su questa città dal profumo di un mare di plastica. Tra vecchi magazzini tirati a lucido e manager in giacca e cravatta ci ritroviamo immersi in un quartiere in bianco e nero. Un vecchio fumetto dai colori sbiaditi, affascinante e bizzarro, che all’improvvivo rivive di magica luce. Mi sento bambina, piccola, davanti a questi edific,i grandi; davanti a questi palazzi miracolo dell’architettura moderna. Mi sento sognatrice bambina a sbirciare dalla lunghe vetrate frammenti di vita a colori in un contesto black and white. Intravedo oggetti di design in un contesto elegante. Intravvedo una donna che legge un giornale seduta su una poltrona a dondolo. Un bambino, vestito da damerino, che gioca nel giardinetto davanti a casa con la baby sitter, quando torna la mamma dall’ufficio su una macchina da film americani. Sorrido in questo squarcio elegante di una città grande e piccola, tranquilla e agitata. All’improvviso si apre una porta. Non è un comune ascensore come ho subito ipotizzato. Si avvicina un mercedes, entra e si chiude la porta. Dopo pochi istanti è già sul terrazzo di casa. Rimango senza parole, come una bambina davanti a un paese incantato. Sogni innocenti di vita comune. Sogni di emozioni di chi vive in un luogo misterioso e curioso, dal fascino elegante. Questa è Hamburg nel mio cuore. Questa è la parte di Hamburg che conserverò.