Caffè Letterario

La Trovatura


<!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } -->Leggendo “L'ultimo giro di giostra “ di Camilleri ho appreso la definizione de “la trovatura”, che mi ha lasciato piacevolmente incuriosito. La trovatura è un tesoro nascosto per ottenere il quale bisogna fornire una prova di estremo coraggio e determinazione. Pare che in ogni luogo della bella e da me amatissima Sicilia, ci siano trovature nascoste, intorno alle quali la credenza popolare ha costruito storie bellissime. Significativa, ad esempio, è la trovatura di Via Cardines a Messina. In questa strada, sulla facciata di una casa , al numero civico 150, c'era , protetta da una grata, una lapide con iscrizione osca che così recitava: ANGUSTE’ AEDICULA CONSTITUTA, JURE QUIDEM MANUSDEDUCTIUNCULAM MAGNI FACIEBAS:VERE’ CLAMORE QUAERCRE ID POSSET.MEDDIX UPSENS,ILLE IPSAM SUSTOLLIT ITA MAMERTINUM TEMPLUM, QUOD JUREQUIDEM EST NOVUM GERMEN Intorno a questa targa, tuttora conservata nel museo regionale, fiorì la leggenda che chiunque fosse riuscito a leggere la scritta su un cavallo in corsa e con un berretto rosso in testa, si sarebbe impossessato del tesoro ivi nascosto. Ci sono stati anche degli studiosi illustri che si sono occupati dell'iscrizione. Il Momsen, ad esempio, affermava che quella targa proveniva da un tempio pagano dedicato ad Apollo e fatto erigere dai Mamertini sul luogo ove ora c'è l'Università cittadina. I Mamertini erano mercenari campani stabilitisi a Siracusa e da qui cacciati dopo la morte, per assassinio, di Agatocle avvenuta nel 289 avanti Cristo. Gaetano La Corte Cailler, il più illustre cultore di storia patria di Messina, racconta, invece, che un vecchio del posto era sceso, da giovane, in uno dei pozzi limitrofi alle case antistanti la targa e che aveva dovuto rinunciare all'esplorazione per il buio fitto che c'era, ma aveva avuto modo di intravedere un ampio soffitto retto da una grandissima colonna. Non mancano, infine, interpretazioni simpatiche: la più seducente delle quali spiega che l'iscrizione non è altro che una antichissima ricetta di un gustosissimo dolce mamertino. * Ho attinto le notizie storiche da un articolo del prof. Nino Principato pubblicato su Messina Ieri e Oggi.it