Caffè Letterario

linguaggio...


p { margin-bottom: 0.21cm; }Come chiamereste quel particolare stato d'animo che deriva dalla giunzione di due sentimenti molto contrapposti tra loro come, ad esempio, la gioia più profonda e il più pungente dei dispiaceri, una sensazione che, spesso, abita il cuore di un individuo? Riuscire a trovare una definizione per tale sensazione, è un compito alquanto ingrato, credo, che, spesso intrapreso, ogni volta ci costringe ad un'amara rassegnazione, perché è come un orizzonte che si sposta di continuo, un qualcosa di ineffabile che non riusciamo a far diventare esprimibile. Io credo che il linguaggio umano non saprà mai conoscere, riconoscere e comunicare tutto quanto è umanamente sperimentabile e sensibile. E' un limite della nostra condizione di esseri umani, della nostra mente o un limite legato alla nostra cultura? Cosa,invece, ci permette di riconoscere, ad esempio, quelle lacrime che non scendono e si consumano negli occhi di una madre? I pensieri che attraversano la mente di un vecchio che , guardandosi le mani, sa che non servono più a niente e che il suo domani sarà altrettanto vuoto dell'oggi? Ma, forse, è anche un bene che non si riesca a definire certe sensazioni che nascono nel cuore. Un cuore che vuole rimane unico spettatore e che si rifiuta, ostinatamente, di comunicare con la mente. Quelle sensazioni saranno i suoi tesori che ne faranno un prezioso scrigno, per quando verrà voglia di aprirlo e aggrapparsi ai ricordi.