Ave Atque Vale

WATER...FALLS!


Mi è capitato di leggere in un libro (L'eleganza del riccio) l'episodio di una donna che ospite a cena da amici giapponesi si trova costretta ad utilizzare il bagno e, nel momento di iniziare ad "espletare", viene quasi colta da infarto perchè parte inaspettatamente una musica assordante, mi sembra Mozart, a coprire ogni eventuale ed imbarazzante rumorino sfuggito al ferreo controllo che possiamo esercitare sulle nostre viscere. La portata dell'evento è tale da spingermi a scoprire se questo episodio è frutto della fantasia oppure è una tragica - e geniale - realtà. A pensarci bene avevo un'amica che faceva sempre scorrere l'acqua del bidet ogni volta che andava in bagno a fare pipì perchè non sopportava l'idea che qualcuno sentisse il rumore delle sue funzioni corporali e, a dire il vero, spesse volte ho adottato anch’io questo ingegnoso metodo, soprattutto durante quei fine settimana sovraffolati a casa di amici che hanno un solo bagno. I più sfrontati arrivano ad attaccare una radio in zona tazza e spesso mi sono trovata a pensare che accenderla sarebbe stato più imbarazzante che non farlo: un'ammissione di colpevolezza senza possibilità di appello. Ne io ne la mia amica comunque siamo giapponesi, ma in Giappone ci saremmo trovate molto più a nostro agio: pare infatti che questa mania di “depistare sonoramente” i possibili ascoltatori dell’ultima ora sia comune a tutte le donne del sol levante, tanto che l'abitudine di tirare l'acqua 2 o 3 volte per ogni visita al bagno stava contibuendo in modo non indifferente a sprecare preziose risorse idriche (ogni sciacquone son circa 13 litri d’acqua buttati, letteralmente, nel cesso).Ecco perché la Toto Ltd. ha pensato bene di produrre l' Otohime (è il nome di una principessa di una favola per bambini che significa "Principessa del suono"), un apparecchietto che è ormai diffuso nei bagni pubblici giapponesi tanto quanto i cessi robot negli alberghi (di quelli magari parliamo un'altra volta). Basta premere un tasto - ma nelle versioni più igieniche ed avanzate c'è addirittura la fotocellula - per produrre subito il dolce e coprente suono dello sciacquone, senza però sprecare acqua.Perché non un soave canto, una musica delicata (come raccontato nel libro) o il cinguettar d'uccelli, direte voi? Perché a quel punto le signorine giapponesi continuerebbero a preferire il vero sciaquone, come peraltro pare che alcune facciano comunque, insoddisfatte dalla qualità non hi-fi del finto tirar d'acqua.Comunque, qualora vi dovesse pungere vaghezza di installare a casa vostra uno dei magici prodotti della Toto per vincere i rossori delle signorine vostre ospiti ed assicurare così al mondo intero  un ingente risparmio idrico o semplicemente farvi una cultura sul vasto e rutilante mondo del cesso giapponese, questo è il sito  che fa per voi http://it.wikipedia.org/wiki/Toilette_in_Giappone