V-day, l'inizio...

dal blog di Di Pietro


  Testo:"Come rode a tutti quanti! Il Palazzo si divide tra quelli che non ne vogliono parlare per esorcizzare il problema e quelli che sentono il bisogno di parlarne per screditarlo, pensando, così, di ridurre il fenomeno.La parola che più si sente è “antipolitica”. Cittadini italiani, spontaneamente, di ogni estrazione sociale e di ogni parte d’Italia, senza far male a nessuno, si recano a un banchetto a lasciare una firma per esercitare un diritto costituzionale: una proposta di legge popolare per dire che i condannati non devono stare in Parlamento. Questa è politica. Lo capiscono tutti, ma devono sparare a zero perché pensano, appunto, di isolare il fenomeno. Mi ricorda tanto il malato che butta fuori casa il medico per non sentir parlare della malattia.Io sono orgoglioso di essere stato uno di quei cittadini che ha partecipato a questo momento di democrazia diretta.Ora bisogna stare attenti che la procedura non vanifichi la sostanza, com’è successo a me anni fa.Raccolsi circa 150.000 firme per una legge di iniziativa popolare che riguardava la riduzione del numero di partiti e il voto diretto da parte dei cittadini. Depositai le firme, ma le misero nei cassetti. Dopo sette anni quella proposta non è stata ancora discussa.Bisogna raccogliere tutte le firme, insieme ai certificati elettorali, e soprattutto portarle al Parlamento in modo che tutto il Paese, tutta l’opinione pubblica si mobiliti. Bisogna mettere il Palazzo davanti alle sue responsabilità per evitare che faccia finta che non sia successo niente.Quel giorno ci deve essere una grande manifestazione di piazza, persone che, tutte insieme, invochino la discussione di questo disegno di legge.Anche io, come parlamentare, avevo presentato lo stesso disegno di legge. Non ci ascoltavano mai. Ora quella mia proposta è stata messa all’ordine del giorno, ma solo per poter dire quando arriverà il disegno di legge popolare: “E’ già stato discusso”.Non vi preoccupate: io ho già detto che il veicolo principale deve essere la legge firmata dai cittadini.Un’altra cosa a cui fare attenzione è questa: la legge prevede che quando un disegno di legge viene presentato, il Parlamento è tenuto a discuterlo ma non sono indicati né il limite di tempo né il limite alla possibilità di emendarlo.Bisognerà, quindi, controllare giorno per giorno gli emendamenti che verranno proposti. Ognuno dei quesiti, con un piccolo emendamento, può essere annullato. Il primo dice: “I condannati non possono essere candidati”; qualcuno aggiungerà un emendamento come “salvo quelli che…” con una serie di eccezioni per cui, alla fine, in galera ci andranno quelli che hanno raccolto le firme. O ancora: “Non si può stare in Parlamento più di due legislature”. Basta aggiungere una parola: “consecutive”, per cui basterebbe che, tra un’elezione e l’altra, una persona facesse il consigliere regionale o il parlamentare europeo per bypassare la norma. Se poi si aggiunge: “in ciascun ramo del Parlamento”, si potrà stare due legislature alla Camera, due al Senato e così via. Ho già sentito quelli che già si muovono per costruire accorgimenti tali per darvi formalmente ragione ma sostanzialmente una fregatura: stiamo attenti."