Vasco Da Gama

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Storia del CR Vasco da Gama1947 - L'ESPRESSO DELLA VITTORIAIl Vasco aveva un attacco che spaventava qualsiasi difesa, Djalma, Maneca, Friaça (Dimas), Lelé (Ismael) e Chico. Al comando della squadra c'era Flávio Costa, che aveva vinto tre titoli (1942 / 43 / 44) con il Flamengo e che sostituiva Ernesto dos Santos, il tecnico della stagione fallimentare precedente.Dopo aver vinto con facilità il torneo Statale, facendo 40 gol in appena dieci partite, la squadra continuò a vincere contro i suoi avversari nel Carioca, mettendo a segno 68 reti in appena 20 partite. Nel girone di andata di questo campionato, il Vasco vinse contro il Canto do Rio per 14 a 1, facendo la più grande goleada nella storia del calcio professionale carioca. L'avversario tentò di evitare la vergogna, sostituendo il portiere nell'intervallo, quando il risultato era sul 5 a 0. Nella partita più difficile, contro il Botafogo di Heleno de Freitas, un pareggio senza gol garantì il titolo al Vasco. L'Espresso terminò il campionato senza alcuna sconfitta, con sette punti di vantaggio sulla squadra bianco-nera (Botafogo).1948 - IL VASCO CONQUISTA IL PRIMO TITOLO INTERNAZIONALE PER IL BRASILECon il ritorno di Ademir in squadra, arrivò un titolo molto importante nell'anno 1948. Il Vasco, in quanto campione del "Distrito Federal" fu invitato dal Colo Colo a disputare il "Torneio dos Campeões Sul Americanos" in Cile. Giocando contro le grandi squadre dei sette paesi del continente, in un girone di solo andata all'italiana, i cruzmaltini dominarono gli avversari e portarono il trofeo a casa senza aver subito alcuna sconfitta.La conquista del titolo cominciò ad essere delineata nella seconda partita, nella quale il Vasco inflisse un terribile 4 a 0 al temuto Nacional, squadra dell'Uruguay, dove giocava il cannoniere Atílio Garcia. Divenne più vicina quando il collettivo del São Januário riuscì a pareggiare, 1 a 1 , contro la squadra di casa. Ed infine, divenne realtà nell'eroico 0 a 0 contro il River Plate di Di Stefano, che aveva segnato 27 gol nel campionato argentino di quell'anno. In questa partita, che entrò nella storia del Vasco, Barbosa parò un rigore e l'arbitro annullò un gol al Vasco.Questa conquista rappresentò il primo titolo internazionale per il calcio brasiliano, sia per club sia per nazionali, questo fatto rafforza la fama di pionieri del Club del São Januário.1949 - RECORD DI GOL, UN ALTRO CAMPIONATO SENZA SCONFITTENel 1949 il Vasco contò sulla presenza di Heleno de Freitas al comando dell'attacco. Se la squadra aveva già spaventato gli avversari con delle goleadas storiche, quell' anno i portieri persero il conto di quante volte la palla entrò nelle loro porte. Furono segnati 84 gol in appena 20 partite, un record. E ancora un altro titolo senza sconfitte, sempre sotto la direzione tecnica di Flávio Costa.Il rivale Flamengo, che dal '44 non vinceva contro il Vasco, soffrì di nuovo a causa dell'Espresso. I rosso-neri arrivarono al risultato di 2 a 0 per loro, durante una partita disputata a casa loro (alla Gávea). Euforici, i flamenghisti davano per scontata la vittoria. Alla fine della partita il risultato era di 5 a 2 per i cruzmaltini, per la disperazione dell'avversario.1950 - LA BASE DELLA NAZIONALE, QUASI VINCITRICE DEL MONDIALE DEL 1950Il Brasile del 1950 fece delle prestazioni spettacolari, ma a causa di problemi politici e della vecchia rivalità Rio de Janeiro - São Paulo, perse il suo primo mondiale allo stadio Maracanã. La base della nazionale era la squadra del Vasco, reputata la migliore del Brasile, con cinque giocatori in campo: Barbosa, Augusto, Danilo, Chico e il cannoniere della Coppa de Mondo, l'idolo Ademir.1950 - L'ESPRESSO DELLA VITTORIA E LE GOLEADAS STORICHE
Espresso della VittoriaNel primo Campionato giocato nel Maracanã, il Vasco tornò all'abitudine di fare molti gol. Nella partita di debutto, il São Cristovão sentì il sapore amaro della sconfitta, subendo molti gol: 6 a 0. Dopo, i vascaini triturarono il Madureira (9 a 0), il Canto do Rio (7 a 0), il Bonsucesso (7 a 2) e il Fluminense (4 a 0), che nel girone di andata aveva sconfitto il Vasco per 2 a 1. L'ultima partita fu contro l'América, un'altra squadra che aveva sconfitto il Vasco nel primo girone. Il Vasco vinse (2 a 1) e portò un altro titolo al São Januário.Il soprannome "Espresso della Vittoria" nacque in un programma sportivo e musicale di "Rádio Nacional", che aveva in studio Lamartine Babo (famoso compositore e tifoso fanatico dell'América), tra gli altri. Lì, un cantante disse che avrebbe dedicato una composizione al Vasco, l"Espresso della Vittoria, una squadra che macinava gli avversari in campo. Chi raccontò questa storia fu Ademir, in una intervista alla "Folha do Esporte". Il nome scelto dal cantante, per omaggiare la più grande locomotiva di gol nella storia del Vasco, non poteva essere più opportuno. Con la fine dell'Espresso era arrivata l'ora della rinnovazione.1953 - LA RINNOVAZIONENel 1953, Vavá, Bellini, Sabará e altri giocatori di talento e forza furono inseriti definitivamente tra i titolari. L'anno cominciò bene per il Vasco. Nel "Quadrangular Internacional do Rio", disputato al Maracanã contro il Boca Juniors e il Racing, entrambi argentini, e il Flamengo, i cruzmaltini portarono a casa un altro titolo con due pareggi con gli argentini e un'altra goleada inflitta, 5 a 2, ai rosso-neri. In seguito, la squadra fu in Cile per disputare il "Torneio Internacional de Santiago". Vinse contro la squadra colombiana Milionários e, ancora una volta, contro il Colo Colo, con il risultato di 2 a 1, diventando, così, campione.1958 - IL PIONERISMO DEL VASCO, DI NUOVO, NEL GESTO DI BELLININel 1958, anno della Coppa del Mondo, il Vasco cedette Bellini, Orlando e Vavá alla Nazionale Brasiliana, per garantire la vittoria del primo titolo mondale. La competizione fu in Svezia e la finale contro i padroni di casa. Trascorsi i 90 minuti regolamentari, il risultato era di 5 a 2 per il Brasile, con due gol di Pelé, uno di Zagallo e due di Vavá. Toccò al capitano della nazionale, il nostro Bellini, alzare il trofeo "Coppa Jules Rimet" ed egli lo alzò sopra la testa, utilizzando entrambe le mani. Questo gesto divenne famoso e fu copiato da tutti i capitani delle nazionali che vinsero i Mondiali.