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« ....Lunedì 17 Luglio 2006....PAULO COELHO »

PESSOTTO FUORI PERICOLO!!!!

Post n°120 pubblicato il 18 Luglio 2006 da Vanessa5

I medici gli hanno chiesto come si chiama e lui ha risposto correttamente «Gianluca».
Da ieri mattina, Pessotto non è più in pericolo di vita:
venti giorni dopo il terribile volo dal tetto della sede della società bianconera, il «Professore» non respira più attraverso la ventilazione meccanica ed è tornato a parlare. Appena stubato dalla dottoressa Monica Vaj, ha ringraziato l'intero staff medico e chiesto di vedere le figlie: «Una cosa utile per lui e per le bambine.

Benedetta e Federica hanno rivisto papà, ieri, per una decina di minuti. Sono stati lunghi e insieme brevissimi, intensi. «Sono felicissimo» ha detto Pessotto e i medici hanno aggiunto la loro soddisfazione: «Gianluca uscirà come uno che cammina con le sue gambe e ragiona con la sua testa. Insomma come uno che ha avuto un incidente stradale e ne è uscito bene. Ma d'ora in poi vi preghiamo di non fare più riferimento alla natura specifica dell'incidente - ha poi puntualizzato Pier Paolo Donadio, responsabile della Rianimazione centrale del nosocomio torinese - dal momento che il paziente non ricorda nulla di quanto accaduto e sia lui che le bambine non devono sapere cosa è accaduto dalla televisione».
Una televisione che Pessotto ha già chiesto a più riprese e che, prima o poi, gli sarà concesso di guardare. Di sicuro, per lui incomincia un'altra battaglia: scampato il pericolo di vita, andrà incontro a un lungo periodo di rieducazione e, pian piano, dovrà affrontare i problemi che hanno rischiato di mettere fine alla sua esistenza.

Intervista del 18/07/2006 alla moglie di Pessotto

TORINO - "Sono provata, molto provata". Quanti chili ha perso Reana Pessotto? "Non ho il coraggio di salire sulla bilancia. Da più di 20 giorni non cucino e mangio pochissimo. Per fortuna ci sono mia madre e i suoceri. Abbiamo vissuto insieme quest’incubo, a casa nostra". Ora l’incubo è finito. Gianluca Pessotto è fuori pericolo, parla, mangia, chiede della Juve, vuole vedere la tv, ma almeno su questo, per ora, è impossibile accontentarlo perché di lui si continua a parlare. E anche di Reana. "Sono state scritte e dette troppe cattiverie, io giornali e tv ne ho visti pochi. Ma mi riferivano di tutte le mancanze di rispetto".

- Ma lei è forte?
"Sì, mi sono resa conto che sono molto forte".
- Chi l’ha aiutata?
"Mi sono aiutata da sola, pensando alle bambine che ho allevato e educato con tanto amore. Federica e Benedetta, non perché sono nostre figlie, sono due esempi. Io ho dato loro delle regole e loro le rispettano".
- Lei come ha vissuto questa vicenda?
"Una tragedia. Sono stati i venti giorni più difficili della mia vita. Credo che ora non ci sarà nulla di peggiore. Spesso piangevo a lungo. Mi isolavo, non leggevo, non facevo nulla. Pensavo, mi torturavo e speravo che Gianluca ne uscisse vivo. Quando lunedì mi hanno dato la bella notizia è stata una sensazione stupenda".
- E adesso?
"Guardo avanti, ho sempre guardato avanti pensando più al futuro che al passato. Perché così bisogna fare. Vorrei tanto una vacanza, ne avrei bisogno, ma non posso partire, starò fissa accanto a lui. Due volte al giorno, come ho fatto finora".
- Ma si sarà chiesta perché Gianluca ha cpmpiuto quel gesto?
"Sì, forse non mi sono resa conto che la sua situazione era grave. Ora vedremo con gli psichiatri, dobbiamo gestire il futuro, la depressione, come spiegare alle bimbe perché non vorrei che a settembre qualche compagno di scuola facesse la sorpresa. Devo riflettere".
- Perché col rosario giù dal terzo piano?
"Non sono ancora sicura che lo avesse. So che è religioso e che la domenica mattina va a messa".
- Lei ci va?
"No, io la domenica dormo. Oddio, potrei andarci il sabato sera".
- Cosa le dice Gianluca, ora che parla?
"Mi chiede della Juve, ha due pensieri: la Juve e le bambine. Pensi che mi ha fatto mandare un fax ai compagni per dare un in bocca al lupo per la stagione che verrà".
- Da meno 30...
"Dice: "aspettiamo l’appello". La Juve non se l’è mai tolta dalla testa, non la lascerebbe per nulla al mondo. E loro lo aspetteranno, ne sono sicura. Spetterà a lui decidere. Ho letto la lettera di Ferrara sulla Gazzetta, le prime righe e le ultime, poi ho pianto. L’ho chiamato e gli ho detto "Ciro, grazie, ma non ce la faccio".
- Reana, lei pensa che quel che è successo possa rafforzare la vostra storia d’amore?
"Mah, lui ama le figlie, le ha riviste solo lunedì mentre noi ci vediamo due volte al giorno". [
- Ma lei ama Gianluca Pessotto?
"Sì, lo amo tanto, è il padre di Federica e Benedetta che in questo periodo mi hanno fatto tanta tristezza".
- Ci descriva la sua camera in sala di rianimazione.
"E’ piena di regali. C’è la bandiera di "Pessottino" che i ragazzi hanno mostrato al Mondiale. La maglia di Del Piero mi ha chiesto di portarla a casa. Ed è impazzito per la coppa del mondo. L’ha toccata e ha detto "ma allora è vera". E ha voluto sapere tutto, sui rigori. I ragazzi sono stati meravigliosi, sempre vicini".
- E poi chi?
"I medici. Non saprò mai come ringraziare Donadio e la sua equipe per quello che hanno fatto. Gli hanno ridato la vita".
- E Montero?
"E’ un uomo straordinario. Pensi che con Gianluca non si frequentavano tanto fuori dal campo. Ma, evidentemente, c’era un rispetto tale che era più forte di tutto. Non avrei mai immaginato che prendesse un aereo dall’Uruguay, ma quando l’ho visto in ospedale non mi sono stupita più di tanto. Ho capito che è fantastico".
- Pessotto non ricorda di aver compiuto quel gesto, le chiede qualcosa?
"Non mi ha mai chiesto e non vedo curiosità. Mi hanno spiegato che l’amnesia è frequente, in questi casi. Meglio. Ora vado da lui. Mi sorride. Sono felice. Ma lo voglio vedere fuori di qui".

23/07/2006 ... e ora parla Pessotto!!

TORINO. «Non vedo l’ora di uscire dall’ospedale e di camminare sulle mie gambe: voglio tornare autonomo». A guardarlo in viso non diresti mai che ha fatto il volo che ha fatto. Non una ferita, non un livido. Rasato di fresco, occhiali stretti con la montatura azzurra, sorriso gentile e voce squillante di chi non sembra essere rimasto muto tre settimane, quando ancora per vivere aveva bisogno di respirare attaccato a una macchina. Gianluca Pessotto chiacchiera con tranquillità, nel box numero sei del reparto di Rianimazione delle «Molinette». E mentre parla tiene le mani sulla gabbia che gli protegge il bacino. Forse per l’imbarazzo, forse più semplicemente non sa dove metterle. E intanto guarda il primario della Rianimazione, Pier Paolo Donadio, dritto negli occhi. Si fida di lui e accetta di rispondere alle domande che gli abbiamo chiesto di porgli.

C’è un ma imposto però dagli psichiatri dell’ospedale: nessun accenno al tentato suicidio, neppure all’«incidente», come crede Gianluca. Vietata anche qualsiasi allusione a sentimenti o emozioni che potrebbero turbare il suo equilibrio. Non che ci volesse quest’aut aut, era scontato che non spetta a noi svegliare l’ex terzino della Juventus da quel torpore che annebbia la sua voglia di farla finita, buttandosi dal tetto della sede della squadra. Gianluca ha già vinto la battaglia contro la morte, ma ha appena iniziato quella per imparare a volersi più bene.

Sui cancelli dell’ospedale ci sono ancora molti striscioni di ultras e gente comune. Sono sbiaditi dal sole, ma reggono ancora. Si aspettava tanto sostegno?
«No, non me lo aspettavo, e mi ha fatto molto piacere. Una dimostrazione incredibile, che in un momento così è importante, anche se io non ho visto nulla e tutto mi è stato raccontato. Mi fa piacere che ci sia stata tanta solidarietà anche da gente che non ama particolarmente il calcio».

Durante la marcia per la Juventus, una delegazione è venuta fin qui a tifare per lei. Lo sapeva?
«Sì, me l’hanno riferito. La cosa più importante però l’hanno fatta per la Juventus, che ha bisogno dei tifosi, di gente attaccata ai suoi colori e alla maglia. La loro spedizione per me non può che rendermi felice, ma la dimostrazione di affetto più importante l’hanno data nei confronti della squadra, che in questo momento ne ha bisogno».

Le sue figlie, Federica e Benedetta, sono state felicissime di averla rivista. Cosa ha pensato appena sono entrate nella sua stanza?
«La loro felicità è stata la mia felicità. Ero preoccupato per loro, perché mi avrebbero visto a letto, qui. Ma sono state istruite e preparate molto bene all’incontro, e la gioia di rivederle è diventata maggiore della preoccupazione, ed è stato per me un momento di vera felicità, anche perché loro, prima, potevano pensare qualsiasi cosa, e dopo che mi hanno visto non hanno più avuto paura».

Durante i Mondiali le hanno dedicato prima i gol, e poi la vittoria. È contento per questi segni di profonda amicizia?
«I miei compagni si sono dimostrati molto teneri con me, e poi sono anche venuti a trovarmi e ne sono stato felice. Mi ha fatto anche piacere che la mia situazione abbia rappresentato per loro un elemento di coesione e una motivazione in più».

Quando ha visto la coppa del mondo ha creduto che non fosse vera? Le era stato proibito toccarla, per il rischio infezioni, eppure lei lo ha fatto lo stesso.
«Sì, solo toccandola ci ho creduto. Solo toccandola ci si rende conto di che cos’è: è un sogno toccarla, anche solo per una volta, e per me, sia pure in questa occasione, è stata una grandissima gioia. Non ho vinto la coppa del mondo, sogno di tutti calciatori, ma toccarla mi ha fatto venire i brividi».

I dirigenti e i compagni della Juve l’aspettano. Come valuta il declassamento della squadra in serie B a meno 30? Pensa che riuscirete ad avere uno sconto sui punti?
«Me lo auguro proprio. Penso che questa sia una penalizzazione eccessiva, che va oltre i demeriti della società».

I medici che l’hanno salvata dicono che ha molto contribuito il suo ottimo fisico di atleta: cosa sogna di fare quando uscirà?
«Senza il grande lavoro dei medici, il mio fisico sarebbe servito a ben poco. Comunque per ora non ho grandi progetti, aspetto solo di uscire. Ho tanta voglia di abbracciare la mia famiglia: li vedo tutti i giorni, ma non posso stringerli a me. E poi, a dire la verità, ho tanta voglia di camminare. I medici e gli infermieri sono stupendi, ma io dipendo in tutto per tutto da loro. Spero che finisca presto».


VISITE ROSSONERE Questa mattina, intorno alle 10.35, Gianluca ha ricevuto la visita di una delegazione rossonera composta dal tecnico Carlo Ancelotti, dal vice Mauro Tassotti e dai difensori Paolo Maldini ed Alessandro Costacurta che hanno lasciato il ritiro di Milanello per far visita a Pessotto per un paio d'ore. "Ho trovato Gianluca in buone condizioni, comincia a parlare, con tranquillità - ha dichiarato l'allenatore emiliano del Milan - ha la faccia serena, le cose stanno andando per il meglio e questa è sicuramente una bella notizia". Secondo Paolo Maldini, "Gianluca è preoccupato per la sentenza della Caf ma abbiamo parlato del futuro, l'ho trovato in buone condizioni".

......e finalmente la verità.....

Per Gianluca Pessotto è arrivato il giorno della verità. Ha scoperto quello che per un mese la sua mente ha tentato di cancellare. Gianluca sa di aver cercato di togliersi la vita. Sa di quel volo dal tetto della sede della sua Juventus.

Glielo hanno detto i medici, lunedì sera. Con tutte le cautele del caso, con tutta la sensibilità, il tatto e la comprensione che gli psichiatri usano in circostanze delicate come questa. E lui ha pianto. Tanto. Si è commosso e ha pianto lacrime di disperazione, ma forse anche di liberazione. Perché d’ora in poi non ha più fantasmi, ma un nemico vero - seppur grave come la depressione - da combattere. La psicoterapia con gli specialisti delle Molinette era già iniziata da diversi giorni, come pure la relativa somministrazione di psicofarmaci.

Perché aiutare un giovane uomo a prendere coscienza di un gesto tanto drammatico non è una cosa semplice. Anzi. É un processo lungo, difficile e pieno di ostacoli. Ma Gianluca, ancora una volta, si è dimostrato un buon paziente, ha collaborato con i medici nonostante le resistenze del suo inconscio. E loro hanno capito di essere arrivati al capolinea. Solo una settimana fa, dopo più di venti giorni, il team manager bianconero ha potuto incontrare le sue figlie. Non una parola sull’incidente. Né con loro, né con la moglie Reana, e neppure con i medici. Insolita anche la mancanza di curiosità circa l’incidente: non ha mai chiesto che cosa gli fosse realmente accaduto. Tanto da indurre più di una persona a pensare che stesse recitando. «Lo sa, ma fa finta di non rammentare. Forse soffre troppo a parlarne».

Ma non era così. I medici che hanno dovuto accompagnarlo in questo viaggio a ritroso nel momento più difficile della sua vita, ritengono che no, Gianluca non fingeva.
Davvero era stato colpito da quella che in termini scientifici viene definita «amnesia retrograda». Un colpo di spugna solo sul trauma che ha scatenato la perdita di memoria, mentre tutto quello che è avvenuto prima viene ricordato. La reazione dell’ex terzino juventino ha dimostrato che lui aveva schiacciato il tasto rewind per dimenticare quel salto nel vuoto con il rosario tra le mani. Adesso lo aspetta la prova più difficile. Ha avuto la fortuna di sopravvivere - lo prova il suo grande desiderio di guarire -, ora dovrà affrontare un lungo cammino per vincere le ombre della sua anima. O almeno dovrà imparare a far convivere le luci e le ombre che, come in chiunque altro essere umano, convivono in lui. Le persone che lo amano, i suoi familiari, sono convinti che ce la farà. Centinaia di tifosi gli hanno dimostrato un affetto e una stima incondizionata. Idem da parte dei compagni di squadra, per non parlare dei vertici della Juve. La palla ora passa a lui. Da due giorni Gianluca Pessotto non corre più il rischio di scoprire per sbaglio quello che gli è successo un mese fa. È per questo che può guardare anche la televisione. Ieri sera, proprio dal piccolo schermo, come migliaia di altri bianconeri - ma con un’ansia sicuramente più intensa - ha assistito alla lettura della sentenza della Corte Federale. «Ha pagato solo la mia squadra» il suo laconico commento.

...ultime notizie...

Gianluca Pessotto giocava terzino sinistro con una grinta da turbodiesel. La stessa che dimostra ora per riprendersi in mano la vita. E’ stato proprio lui a dirlo allo psichiatra che lo sta curando da due settimane. «Professore ho fatto quello che ho fatto, ma ora voglio guarire. Sono sicuro di riuscire a vincere questa partita». Il professor Donato Munno, della clinica psichiatrica delle Molinette: «È una persona malata di depressione, ma molto motivata a farsi seguire e a ristabilirsi. Ha colto questo impegno come una sfida sportiva, ora ciò di cui ha bisogno è di un “coach” che lo aiuti e di tanta tranquillità».

La psicoterapia di supporto è integrata alla somministrazione di antidepressivi. «In passato Pessotto non ne ha mai presi - prosegue il professor Munno -, stanno facendo molto effetto. Abbiamo cercato la psicologa che lo ha avuto in cura per alcuni anni, ma non siamo riusciti a contattarla. Non è escluso che i sintomi più gravi siano esplosi solo negli ultimi tempi. Nonostante il passaggio da calciatore a manager possa aver influito in qualche misura, ma non credo che possa aver generato uno stato depressivo così profondo. La consapevolezza del tentato suicidio è sicuramente dolorosa, ma questa sofferenza unirà molto Gianluca e sua moglie. Hanno bisogno di non essere più al centro dell’attenzione mediatica».

Per questo motivo, la famiglia ha chiesto il silenzio stampa tramite il commissario delle Molinette, Giuseppe Galanzino, che annuncia: «Se non ci saranno complicazioni la prossima settimana Pessotto verrà trasferito in un reparto per iniziare la riabilitazione». Il primario della Rianimazione, Pier Paolo Donadio, conferma che «entro la metà di agosto potrebbe essergli tolta la gabbia che gli protegge il bacino. Passo dovuto per capire se e quando dovrà essere operato alla schiena».

vane

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Commenti al Post:
lucignolo_fumante
lucignolo_fumante il 18/07/06 alle 16:19 via WEB
CONTENTENTISSIMO...SPERO CHE RIVALORIZZI LA PREZIOSITA' DELLA VITA CHE CI HA DONATO IL NOSTRO SIGNORE....CIAO
 
 
Vanessa5
Vanessa5 il 19/07/06 alle 08:14 via WEB
...lo spero anch'io! ^_^ @vane@
 
fabio.1971
fabio.1971 il 19/07/06 alle 08:29 via WEB
L'importante è che torni in salute e riacquisti la serenità che avevi perduto assieme alla tua famiglia.
 
fabio.1971
fabio.1971 il 26/07/06 alle 11:45 via WEB
I medici hanno detto la verità a Pesso. Ha pianto tanto, lacrime disperate ma anche di liberazione, speriamo che riesca a guarire nell'anima. Ciao Fabio
 
 
Vanessa5
Vanessa5 il 27/07/06 alle 08:23 via WEB
speriamo.. credo sia giusto abbia rpeso coscenza piena di quello che gli era successo, adesso sta a lui e alla sua forza e voglia di farcela. nn sarà solo, ma la depressione è una bestia che puoi configgere solo se lo vuoi tu davvero, indipendetemente da chi ti ama e ti sta accanto.. Buona giornata Fabio ^_^ @vane@
 
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Un blog di: Vanessa5
Data di creazione: 08/02/2006
 

IL SEGRETO !!!

 
 
 
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QUESTIONE DI SGUARDI

Voglio solo che ti perdi
non ti chiedo quanto resterai… no
né promesse né ricordi
non è quello oh no, lo sai
un minuto per averti un saluto quando te
ne vai poi
quando passa questa notte
come un sogno passerai
Che domani è tardi
che adesso è si
si per come mi parli
tu perché siamo qui
è questione di sguardi
è, ah… un attimo
così, così magnetico
così, così
Senti come si colora
questa notte che poi
mai più
senti cosa si respira
vorrei dirti eh…
vorrei che tu
non sarà per una sera
che domani ancora noi
Che domani torni
che va bene così
tu per come mi parli
tu perché siamo qui
è questione di sguardi
è, ah.. un attimo
così, così lunatico
così, così fantastico
così, così
Nessuna resistenza
nessuna pietà
ci arrendiamo all’evidenza
e alla voglia di libertà
è un giorno di vacanza o cosa sarà
ma adesso vieni
adesso sono qua
E’ questione di sguardi ..o no o no
tu per come mi parli
è questione di sguardi
è, ah.. un attimo
così, così magnetico
così, così lunatico
così, così o no
Che domani torni (domani torni)
che va bene così (va bene così)
che domani torni
che va bene così
si per come mi parli
tu perché siamo qui
è questione di sguardi
è un attimo così, così, così, così

 
 

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