Caffè Letterario

...in taberna....


Molto affollato, stasera, il bar del porto. Non avevo mai visto tanta gente ai tavoli e tutti a bere come spugne. Come se volessero annegare nell'alcol le loro preoccupazioni: la mancanza del posto di lavoro, le liti in famiglia, gli amori finiti, i tradimenti, le speranze disilluse, la scarsa comunicativa con i figli, l'ora di religione, la bancarotta che imperversa, il papa che non si fa i cazzi suoi, quel minchione di Bersani, Berlusconi imperatore, Saviano santo subito. A contare i boccali di birra e vino, che la ragazza e Stella s'affrettavano a portare, ho dedotto che i cattivi pensieri sanno nuotare benissimo. Visi stanchi, tirati, rugosi e in ogni ruga la marcata firma della sofferenza. Occhi persi nel vuoto, sorrisi, artefatti, consapevolezza che, usciti da quel luogo, ognuno, ritornando a casa, s'accompagnerà alla propria solitudine , rimarrà solo sulla strada della vita. E mi viene in mente un pensiero di Bukowski: "Sulla via dell'inferno c'è sempre tanta gente, ma è comunque   una via che si percorre in solitudine." Ma "in taberna" non ci si andava per lasciare alle spalle, almeno per qualche ora, guai e pensieri tristi?