Caffè Letterario

certezze e paure....


Dolce e cara Vania,affido, al nostro diario pubblico, le impressioni e le emozioni che nascono dai discorsi che ci coinvolgono quasi ogni sera. Tu sai benissimo quanto io tenga ai tuoi giudizi. Mi piace la tua grande passione per gli argomenti che tocchiamo, il tuo modo semplice di ragionare, la maniera, dolce e sorridente, di esporre il tuo punto di vista. E' per questo che mi piace annotare fatti e sensazioni, che poi riviviamo, rileggendole in queste semplici annotazioni. Ieri sera mi proponevi un argomento molto interessante: mi chiedevi qual è il gioco che mal si addice a due anime innamorate. Non davi affatto per scontato che ogni cosa è dovuta e certa in nome dell'amore. E' devastante, dicevi, deleterio per due anime innamorate, pensare di vivere di rendita di un sentimento che ha bisogno, invece, continuamente di crescere e, quindi, di essere messo alla prova. Subentrano, continuavi con fervore, un'indolenza della mente e del cuore, una pigrizia che appiattiscono l'anima su un sentimento che, con il passare del tempo, tende a diventare incolore e insapore. Pur trovandomi d'accordo con il tuo ragionamento, a mia volta sostenevo che, altrettanto deleterio e devastante, è il gioco delle paure che, come tristi fantasmi, spesso s'aggirano nella mente di due innamorati. Quando la gioia, la serenità, lasciano il posto ai dubbi, alle ansie, alle inquietudini, ai crucci, essi perdono, ti dicevo, la parte dibambino che è in ognuno di loro e che è necessaria ad un amore, perché ne connota l'aspetto innocente, spensierato. Le paure recidono, per sempre, il filo colorato che legato al cuore e alla mente, fa volare il loro aquilone nel più azzurro dei cieli. E quel cielo diventa grigio e rende scuri i pensieri e prepara tempesta per i cuori. Si susseguono giorni tristissimi, come tutti quelli che nascono da notti senza stelle. Il cuore di quegli innamorati è un castello senza vita, popolato solo da fantasmi che vi fanno risuonare le loro agghiaccianti risate. Mi sono accorto, con una certa soddisfazione, che non disdegnavi questo mio punto di vista e un tuo dolce sorriso me lo ha confermato. E adesso perdonami, ma ti devo lasciare: tu conosci i miei ritmi. Hai proprio ragione, sai? La giornata dovrebbe essere di almeno trenta ore, come ami dire tu, ma credo che finiremmo per lamentarci lo stesso io e te. Un tenero pensiero colorato per te, ti abbraccio.   "Le nostre paure ci rendono dei traditori, quando non lo fanno le nostre azioni".W.Shakespeare