Post n°18 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da princes.vale
Qualcuno era comunista - Giorgio Gaber
Uh? No, non è vero, io non ho niente da rimproverarmi. Voglio dire... non mi sembra di aver fatto delle cose gravi. La mia vita? Una vita normale. Non ho mai rubato, neanche in casa da piccolo, non ho ammazzato nessuno, figuriamoci!... Qualche atto impuro ma è normale no? Lavoro, ho una famiglia, pago le tasse. Non mi sembra di avere delle colpe... non vado neanche a caccia! Uh? Ah, voi parlavate di prima! Ah... ma prima... ma prima mi sono comportato come tutti. Come mi vestivo? Mi vestivo, mi vestivo come ora… beh non proprio come ora, un po’ più… sì, jeans, maglione, l’eskimo. Perché? Non va bene? Era comodo. Cosa cantavo? Questa poi, volete sapere cosa cantavo. Ma sì certo, anche canzoni popolari, sì… “Ciao bella ciao”. Devo parlar più forte? Sì, “Ciao bella ciao” l’ho cantata, d’accordo, e anche l’“Internazionale”, però in coro eh! Sì, quello sì, lo ammetto, sì, ci sono andato, sì, li ho visti anch’io gli Inti Illimani... però non ho pianto! Come? Se in camera ho delle foto? Che discorsi, certo, le foto dei miei genitori, mia moglie, mia… Manifesti? Non mi pare... Forse uno, piccolo proprio... Che Ghevara. Ma che cos’è, un processo questo qui? No, no, no, io quello no, io il pugno non l’ho mai fatto, il pugno no, mai. Beh insomma, una volta ma… un pugnettino, rapido proprio… Come? Se ero comunista? Eh. Mi piacciono le domande dirette! Volete sapere se ero comunista? No, no finalmente perché adesso non ne parla più nessuno, tutti fanno finta di niente e invece è giusto chiarirle queste cose, una volta per tutte, ohhh! Se ero comunista. Mah! In che senso? No, voglio dire… Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia. Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà… la mamma no. Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il Paradiso Terrestre. Qualcuno era comunista perché si sentiva solo. Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica. Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche… lo esigevano tutti. Qualcuno era comunista perché “La Storia è dalla nostra parte!”. Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto. Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto. Qualcuno era comunista perché prima era fascista. Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano ma lontano. Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona. Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo. Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari. Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio. Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro. Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio. Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio. Qualcuno era comunista perché la borghesia il proletariato la lotta di classe. Facile no? Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente… Qualcuno era comunista perché “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse-Tung”. Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre. Qualcuno era comunista perché guardava sempre Rai Tre. Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione. Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto. Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini. Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il “materialismo dialettico” per il “Vangelo secondo Lenin”. Qualcuno era comunista perché era convinto d’avere dietro di sé la classe operaia. Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri. Qualcuno era comunista perché c’era il grande Partito Comunista. Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il grande Partito Comunista. Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio. Qualcuno era comunista perché abbiamo il peggiore Partito Socialista d’Europa. Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi solo l’Uganda. Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi viscidi e ruffiani. Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera. Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista. Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia. Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro. Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana. Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri. Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita. Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita. No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici. E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito. Due miserie in un corpo solo.
purtroppo gli ideali...rimangono tali...vengono tenuti in castigo dal desiderio di potere e dai compromessi...che si fanno per poterlo mantenere..ciao..."rossa" maledetta..Giovanni
Kaire principessa Vale!
Grazie della gentil tua visita alle vaghe mie lande; assai favonia allo spontaneo lor sbocciare!
Adamantinamente auree ore e...
Di ginestrella infinito un sorriso!
*_^ Leo
buongiorno vale..la colazione è andata bene..il solito caffè e cornetto...ti sei ripresa o ancora non hai carburato..se è no allora ci vuole un altro caffettino al bar che sai tu...Buondì da Giovanni..e scusa se non ho bagnato le mie parole nell'Arno
Ho visto
la gente della mia età andare via,
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano,
nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate,
dentro alle stanze da pastiglie trasformate,
lungo alle nuvole di fumo del mondo fatto di città,
essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà,
è un Dio che è morto:
ai bordi delle strade Dio è morto,
nelle auto prese a rate Dio è morto,
nei miti dell'estate Dio è morto.
Mi han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso ha mascherato con la fede,
nei miti eterni della Patria o dell'eroe
perché è venuto ormai il momento di negare
tutto cio che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto,
è un Dio che è morto:
nei campi di sterminio Dio è morto,
coi miti della razza Dio è morto,
con gli odii di partito Dio è morto.
Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi,
perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge:
in ciò che noi crediamo Dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
nel mondo che faremo Dio è risorto!
...E mi è venuto da cantare e ho cantato! :)