VARESE NIGHT & DAY

Post N° 542


Ciclone Nargis in Birmania"I morti sono oltre ventiduemila" Quarantunomila i dispersi, ma il bilancio potrebbe aggravarsi ancora
RANGOON - Oltre 22 mila morti (22.464) e 41 mila dispersi. Assume proporzioni inimmaginabili il bilancio del passaggio del ciclone Nargis dalla Birmania. L'ultimo drammatico aggiornamento è stato diffuso dalla televisione di Stato. In precedenza, parlando all'emittente, il ministro degli Esteri del Myanmar, Nyan Win, aveva precisato che il governo sta ancora valutando i danni nei villaggi remoti dell'area del delta del fiume Irrawaddy, particolarmente colpita dal ciclone Nargis, includendo Rangoon, la più grande città del paese del sud-est asiatico. Sempre Nyan ha aggiunto che soltanto nella città di Bogalay le vittime sono diecimila. La tv di Stato ha annunciato inoltre che la giunta militare al potere ha deciso di rinviare al 24 maggio il referendum sulla costituzione fissato per il 10 maggio. La televisione, monitorata dalla Reuters fuori dalla Birmania, ha detto che il referendum sarà rinviato a Rangoon, la principale città del Paese e ex capitale, e nel delta dell'Irrawaddy, le due regioni più colpite dal ciclone della settimana scorsa. Nel resto del Paese, ha precisato l'emittente, il referendum si terrà come previsto il 10 maggio. Una decisione che l'esponente dell'opposizione democratica Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, ha definito "inaccettabile". Il drammatico bilancio delle vittime e dei dispersi, purtroppo ancora provvisorio, è stato confermato dal ministro degli Esteri della confinante Thailandia, Noppadol Pattama, al termine di un colloquio con l'ambasciatore birmano a Bangkok, Ye Win. Appare quindi destinato ad aggravarsi ulteriormente il bilancio della peggiore catastrofe naturale del genere registrata in Asia dal '91, quando in Bangladesh morirono 143.000 persone. Secondo fonti dei servizi di soccorso approntati dalle Nazioni Unite, già adesso i senzatetto sono nell'ordine delle centinaia di migliaia, ma potrebbero ben presto risultare milioni.  Le squadre dell'Onu hanno intanto iniziato a compiere sopralluoghi, secondo quanto riferito da Richard Horsey, portavoce dell'Onu a Bangkok, avvertendo però che "portare gli aiuti alle popolazioni sinistrate costituirà una grande sfida". Secondo Horsey, la principale difficoltà sarà quella di raggiungere il delta dell'Irrawaddy, una zona di paludi e risaie esposta alle inondazioni, che è stata la più devastata dal ciclone. "Per adesso l'emergenza sono i ripari e l'acqua" ha aggiunto Horsey. "Senza acqua potabile, la preoccupazione principale è il rischio di propagazione di epidemie". (6 maggio 2008)