Un blog creato da annamariacorallofdc il 28/05/2008

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Post n°33 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da annamariacorallofdc
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Manuale semiserio
di annuncio biblico popolare      /9

ARRIVA IL NATALE

Il Natale è alle porte. E lo era anche quella volta.

Napoli gorgogliava di preparativi: per strada c’erano insegne luminose, nelle vetrine Babbo Natale imperava, per le vie l’atmosfera era dolce e mite. Tutti si sentivano più buoni. Le Parrocchie organizzavano novene e canti natalizi.

Noi del Centro Shalôm non eravamo da meno. Nei laboratori artistici ragazzi e operatori armeggiavano intorno a oggettini di ceramica, cuoio o tessuto per confezionare simpatici doni per i volontari, e avevamo avviato anche noi una novena niente male. Ora -sia noto a tutti!- per “novena” si intende quel periodo di nove giorni nei quali ci si prepara ad un qualche evento. In quel caso, al Natale. Ogni pomeriggio, dopo le attività di spazio scuola (il tempo dello studio), tutti al piano terra davanti al presepe, per cantare, ascoltare e pregare in attesa del Natale del Signore.

Una delle mamme telefonò.

In accoglienza la volontaria rispose precisa come sempre.

“Sr Annamaria!!!”

“Sì? È per me?!

“No, ma vogliono sapere a che ora inizia la novella!”

La novella!!!

“La no-ve-na” sillabai, “inizia alle 17”

In quei giorni, a spazio vita si rifletteva sul senso delle cose, come sempre. Spazio vita è quello spazio di dialogo e ascolto settimanale che abbiamo con i vari gruppi dei ragazzi. Una delle cose che ho trovato sempre più ardua è l’eterogeneità dei partecipanti: ragazzetti di 9 o 10 anni condividono ogni attività con compagni assai più grandi. Il principio pedagogico è assolutamente condivisibile: diventare cooperativi con persone diverse da noi, integrando doni e risorse. Nelle attività di spazio scuola la cosa funziona alla grande, senza bisogno di grosse spiegazioni: i più grandi aiutano i più piccoli e i più piccoli sostengono gli altri. Ma a spazio vita, ho trovato sempre difficile proporre qualcosa che interessasse tutti.

Ma quella volta ero più serena. L’argomento veniva da sé: il tempo liturgico di preparazione al Natale, ossia l’Avvento. E, diciamocelo: il gioco veniva facile. Infatti il Natale è una delle festività più radicate nella nostra cultura post-cristiana.

“Dunque, ragazzi!”, esordisco, “Si avvicina la festa di Natale”.

Grandi consensi briosi.

“E stiamo facendo la novell… ops: la novena!” (il fascino dell’assurdo mi inebriava)

“Quindi”, proseguo “siamo nel tempo liturgico dell’Avvento!”.

Qualche perplessità. Mi dilungo quindi in spiegazioni su quelle quattro settimane che precedono il Natale.

Sfodero tutti gli argomenti in mio possesso: etimologia del termine, origine storica, usi e costumi.

Non mancava più niente al fantastico incontro.

Mi preparo al gran finale.

“Ebbene, ragazzi! L’Avvento è il tempo dell’attesa. Ma di chi?”

Silenzi allarmanti.

Ritento: “Chi è che viene a Natale, ragazzi!”

Risposta corale: “Babbo Natale!!!”.

Silenzio. Stavolta mio. Lungo.

Ebbene sì, amici cari: ci hanno tolto pure il Natale. La radice delle feste che scandiscono il nostro anno è stata estirpata a forza di insegne al neon e buonismi dal sapore di panettone.

Qui bisogna proprio ricominciare da zero.

Mentre sconsolata meditavo sul dramma culturale in atto, una piccolina mi raggiunge nel corridoio.

“Suora!” (detesto che mi si chiami così, ma quella volta poteva andare) “Ma poi a Natale viene pure Gesù!”, mi consola con la sua vocina morbida mettendomi una mano sulla gamba (la sua altezza non le permetteva di metterla sulla mia spalla).

Le sorrido lieve.

Non ricomincerò da zero, ma, come recita il titolo di un film arcinoto, ricomincio da tre:

dai piccoli che hanno il cuore grande, dai grandi che si sentono ancora piccoli e da ciò che riesce ancora a stupirmi e a riscaldarmi il cuore.

Annamaria Corallo FdC

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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