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Vasco Da Gama

C.R. Vasco da Gama - Rio de Janeiro - Brasil

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VASCO DA GAMA ONLINE

Post n°33 pubblicato il 14 Maggio 2009 da vascodagamabrasil
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Storia del CR Vasco da Gama

1947 - L'ESPRESSO DELLA VITTORIA

Il Vasco aveva un attacco che spaventava qualsiasi difesa, Djalma, Maneca, Friaça (Dimas), Lelé (Ismael) e Chico. Al comando della squadra c'era Flávio Costa, che aveva vinto tre titoli (1942 / 43 / 44) con il Flamengo e che sostituiva Ernesto dos Santos, il tecnico della stagione fallimentare precedente.

Dopo aver vinto con facilità il torneo Statale, facendo 40 gol in appena dieci partite, la squadra continuò a vincere contro i suoi avversari nel Carioca, mettendo a segno 68 reti in appena 20 partite. Nel girone di andata di questo campionato, il Vasco vinse contro il Canto do Rio per 14 a 1, facendo la più grande goleada nella storia del calcio professionale carioca. L'avversario tentò di evitare la vergogna, sostituendo il portiere nell'intervallo, quando il risultato era sul 5 a 0.

Nella partita più difficile, contro il Botafogo di Heleno de Freitas, un pareggio senza gol garantì il titolo al Vasco. L'Espresso terminò il campionato senza alcuna sconfitta, con sette punti di vantaggio sulla squadra bianco-nera (Botafogo).

1948 - IL VASCO CONQUISTA IL PRIMO TITOLO INTERNAZIONALE PER IL BRASILE

Con il ritorno di Ademir in squadra, arrivò un titolo molto importante nell'anno 1948. Il Vasco, in quanto campione del "Distrito Federal" fu invitato dal Colo Colo a disputare il "Torneio dos Campeões Sul Americanos" in Cile. Giocando contro le grandi squadre dei sette paesi del continente, in un girone di solo andata all'italiana, i cruzmaltini dominarono gli avversari e portarono il trofeo a casa senza aver subito alcuna sconfitta.

La conquista del titolo cominciò ad essere delineata nella seconda partita, nella quale il Vasco inflisse un terribile 4 a 0 al temuto Nacional, squadra dell'Uruguay, dove giocava il cannoniere Atílio Garcia. Divenne più vicina quando il collettivo del São Januário riuscì a pareggiare, 1 a 1 , contro la squadra di casa. Ed infine, divenne realtà nell'eroico 0 a 0 contro il River Plate di Di Stefano, che aveva segnato 27 gol nel campionato argentino di quell'anno. In questa partita, che entrò nella storia del Vasco, Barbosa parò un rigore e l'arbitro annullò un gol al Vasco.

Questa conquista rappresentò il primo titolo internazionale per il calcio brasiliano, sia per club sia per nazionali, questo fatto rafforza la fama di pionieri del Club del São Januário.

1949 - RECORD DI GOL, UN ALTRO CAMPIONATO SENZA SCONFITTE

Nel 1949 il Vasco contò sulla presenza di Heleno de Freitas al comando dell'attacco. Se la squadra aveva già spaventato gli avversari con delle goleadas storiche, quell' anno i portieri persero il conto di quante volte la palla entrò nelle loro porte. Furono segnati 84 gol in appena 20 partite, un record. E ancora un altro titolo senza sconfitte, sempre sotto la direzione tecnica di Flávio Costa.

Il rivale Flamengo, che dal '44 non vinceva contro il Vasco, soffrì di nuovo a causa dell'Espresso. I rosso-neri arrivarono al risultato di 2 a 0 per loro, durante una partita disputata a casa loro (alla Gávea). Euforici, i flamenghisti davano per scontata la vittoria. Alla fine della partita il risultato era di 5 a 2 per i cruzmaltini, per la disperazione dell'avversario.

1950 - LA BASE DELLA NAZIONALE, QUASI VINCITRICE DEL MONDIALE DEL 1950

Il Brasile del 1950 fece delle prestazioni spettacolari, ma a causa di problemi politici e della vecchia rivalità Rio de Janeiro - São Paulo, perse il suo primo mondiale allo stadio Maracanã. La base della nazionale era la squadra del Vasco, reputata la migliore del Brasile, con cinque giocatori in campo: Barbosa, Augusto, Danilo, Chico e il cannoniere della Coppa de Mondo, l'idolo Ademir.

1950 - L'ESPRESSO DELLA VITTORIA E LE GOLEADAS STORICHE


Espresso della Vittoria
Nel primo Campionato giocato nel Maracanã, il Vasco tornò all'abitudine di fare molti gol. Nella partita di debutto, il São Cristovão sentì il sapore amaro della sconfitta, subendo molti gol: 6 a 0. Dopo, i vascaini triturarono il Madureira (9 a 0), il Canto do Rio (7 a 0), il Bonsucesso (7 a 2) e il Fluminense (4 a 0), che nel girone di andata aveva sconfitto il Vasco per 2 a 1. L'ultima partita fu contro l'América, un'altra squadra che aveva sconfitto il Vasco nel primo girone. Il Vasco vinse (2 a 1) e portò un altro titolo al São Januário.

Il soprannome "Espresso della Vittoria" nacque in un programma sportivo e musicale di "Rádio Nacional", che aveva in studio Lamartine Babo (famoso compositore e tifoso fanatico dell'América), tra gli altri. Lì, un cantante disse che avrebbe dedicato una composizione al Vasco, l"Espresso della Vittoria, una squadra che macinava gli avversari in campo. Chi raccontò questa storia fu Ademir, in una intervista alla "Folha do Esporte". Il nome scelto dal cantante, per omaggiare la più grande locomotiva di gol nella storia del Vasco, non poteva essere più opportuno. Con la fine dell'Espresso era arrivata l'ora della rinnovazione.

1953 - LA RINNOVAZIONE

Nel 1953, Vavá, Bellini, Sabará e altri giocatori di talento e forza furono inseriti definitivamente tra i titolari. L'anno cominciò bene per il Vasco. Nel "Quadrangular Internacional do Rio", disputato al Maracanã contro il Boca Juniors e il Racing, entrambi argentini, e il Flamengo, i cruzmaltini portarono a casa un altro titolo con due pareggi con gli argentini e un'altra goleada inflitta, 5 a 2, ai rosso-neri. In seguito, la squadra fu in Cile per disputare il "Torneio Internacional de Santiago". Vinse contro la squadra colombiana Milionários e, ancora una volta, contro il Colo Colo, con il risultato di 2 a 1, diventando, così, campione.

1958 - IL PIONERISMO DEL VASCO, DI NUOVO, NEL GESTO DI BELLINI

Nel 1958, anno della Coppa del Mondo, il Vasco cedette Bellini, Orlando e Vavá alla Nazionale Brasiliana, per garantire la vittoria del primo titolo mondale. La competizione fu in Svezia e la finale contro i padroni di casa. Trascorsi i 90 minuti regolamentari, il risultato era di 5 a 2 per il Brasile, con due gol di Pelé, uno di Zagallo e due di Vavá. Toccò al capitano della nazionale, il nostro Bellini, alzare il trofeo "Coppa Jules Rimet" ed egli lo alzò sopra la testa, utilizzando entrambe le mani. Questo gesto divenne famoso e fu copiato da tutti i capitani delle nazionali che vinsero i Mondiali.

 
 
 

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Post n°32 pubblicato il 14 Maggio 2009 da vascodagamabrasil
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Storia del CR Vasco da Gama

1898 – LA FONDAZIONE


Francisco Gonçalves,
Il primo Presidente

Il secolo XIX aveva i giorni contati. Prudente de Morais, il terzo presidente della nostra Repubblica, finiva il suo mandato. Rio de Janeiro, Distretto Federale, con poco più di 500 mila abitanti, era il luogo preferito dei giovani che partecipavano agli spettacoli e recitavano poesie. In questo ambiente culturale, il canottaggio era uno dei pochi sport a godere di prestigio nella città. La domenica, una piccola e educata folla si riuniva nei pressi di Passeio Público e di Rua Santa Luzia per vedere, nelle acque limpide della Báia de Guanabara, le competizioni tra le barche dei club e i loro canottieri.

In questo periodo, quattro giovani - Henrique Ferreira Monteiro, Luís Antônio Rodrigues, José Alexandre d' Aveilar Rodrigues e Manuel Teixeira de Souza Júnior, stanchi di andare fino a Niterói per remare con le barche del Club Gragoatá, decisero di fondare un club di canottaggio.

Dopo una riunione nella casa di uno di loro, in Rua Teófilo Ottoni 90, il numero degli interessati aumentò, e gli incontri vennero organizzati nel "Clube Recreativo Arcas Comercial" (Rua São Pedro). L'idea era far aderire al Club i cassieri portoghesi, che avrebbero voluto praticare dello sport e non avevano abbastanza denaro per il ciclismo, in voga in quel periodo.

Arrivò l'ora della fondazione. Con 62 soci presenti, il 21 agosto del 1898, nel "Clube Dramático Filhos de Talma" (Rua da Saúde, 293), nacque un gigante che fu chiamato "Club de Regatas Vasco da Gama". La riunione fu presieduta da Gaspar de Castro, che invitò, come segretari, Virgilio Carvalho do Amaral e Henrique Teixeira Alegria.


IL CANOTTAGGIO, LA PRIMA ATTIVITA' SPORTIVA

L'acquisto delle barche era una priorità per il Vasco. Ogni socio investì una quota e, con molto sforzo, vennero comprate le imbarcazioni Zoca, Valdoda e Volúvel, che erano conformi alle caratteristiche richieste dalla "União de Regatas Fluminense", organo che regolava gli sport nautici a Rio.

Il 4 giugno del 1899 il Vasco vinse la sua prima regata, nella classe dei nuovi, con la barca Volúvel, di sei remi. Il trofeo denominato Vasco da Gama, in omaggio al nuovo club, fu vinto da un equipaggio composto dal padrone Alberto de Casto e i canottieri José Lopes de Freitas, José Cunha, José Pereira Buda de Melo, Joaquim de Oliveira Campos, Antônio Frazão e Carlos Batista Rodrigues.

L'anno 1900 segnò una pietra miliare nella storica rivalità con il Flamengo. Il primo trofeo della storia del canottaggio brasiliano, che aveva il nome del club della "Gávea" (sede storica del Flamengo), fu vinto dalla barca del Vasco.

Il destino del Vasco sempre fu la vittoria. Con gli affezionati tifosi che assistevano alle gare nel balconcino costruito da Pereira Passos, ai margini della Báia de Guanabara, il primo titolo statale non tardò ad arrivare. E venne per due anni consecutivi, 1905 e 1906. Nell'anno del bis, il giorno 26 agosto, i canottieri vascaini diedero un altro duro colpo al rivale, vincendo un'altra volta il trofeo "Club de Regatas do Flamengo".

La prima vittoria di tre titoli consecutivi da parte del Vasco, e anche nella storia del canottaggio carioca (aggettivo usato per riferirsi a persone, cose o avvenimenti della città di Rio de Janeiro), avvenne nel 1912, 1913 e 1914, con le imbarcazioni Meteoro e Perreira Passos.

1904 - UNA SFIDA AL RAZZISMO

I vascaini elessero il primo presidente non-bianco nella storia dei club sportivi in attività a Rio. In un che aveva sempre un garofano bianco all'occhiello, amministrò in modo esemplare, presentando il Vasco come un club aperto e senza pregiudizi.

1915 - NASCE IL CALCIO NEL VASCO

Con il successo nel mare, era giunto il momento di alzare la bandiera vascaina in altre attività sportive.

Arrivato dall'Inghilterra, il calcio, dopo un timido inizio nei primi anni del secolo, cominciò a guadagnare forza e popolarità nell'ambiente carioca. Nel 1913, una squadra portoghese venne a Rio, a seguito di un invito del Botafogo, per disputare alcune partite amichevoli. Nonostante la sonora sconfitta rimediata dalla loro squadra in trasferta, la colonia lusitana non rinunciò alla pratica dello sport bretone. In poco tempo, i portoghesi, che si erano stabiliti a Rio, formarono i loro club per la pratica di questa attività sportiva: il Centro Esportivo Português, il Lusitano e il Lusitânia. Dei tre, l'unico che sopravvisse fu il Lusitânia, il cui statuto prevedeva che solo i portoghesi potessero giocare tra le sue file.

La dirigenza del Vasco, interessata sin dall'inizio del decennio a formare una squadra di calcio, tentava di convincere la squadra lusitana a fondersi con il club di canottaggio. L'unico impedimento era la restrizione di nazionalità. Il Vasco, però, affermava la fratellanza tra tutte le razze, inoltre il regolamento della "Liga Metropolitana de Sports Athleticos" (LMSA), che promuoveva il calcio a Rio, impediva la partecipazione di club senza brasiliani tra le sue file. Il Lusitânia cedette e accettò la fusione.


Adão ha segnato il primo goal nella storia del CR Vasco da Gama
Il giorno 26 novembre 1915, nacque il calcio del Vasco. Circa cinque mesi più tardi, il giorno 3 maggio 1915, vestendo una maglia nera con la Croce dell'Ordine di Cristo - erroneamente chiamata Croce di Malta - all'altezza del cuore, la squadra del Vasco debuttò, nel campo del Botafogo, contro il Paladino Futebol Clube, nella terza divisione della "Liga Metropolitana de Sports Athleticos" (LMSA)". Il risultato non fu entusiasmante: 10 a 1 per l'avversario. Il gol della bandiera dei cruzmaltini, primo gol nella storia del Vasco, fu fatto da Adão Brandão, un portoghese che era stato inviato dal padre a Rio con l'intento di castigarlo, visto che il genitore non gli perdonava la mancanza di amore per lo studio.

Durante il periodo amatoriale, Adão lasciò traccia nel club come atleta polivalente, che si impegnava sia nel calcio sia in altri sport, come atletica, canottaggio, nuoto e pallanuoto. Giocò a calcio fino al 1933, quando lo sport divenne professionale nell'allora Distretto Federale.

Le sconfitte nelle gare iniziali non fecero perdere d'animo alla squadra. La prima vittoria arrivò poco tempo dopo, il giorno 29 ottobre 1916: il Vasco vinse contro la Associação Atlética River São Bento con un magro, ma convincente 2 a 1. I gol che diedero l'allegria ai vascaini furono di Alberto Costa Júnior e Cândido Almeida. La partita disputata nel campo del São Cristovão, in Rua Figueira de Mello, valeva punti per la terza divisione della LMSA. Purtroppo, il risultato positivo non fu sufficiente per migliorare la posizione e la squadra del São Januário (futura sede storica del Vasco) finì all'ultimo posto.

Nel 1917, la LMSA fu riformata e fu chiamata "Liga Metropolitana de Desportos Terrestres" (LMTD). Il numero di partecipanti in ogni divisione aumentò a dieci e i sei club della terza divisione - incluso il Vasco - furono promossi alla seconda. Nel campionato di quell'anno, il Catete vinse il titolo, ma la squadra cruzmaltina cominciò a mostrare la sua forza, con nove vittorie in 16 partite e il quarto posto nella classifica generale. L'anno seguente, il titolo fu conquistato dall'Americano, squadra della capitale, ma il Vasco arrivò ancora più in alto, finendo il campionato in terza posizione.

Nel 1919 vinse il Palmeiras, il Vasco, sempre con nove vittorie, arrivò alla quinta posizione. L'anno successivo, un quarto posto. Nel campionato del 1921, la "Liga Metropolitana", riordinò le divisioni, dividendo la Prima in due categorie: A e B. Il Vasco fu collocato nella B, e i buoni risultati non tardarono ad arrivare. I cruzmaltini arrivarono ancora più in alto, due posti dietro alla squadra vincitrice, la Villa Isabel.

 
 
 

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Post n°31 pubblicato il 14 Maggio 2009 da vascodagamabrasil
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1922 - L'ARRIVO ALLA PRIMA DIVISIONE DEL CALCIO

La redenzione arriva nel 1922. Il Vasco vinse in Serie B in tutti i campi in cui giocò. Chi stava nello stadio di Rua Morais e Silva, il giorno 17 luglio di quell'anno, vide la squadra di casa massacrare il Carioca, imponendogli un umiliante 8 a 3, e alzare la "Taça (coppa) Costantino", la prima nella storia del calcio del club.

La formazione, comandata dal rigoroso tecnico uruguaiano Ramón Platero, giocò con Nélson, Mingete e Leitão, Nolasco, Bráulio e Artur, Pascoal, Cardoso Pires, Torterolli, Claudionor e Negrito. Il cannoniere fu Claudionor che segnò quattro gol, seguito da Cardos Pires, con due. Pascoal e Torterolli ne fecero uno ciascuno.

Oltre al titolo, la goleada diede al Vasco la possibilità di cui aveva bisogno per stare tra le grandi, nella serie A della Prima Divisione, e mostrare il suo valore. Con un collettivo sempre migliore e una tifoseria che cominciava a mostrare la sua forza nei dintorni di Rio, sarebbe stato più facile del previsto. Ma, prima, la squadra avrebbe dovuto affrontare il São Cristovão, ultimo classificato della Divisione Principale del 1922, per guadagnare un posto tra le grandi. Con un pareggio senza gol, il Vasco vinse la desiderata promozione e il São Cristovão non retrocesse.

1923 - IL PRIMO TITULO SUBITO DOPO IL DEBUTTO TRA LE GRANDI


Il primo campioni tra i grandi club

L'anno successivo, con i cariocas che ancora piangevano per la morte di Ruy Barbosa (scrittore e giurista brasiliano), la squadra entrò nella lotta per il titolo principale della città. Il Vasco, un club che non godeva di alcun credito, veniva da un campionato in cui gli avversari erano deboli. E avrebbe affrontato le grandi come Flamengo, Fluminense, Botafogo e América.

Un fatto destò, però, l'attenzione. Mentre le squadre che disputavano la Serie A erano formate esclusivamente da giovani che provenivano dalle migliori famiglie cariocas, il Vasco arrivava in campionato con una squadra composta in maggior parte da neri e operai, tutti reclutati nei terreni spogli della periferia carioca. Il tecnico Ramón Platero costringeva i giocatori a un ritmo allucinante di allenamento, li faceva correre ogni giorno dal campo del Vasco, nell'allora Rua Morais e Silva, nella Quinta da Boa Vista, fino a Praça Barão de Drumond, nella Vila Isabel. Le squadre grandi, nonostante gli avvertimenti, non si resero conto della forza del Vasco.

Dopo un pareggio di 1 a 1 con l'Andaraí, al General Severiano, la nave vascaina salpò nel campionato e stritolò i suoi avversari, utilizzando sempre una tecnica infallibile. Poiché la preparazione atletica della squadra era nettamente superiore a quella delle altre, Platero faceva giocare il primo tempo ad un ritmo lento, per annientare gli avversari nel secondo. Tutte le 11 vittorie del campionato furono raggiunte negli ultimi 45 minuti.

Alla fine del primo girone, il Vasco già presentava dei numeri spaventosi per gli avversari: sei vittorie e solo un pareggio, al debutto nel campionato. La squadra cruzmaltina seguiva il suo cammino verso il successo anche nel secondo girone, quando affrontò un vecchio rivale di canottaggio, il Flamengo. La prima volta in cui le squadre si erano affrontate, nel turno precedente, il Vasco aveva vinto 3 a 1. Le casacche nere - soprannome dato ai giocatori vascaini a causa dell'uniforme - avevano massacrato gli avversari, ed erano pronte a vincere ancora contro la squadra "rubo-negro" ( rosso - nera ).

Domenica, 8 luglio 1923. Il titolo "Classico dei Milioni", che più tardi indicò il confronto tra le due rivali, potrebbe essere stato inventato quel pomeriggio, nel campo del Fluminense, nell'allora Rua Guanabara.

La "Liga Metropolitana", responsabile dell'organizzazione del campionato e attenta alla riscossione del denaro, mise in vendita più biglietti rispetto ai posti disponibili. Il risultato fu raccontato nei giornali dell'epoca: " Più di 35 mila persone, senza esagerare, riempivano le tribune del tricolore (soprannome del Fluminense)" , scrisse "O Imparcial". Poiché tutti i posti disponibili erano già occupati, molti tifosi scavalcarono la rete di recinzione, che separava il campo, per assistere alla partita dalla pista di atletica. L'interesse verso quella partita era giustificabile: i vascaini avevano vinto contro tutti i club di Rio e ciò che si vede quel pomeriggio, fu una riunione di tifosi di tutte le squadre contro le terribili casacche nere. Il Flamengo segnò subito e prestò aumentò il vantaggio, arrivando così al 2 a 0. All'inizio del secondo tempo il Cecy diminuì lo svantaggio del Club vascaino, ma in seguito i rosso - neri andarono in gol con un altro marcatore. A quattro minuti dalla fine, Arlindo segnò il secondo gol per il Vasco, portando, così, il risultato sul 3 a 2 per il Flamengo. Successivamente, ci fu una forte pressione dei vascaini, ma il Flamengo riuscì a mantenere il risultato. Questa partita generò una polemica storica. I cruzmaltini affermano, ancora oggi, di aver segnato un terzo gol, ingiustamente annullato dall'arbitro. Ma non si ha traccia di questo errore nella stampa di Rio.

Resta un dubbio nella testa di alcuni tifosi vascaini: forse assieme alla tifoseria avversaria, che riempiva lo stadio, anche i giornalisti tifavano contro le casacche nere….Nonostante la sconfitta contro la rivale, il Vasco, che era partito con le carte in regola per vincere il titolo, non si demoralizzò.

Grazie agli ottimi pasti che venivano preparati loro nel ristorante "Filhos do Céu", in Praça da Bandiera, e ben riposati, grazie all'alloggio fornito nel dormitorio del club, i giocatori cruzmaltini affrontarono in seguito l'América, il Fluminense e il São Cristovão. I vascaini usarono, sia contro i rossi (soprannome dell'América) sia contro la squadra tricolore, la stessa tecnica utilizzata in passato e vinsero sempre grazie a un 2 a 1 raggiunto nel secondo tempo. Una vittoria contro il São Cristovão, nella penultima giornata, avrebbe dato il titolo in anticipo ai cruzmaltini. Perciò, l'avversario partì subito in attacco e segnò per primo, e aumentò il vantaggio in seguito. Con un risultato di 2 a 0 a favore, il pubblico che tifava contro il Vasco pensò che le sorti della partita fossero già delineate. Nonostante tutto, ancora una volta, la strategia de Ramón Platero funzionò, e nel secondo tempo, la squadra vascaina entrò in campo con ancora molto fiato da spendere e riuscì a capovolgere il risultato della partita, portandolo a 3 a 2 per il Vasco. Un gol fu segnato da Cecy e gli altri 2 da Negrito.

Le casacche nere, nell'anno del loro debutto nella Serie A della Prima Divisione, divennero campioni a pieno merito, con la seguente formazione: Nélson, Leitão e Mingete, Nicolino, Claudionor e Artur, Pascoal, Torterolli, Arlindo, Cecy e Negrito.

1924 - IL VASCO CREA IL "BICHO" NEL CALCIO (LETTERALMENTE, "BICHO" SIGNIFICA ANIMALE, MA CON QUESTO TERMINE SI INDICA ANCHE IL PREMIO PARTITA)

In questo campionato il Vasco inventò una forma creativa per pagare i suoi giocatori. Nei mercati di generi alimentari di Saúde e di Rua do Russel, i portoghesi avevano l'abitudine di scommettere sulla vittoria del Vasco.

Poiché vincevano quasi sempre, decisero di dividere il guadagno con i giocatori. Però, gli atleti non potevano ricevere del denaro, visto che giocavano a livello amatoriale. Venne creata, così, una tabella, che prevedeva la vincita di un animale a seconda dell'importanza dell'avversario battuto. L'América, nel campionato del '22, valeva una mucca con tutte e quattro le zampe. Il Flamengo, che aveva vinto il titolo nel '20 e nel '21, valeva anch'esso una mucca, ma una zampa di essa veniva "trattenuta", quindi il premio, in caso di vittoria contro il Flamengo, era una mucca con "tre zampe". Vincere contro il tricolore carioca dava diritto a ricevere due pecore e un maiale. Anche la vittoria contro il Botafogo e le altre squadre garantiva la vincita di qualche animale, il gallo era il premio base e, a seconda dell'importanza dell'avversario, si potevano vincere animali di una taglia maggiore.

Era stato creato il "bicho", un tipo di premiazione per il buon risultato conseguito durante una partita e che presto sarebbe diventato una istituzione nel calcio brasiliano.

1924 - UNA RESISTENZA ALLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE E SOCIALE

Durante la presidenza di Arthur Bernardes, la squadra del Vasco vinceva quasi tutte le partite che disputava e anche i tornei. Dopo aver schiacciato gli avversari l'anno precedente, nel 1924 il Vasco era il nemico numero 1 delle maggiori tifoserie cariocas. Un rivale da essere battuto, in qualsiasi modo.

Visto che era difficile batterlo in campo, i dirigenti dei club rivali decisero di controllare la regolarità delle posizioni professionali e sociali delle casacche nere, dato che il calcio continuava ad essere uno sport amatoriale e i giocatori non potevano ricevere un compenso per la loro attività sportiva. Un vero e proprio colpo basso per estromettere il Vasco dalle competizioni.

Perciò, i vascaini aggirarono le leggi della "Liga Metropolitana", registrando i loro giocatori come dipendenti degli stabilimenti commerciali dei portoghesi.

Non soddisfatti, i membri del sindacato dell'ente decisero di controllare la veridicità delle informazioni. Il tricolore Reis Carneiro, il rosso Armando de Paula Freitas e il rosso-nero Diocésano Ferreira si stancarono di bussare alla porta delle imprese portoghesi e sentirsi dire che i giocatori, o meglio gli impiegati, erano fuori per delle commissioni.

Il controllo delle professioni dei giocatori era, in realtà, illegittimo. Sotto banco, molti atleti dei grandi club di Rio già ricevevano un compenso per giocare. Ciò che dava fastidio, era l'origine dei giocatori del Vasco: una squadra formata da neri, mulatti e operai, reclutati nelle aree povere della città di Rio de Janeiro. E, oltretutto, vincitori di trofei.

Dopo aver esaurito tutte le possibilità di far ritirare il Vasco dalle competizioni, secondo le regole vigenti nel regolamento della "Liga Metropolitana", gli avversari chiesero la creazione di un nuovo organo, la "Associação Metropolitana de Esportes Atléticos" (AMEA). Furono accettate le inscrizioni di tutte le grandi, e, ovviamente, fu rifiutata quella del Vasco. Con una argomentazione per nulla convincente. Secondo i dirigenti avversari, la squadra cruzmaltina era formata da atleti di cui non si conosceva la professione e il club non aveva uno stadio in buone condizioni.

Era vero, che il campo di Rua Morais e Silva non aveva le infrastrutture di cui il Vasco aveva bisogno, ma non era questo il problema. Ciò fu molto chiaro nella proposta fatta dalla AMEA, che chiedeva l'esclusione di 12 giocatori dalla competizione, in quanto neri e operai. Il Vasco rifiutò la proposta con una lettera, entrata nella storia, di José Augusto Prestes, allora presidente cruzmaltino, all'allora presidente della AMEA, Arnaldo Guinle:

"Siamo certi che Sua Eccellenza, sarà il primo a riconoscere che sarebbe un atto indegno da parte nostra sacrificare al desiderio di affiliarsi all'AMEA, alcuni di coloro che lottarono per ottenere, tra le tante vittorie, quella del campionato di calcio della città di Rio de Janeiro nel 1923", argomentò Prestes. Egli proseguì difendendo i suoi atleti. "Questi dodici giovani giocatori, quasi tutti brasiliani, sono all'inizio della loro carriera e il provvedimento che può pregiudicali, non sarà mai praticato né con l'appoggio dei dirigenti della casa che li ha accolti, né sotto la bandiera che loro, con tanta bravura, hanno coperto di gloria". E finì, decidendo di non far parte del nuovo ente "Essendo questi i termini, siamo spiacenti di comunicare a Sua Eccellenza , che rinunciamo ad essere membri dell'AMEA".

Senza un campo in buone condizioni e vittima del razzismo da parte degli avversari, il Vasco restò a disputare, con altri 21 club di minor importanza, il campionato della abbandonata "Liga Metropolitana de Desportos Terrestres". Sedici vittorie dopo, senza alcun pareggio e alcuna sconfitta, le casacche nere vinsero il campionato di nuovo facilmente. Nelle due partite finali, nel campo dell'Andaraí, il Vasco vinse per 5 a 0 contro l'Engenho de Dentro e vinse facilmente anche contro il Bonsucesso. La formazione era più o meno quella dell'anno precedente, con solo due sostituzioni: Nicolino al posto di Brilhante e Arlindo al posto di Russino. Ramón Platero era sempre il tecnico.

L'anno successivo, grazie all'intervento di Carlito Rocha, dirigente del Botafogo e arbitro della partita contro il Flamengo che suscitò tante polemiche nel 1923, il Vasco fu ammesso nell'AMEA. Il club giocava nel campo dell'Andaraí, dove oggi c'è lo Shopping Iguatemi, ma i suoi dirigenti volevano costruire un bello stadio di calcio. E, indirettamente, dare uno schiaffo morale a coloro che, tempo prima, avevano allontanato le casacche nere dalla competizione con le grandi.

 
 
 

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Post n°30 pubblicato il 14 Maggio 2009 da vascodagamabrasil
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Storia del CR Vasco da Gama

INTRODUZIONE

La storia gloriosa del "Club di Regatas Vasco da Gama" è piena di fatti importantissimi. Il nostro Club ha scritto alcune delle più belle pagine dello sport brasiliano. E' stato un compito molto difficile scegliere tra i tanti fatti , quelli che potessero rappresentare al meglio l'inizio della storia vascaina. Alla fine abbiamo scelto, tra i tanti avvenimenti rilevanti, il provvedimento preso dal Dottor José Augusto Prestes, Presidente del Vasco nel 1924, che non permise che il nostro Club si assoggettasse ad alcune imposizioni, come l'esclusione, tra le sue file, degli atleti neri e di quelli poveri. Riportiamo, di seguito, la lettera magistrale del nostro Presidente di allora, un documento che ha tracce di pionierismo, indipendenza e, soprattutto, giustizia sociale, che caratterizzano il Club di Regatas Vasco da Gama.

Rio de Janeiro, 7 aprile 1924
Atto n° 261

Eccellentissimo Dottor Arnaldo Guinle
Presidente della Associazione Metropolitana degli Sport Atletici

Le decisioni divulgate oggi dalla stampa, prese nella riunione di ieri dagli alti funzionari della Associazione, che Sua Eccellenza degnamente presiede, pongono il Club di Regatas Vasco da Gama in una situazione di tale inferiorità, che non può essere assolutamente giustificata né dalla deficienza del nostro campo, né dalla semplicità della nostra sede, né dalla condizione modesta di un gran numero dei nostri associati.
I privilegi concessi ai cinque club fondatori della AMEA e la forma in cui sarà esercitato il diritto di discussione e voto, e fatte le future classifiche, ci obbligano ad alzare le nostre proteste contro le citate decisioni.
Quanto alla condizione di eliminare dodici (12) dei nostri giocatori dalla squadra, la dirigenza del Club di Regatas Vasco da Gama ha deciso ad unanimità di non accettarla, poiché non riconosce, come legittima, l'inchiesta fatta sulle condizioni sociali dei nostri consoci, inchiesta discussa in un tribunale dove non eravamo né rappresentati né difesi.
Siamo certi che Sua Eccellenza, sarà il primo a riconoscere che sarebbe un atto indegno da parte nostra sacrificare al desiderio di affiliarsi all'AMEA, alcuni di coloro che lottarono per ottenere, tra le tante vittorie, quella del campionato di calcio della città di Rio de Janeiro nel 1923.
Questi dodici giovani giocatori, quasi tutti brasiliani, sono all'inizio della loro carriera e il provvedimento che può pregiudicarli, non sarà mai praticato né con l'appoggio dei dirigenti della casa che li ha accolti, né sotto la bandiera che loro, con tanta bravura, hanno coperto di gloria.
Essendo questi i termini, siamo spiacenti di comunicare a Sua Eccellenza , che rinunciamo ad essere membri dell'AMEA.
Voglia Sua Eccellenza accettare le manifestazioni di considerazione e stima di colui che ha l'onore di scriverLe. Grazie

Dottore Marcello Moschen

 
 
 

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Post n°29 pubblicato il 14 Maggio 2009 da vascodagamabrasil
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Gritos Populares

Grito de Casaca
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O grito de guerra da torcida do Vasco é mais antigo que o estádio de São Januário. Mas a origem é controversa. Há duas versões conhecidas para o grito:

  • Segundo o sr. Feliciano Peixoto, o "Ramona", ex-remador do Vasco e integrante da turma da Fuzarca:

Na década de 1920, alguns clubes que disputavam os campeonatos de regatas - Internacional de Regatas, Boqueirão e Vasco da Gama - ainda não possuíam sede própria. Seus atletas se reuniam na rua. Como não tinham local para se encontrar, os atletas de remo e natação da época eram identificados como grupos. Cada grupo recebia uma denominação. Assim é que o Internacional de Regatas criou o Grupo dos Lindos. Para não ficar atrás, o Boqueirão denominou sua turma de Grupo das Garrafas e no Vasco surgiu o Grupo dos Supimpas.

Os integrantes do Grupo dos Supimpas, como todos os outros, jovens, começaram a promever reuniões festivas que se chamavam "reco-reco" e seus participantes ficaram conhecidos como turma da Fuzarca. Fuzarca significa simplesmente farra.

A turma da Fuzarca foi crescendo, se ampliando e ganhando vida própria. Os Sumpimpas resolveram criar concursos de natação, remo e polo aquático, além de outras festinhas para reunir o pessoal. Foi construída uma quadra de vôlei, em um terreno localizado na rua México, no Centro, onde passou a se reunir a nata do remo, da natação e do pólo aquático do Rio.

Sempre, após os treinos, lá iam eles para quadra de vôlei, onde praticavam esse esporte e se divertiam. Tornaram-se tão amigos todos eles, que muitos foram se transferido para o Vasco, após a construção de São Januário.

Havia um outro motivo que os reunia, além do remo, da natação e do pólo aquático: as lindas praias da época, como o Calabouço e, principalmente, a praia das Virtudes, a mais concorrida.

Na praia do Calabouço, o Vasco e os clubes reuniam seus atletas para competir. Na praia das Virtudes, que ficava em frente à Santa Casa de Misericórdia e à Igreja Santa Luzia, se concentravam jovens do Centro, da Cidade Nova, da Lapa, de Santa Tereza e adjacências.

Havia um animador que ficava na beira da praia e era um verdadeiro sucesso entre os jovens. Era Claudionor Provenzano, que realizava entre outras promoções banhos de mar a fantasia.

O grupo aquático Os Supimpas se fazia presente sempre. Seus integrantes desfilavam com o corpo todo pintado. A turma da Fuzarca, já em grande número, se divertia muito, enquanto o bloco dos Supimpas ia dançando e cantando. Essas festas se arrastavam pelo ano, mesmo fora de épocas como a do Carnaval.

Os Supimpas desfilavam da quadra de vôlei na México até a Praia das Virtudes. Ali, foi introduzido o Casaca para fazer rima com Fuzarca, exatamente na quadra de vôlei, cantado pelos remadores. Os próprios atletas divulgavam o grito das animadas festas da praia.

Dos dias de carnaval para as competições, o grito de guerra de um grupo de atletas do Vasco foi tomando conta de todos os locais onde o Vasco disputava competições.

Passou a acompanhar as competições e os jogos de futebol. Inicialmente, o grito de Casaca era puxado por Francisco Vieira Salinas, o "Bambu", acompanhado pelos três outros sócios da turma da Fuzarca : Carlos Martins dos Santos, o "Carlinhos", Mário Muto, o "Cocó", e o próprio "Ramona", ou Feliciano Peixoto.

Bambu iniciou e outros atletas foram seguindo, além dos sócios da turma da Fuzarca. Ao terminar as festas, encerradas as músicas, os cantos e as danças, todos puxavam o Casaca, que passou a ser uma espécie de hino às vitórias. Dos quatro sócios iniciais, a turma da Fuzarca foi ganhando participação maciça dos atletas e torcedores.

O futebol começava a dar largas passadas rumo ao sucesso e ao crescimento como esporte de massa. Ganhava adeptos dentro e fora do campo. Logo os vascaínos se encarregaram de transportar o Casaca da rua e das competições de esporte amador para os estádios.

  • Segundo o sr. Mario Lamosa:

Os remadores do Vasco eram jovens que gostavam de frequentar festas. Um belo dia numa festa com traje a rigor, os atletas, depois de terem bebido muito, começaram a tirar seus paletós (casacas) e gritar "casaca". Logo os vascaínos da turma da fuzarca emendaram casaca com turma da fuzarca, e o grito foi se formando. A partir daí tornou-se o grito das vitórias do Vasco nos campeonatos de remo, e depois em todas as modalidades.

  • Curiosamente, o Sport Club do Recife tem um grito de guerra muito semelhante ao do Vasco, com as palavras casaca e fuzarca.

"AO VASCO NADA?
TUDO!!!
ENTÃO COMO É QUE É?
CASACA! CASACA!
CASACA, ZACA, ZACA!
A TURMA É BOA!
É MESMO DA FUZARCA!
VASCO! VASCO! VASCO!"

Note-se que este grito é, em alguns aspectos, semelhante ao grito académico usado em muitas universidades portuguesas ("E para "X" não vai nada, nada, nada? Tudo! Não vai mesmo, nada, nada? Tudo...").

O Vasco é o time da virada

Grito surgido nos anos 80, a partir do samba-enredo da escola de samba GRES Beija-flor de Nilópolis no carnaval de 1978, "A Criação do Mundo na Tradição Nagô", cujo refrão foi adaptado pela torcida[16] pelo fato de o Vasco ser um time que tradicionalmente vira o jogo, ou seja, obtém a vitória após iniciar a partida perdendo.
"ÊÊÊ ÊÊÊ ÊÊÊ
Ô Ô ÔÔ
O VASCO É O TIME DA VIRADA
O VASCO É O TIME DO AMOR"

Graças a Deus eu sou Vascão

Grito surgido nos anos 70/80, baseado na canção popular brasileira Asa Branca.
"Graças a Deus eu sou Vascão
Ele está no coração
Ele ganhando, ele perdendo
Sou Vascaíno de coração"

Dá-lhe meu Vascão

Grito surgido durante a disputa da taça libertadores da América de 1998
"Dá-lhe dá-lhe dá-lhe meu Vascão
Dá-lhe dá-lhe dá-lhe meu Vascão
O Meu
O Meu Vascão"

 
 
 

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