Caffè Letterario

segreti...


p { margin-bottom: 0.21cm; }E' un segreto!” Avrete, di sicuro, avuto modo di sentire quest'espressione; a me è capitato spesso. Vi confesso che la parola segreto mi stuzzica alquanto. Avere e mantenere un segreto! Carpire un segreto! Conoscere un segreto! Un segreto, ad esempio, che riguardi un capo ufficio dispotico, una collega antipatica, la preside virago, la vicina di casa che “se la tira tanto” e con la quale ci si saluta sempre con un sorriso a 32 denti. Non c'è un solo aspetto della vita sociale e di relazione che non sia in grado di poter fornire materia prima per confezionare un segreto. Io sono convinto che conoscere un qualche segreto rappresenti un'autentica goduria: è come sedere alla mensa degli dei e mangiare, in eterno, solo nutella e senza ingrassare nemmeno di un grammo. Orbene, per venire a conoscenza di un qualche segreto, o si lavora in proprio o si va a un centro commerciale, di quelli grossi intendo, con 80 negozi e 20 ristoranti. Basta sedersi al tavolo di uno dei 50 bar in una domenica qualunque, meglio se piovosa e, dai tavoli vicini, vi arriverà una miniera di notizie: “Però, mi raccomando deve rimanere tra noi, è un segreto”. Questa è la formula magica che dà la stura alle notizie e relativi particolari, che spaziano dalla scuola a ciò che si è appreso nella saletta d'attesa del medico, riguardante i continui svenimenti della figlia dell'avvocato del quarto piano; chi non paga il canone tv; chi sta costruendo pertinenze abusive; chi non paga le multe perché è l'amante del comandante dei vigili; chi si sta separando e con affido della bambina al padre, perché i sospetti sulla madre erano giusti: “lo dicevo io!”; chi tresca sottobanco. Insomma una vera miniera aperta a tutti. Poi, c'è chi lavora in proprio. Disponendo di tempo e armato di solida pazienza, si mette in giro , va a caccia della persona, solitamente ben informata e una parola qui, un'altra lì, un'altra là, un sottinteso, un'occhiata allusiva, pause e silenzi improvvisi ed ecco che, nel compatto muro del segreto, appannaggio di quella sola persona, si aprono delle piccole crepe. Per il cacciatore di segreti, ascoltare è un'arte e, da vero ascoltatore, quelle piccole crepe, le avvicina, le fa combaciare, elimina gli spigoli, screma le esagerazioni: fa un lavoro, certosino, di assemblaggio, che dà sempre i suoi frutti. A meno che non gli venga di domandarsi se un segreto, che può raccogliere in sé anche una speranza, un sogno, un'ambizione, abbia solo possibilità vaghe e lontane nel tempo. In questo caso, quel segreto, non avrà più fascino per lui.