Creato da curavaricella il 18/04/2011
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Emorroidi

Post n°24 pubblicato il 22 Marzo 2012 da curavaricella
 

 

Una definizione precisa di emorroidi non esiste, ma possono essere descritti come delle masse o grumi ("cuscini") del tessuto all'interno del canale anale che contengono vasi sanguigni. Per canale anale si intendono gli ultimi quattro centimetri attraverso il quale passano le feci che transitano dal retto al mondo esterno. L'ano è l'apertura del canale anale al mondo esterno.

Sebbene la maggior parte della gente pensa che le emorroidi siano delle anomalie, bisogna precisare che esse sono presenti in ognuno di noi. Ma solo quando i muscoli che ammortizzano e trattengono le  emorroidi si ingrandiscono che queste possono causare problemi ed essere considerate anormali o una malattia.

Le emorroidi compaiono sia negli uomini che nelle donne e si manifestano, in genere, tra i 45 ei 65 anni di età. Le emorroidi possono comparire all’interno del canale anale e in questo caso vengono denominate emorroidi interne. Se si originano in corrispondenza dell'estremità inferiore del canale anale, in prossimità dell'ano, vengono denominate emorroidi esterne. 

I medici non sanno con esattezza perché le emorroidi si ingrandiscano, ma ci sono diverse teorie circa la causa, tra cui l’apporto inadeguato di fibre, la prolungata posizione seduta sul water e la stipsi. Nessuna di queste teorie si basa su prove sperimentale. Anche la gravidanza sembra una chiara causa in grado delle emorroidi, però, ancora una volta, il motivo non è chiaro. 

Una teoria sostiene che è la forza di taglio apportata dalle feci a causare le emorroidi, in particolare dalle feci dure, che durante il passaggio attraverso il canale anale trascina i cuscinetti emorroidari verso il basso. Un'altra teoria suggerisce che con l’avanzare degli anni, il tessuto di sostegno che è responsabile dell'ancoraggio delle emorroidi al muscolo sottostante del canale anale, deteriora. Con il tempo, il tessuto emorroidario perde il suo ancoraggio e scivola nel canale anale.

Come anticipato, si ritiene che la stitichezza e i movimenti intestinali possano promuovere la comparsa di emorroidi, inoltre, le feci dure possono traumatizzare le emorroidi esistenti. Si raccomanda, pertanto, che gli individui con emorroidi aumentino la quantità di fibra presente nella loro dieta, al fine di ammorbidire le feci. La fibra si trova in numerosi alimenti tra cui la frutta fresca e secca, la verdura e i cereali.

Il trattamento nei casi meno gravi è l’utilizzo di una crema medica, da applicare sul luogo. Nei casi più gravi si ricorre all’intervento chirurgico.

 

 
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Alopecia

Post n°23 pubblicato il 22 Marzo 2012 da curavaricella
 

L'alopecia è una malattia caratterizzata dalla perdita di capelli che di solito colpisce il cuoio capelluto, ma che può anche colpire altre parti del corpo ricoperte da peli. L’alopecia si presenta in entrambi i sessi ed è una patologia di origine autoimmune nella quale il sistema immunitario attacca i follicoli piliferi. Nella maggior parte dei pazienti, la condizione si risolve senza trattamento entro un anno, ma la perdita dei capelli a volte è permanente. Esistono un certo numero di trattamenti capaci di agevolare la ricrescita dei capelli. La patologia, raramente si presenta prima dei 3 anni e sembra che esista una tendenza significativa all’ereditarietà.

Per quanto riguarda le cause dell’alopecia, le conoscenze attuali suggeriscono che essa sia dovuta ad un'anomalia del sistema immunitario. Questa particolare anomalia porta il sistema immunitario ad attaccare il proprio corpo. Come risultato, il sistema immunitario attacca particolari tessuti, che nell’alopecia, per ragioni sconosciute, riguardano i follicoli dei capelli e che sconvolge la normale formazione degli stessi. 

In genere, l’alopecia si presenta con la perdita di capelli sul cuoio capelluto. Vi è anche una forma più generalizzata di diradamento dei capelli denominato alopecia areata, che colpisce tutto il cuoio capelluto. Raramente, vanno persi tutti i capelli del cuoio capelluto, una condizione denominata alopecia totalis. Meno frequentemente, si verifica la perdita di tutti i peli su tutto il corpo, condizione denominata alopecia universalis.

L’alopecia tende a presentarsi negli adulti dai 30 ai 60 anni di età. Tuttavia, può colpire anche gli individui più anziani e raramente i bambini. L’alopecia non è contagiosa e viene diagnosticata facilmente, grazie al fatto che la pelle appare glabra in una zona nella quale, di norma, crescono dei peli. Occasionalmente, può essere necessaria una biopsia del cuoio capelluto per supportare la diagnosi. 

Il decorso dell’alopecia non è prevedibile, ma esiste una elevata probabilità di remissione spontanea. Tuttavia, più lungo è il periodo di tempo nel quale si verifica la caduta dei capelli e maggiore è l'area interessata, e meno probabile che avvenga la ricrescita dei capelli. Pertanto, vi sono una varietà di trattamenti, ma nessuno di questi può permettere di prevedere il decorso della malattia.

 
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Villocentesi

Post n°22 pubblicato il 01 Marzo 2012 da curavaricella
 

La villocentesi è una pratica medica che consiste nel prelievo dei villi coriali, i quali formano parte del tessuto dell’utero durante la prima parte della gravidanza. La villocentesi viene effettuata per verificare la presenza di eventuali difetti genetici nel nascituro. Permette infatti di verificare l’assetto cromosomico del feto ed eseguire analisi molecolari ed enzimatiche. La villocentesi è consigliata a donne che presentano un alto rischio di anomalie cromosomiche, come donne di età maggiore a 35 anni, portatrici di alterazioni cromosomiche, o donne con un figlio affetto da un’anomalia cromosomica.

Per estrarre i villi coriali ci vogliono circa 10 o 20 minuti. Il medico preleverà un piccolo campione del corion (il tessuto esterno che circonda il feto e la placenta) e provvederà ad analizzarlo. Questa operazione viene effettuata utilizzando degli ultrasuoni per guidare la sonda, la quale viene inserita in un sottile tubo attraverso la vagina (villocentesi transcervicale) o attraverso la parete addominale con un ago di siringa (villocentesi transaddominale), fino ad arrivare all’utero. Vengono estratte così varie cellule coriali identiche a quelle del feto. La villocentesi transaddominale comporta un minor rischio di aborto spontaneo. L’esame transaddominale è molto simile a quello dell’amniocentesi.

La villocentesi non è immune da rischi in quanto può accadere che bucando il sacco amniotico si causino delle infezioni o delle emorragie. Altri rischi connessi con la villocentesi possono includere malformazioni del feto alla nascita, rottura del sacco amniotico, infezioni uterine e sanguinamento vaginale. Sembra che il rischio di aborto aumenti dell'1%. Il test della villocentesi viene effettuato tra la 10° e la 12° settimana di gravidanza, quindi prima di quello dell’amniocentesi, la quale invece si effettua solo tra la 15° e 18° settimana di gravidanza. I risultati della villocentesi possono essere forniti entro 10 giorni dall’esame. Prima di eseguire la villocentesi la madre dovrà sottoporsi ad altri esami medici, come la verifica del gruppo sanguigno con relativo fattore Rh, test dell’HIV, verifica dell’epatite B e C.

 
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Varicocele

Post n°21 pubblicato il 01 Marzo 2012 da curavaricella
 

Il varicocele è una patologia che provoca gonfiore allo scroto. Il varicocele è dovuto alla dilatazione delle vene varicose o varici che drenano il sangue dai testicoli. Il sangue quindi non può scorrere normalmente dai testicoli al resto del corpo perché le vene risultano alterate e dilatate. Non c'è una sola causa che provoca il varicocele. In generale l’infiammazione inizia perché la vena spermatica che raccoglie il sangue dalle vene del testicolo, presenta un'anomalia. La malattia è più comune nei giovani dai 10 ai 19 anni e affligge il 30% degli uomini che presentano problemi di fertilità.

Il varicocele può essere asintomatico. Più generalmente però l'infiammazione si presenta con forti dolori. Il dolore può diminuita o addirittura scomparire quando si sta sdraiati. Tra i sintomi più comuni del varicocele c’è l’infertilità. I testicoli possono perdere le condizioni ottimali per sintetizzare lo sperma, e quindi la sua produzione può diminuire o addirittura scomparire. Lo scroto spesso assume una sembianza allargata e lo si avverte più pesante. Pesantezza e dolore al testicolo peggiorano soprattutto se si sta in piedi.

La diagnosi del varicocele è effettuata da un urologo, il quale inizierà chiedendo la storia clinica del paziente. La diagnosi consiste poi nell’analisi dei testicoli e nella palpazione della zona infiammata dello scroto. Si prescriverà quindi un’ecografia testicolare o Doppler. Si eseguirà anche un esame dello sperma per verificarne la fertilità. La cura del varicocele implica un operazione chirurgica. Esistono varie tecniche di approccio, tutte basate sull'identificazione del funicolo spermatico danneggiato e la conseguente legatura selettiva delle vene dilatate.

Il trattamento di un varicocele in modo tempestivo è in grado di invertire il ritardo nello sviluppo testicolare. In relazione a disturbi della fertilità la correzione si è dimostrata sanativa nella maggior parte dei pazienti. Si è quindi riscontrato un miglioramento nella qualità dello sperma con conseguente maggiore possibilità di avere figli.

 
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Eczema

Post n°20 pubblicato il 22 Febbraio 2012 da curavaricella
 

Che cos’è?

L’eczema è la più comune delle reazioni della pelle a molteplici fattori esterni (dermatiti esogene) e interni (dermatiti endogene). Si manifesta con lesioni infiammatorie della pelle a carattere vescicoloso e pruriginoso. Le mani e il volto sono le parti del corpo più colpite. Ma possono essere colpite anche molte altre zone della pelle. Le dermatiti eczematose esogene sono di diverso tipo: da contatto irritante, da contatto allergico, o di natura microbica. Le dermatiti eczematose endogene più frequenti, invece, sono: l’eczema atopico, l’eczema nummulare e la disidrosi.

Le cause?

L’eczema può riscontrarsi con un uso continuo di agenti manipolati nell’attività lavorativa. Un esempio è dato dall’eczema della casalinga. Esso è un eczema delle mani, provocato da un imprudente ed eccessivo contatto con i detersivi, o con gli altri prodotti chimici impiegati nei lavori domestici. La normale resistenza della pelle al contatto con le molte sostanze eczematogene di uso domestico e non viene spesso superata e in questo caso si manifesta l’eczema da contatto, che è frequentissimo. Un’altra possibile causa dell’eczema sono le intolleranze alimentari.

Sintomi

L’eczema ha vari sintomi che si manifestano anche nell’età infantile. L’eczema è caratterizzato da prurito (che ha un’intensità variabile a seconda del tipo di eczema), arrossamento, comparsa di piccole vescicole e formazione di croste.

Nell’eczema atopico si distingue la forma infantile che presenta croste e secrezioni localizzate soprattutto nel collo, negli arti e al volto, mentre in età adulta le zone sono più precise.

Nell’eczema di contatto, invece, l’uso sistematico della stessa sostanza responsabile causa arrossamento e successivamente l’eruzione di piccole vescicole da cui uscirà un essudato che seccandosi formerà delle croste.

Con la terapia, prescritta dal medico di famiglia o dal dermatologo, le croste degli eczemi si potranno rimuovere facilmente, poiché diventeranno squame. Se l’eczema, invece, cronicizza, la pelle diventa più spessa e ci sarà un’estensione della parte colpita.

Come si cura?

L’eczema si cura con un trattamento locale ( che si fonda sull’impiego di pomate, antistaminiche o cortisoniche) e/o terapia antistaminica per via orale. In alcuni casi, anche mediante opportune misure dietetiche, basate sui risultati di test allergologici.

 
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