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Momento della cuttttura... Da: Papin, stramuson e slepa: «crescendo» per dire ceffone "SI DICE Il nostro dialetto non è certo privo di espressioni forti, tuttavia vi scarseggiano le parole che si riferiscono alle cosiddette «vie di fatto». Curiosamente, il triestino, capace di drammatizzare piccole noie quotidiane rispondendo «orori!» alla domanda se ci fosse molta gente in autobus o di commentare una rissa, anche solo verbale, con la truculenta enunciazione «iera sangue pei muri», si dimostra addirittura soave quando, con voce che sembra tolta di bocca a un bambino, chiama il ceffone «papin». Come tutte le onomatopee, la parola ha davvero qualcosa di infantile, poiché riecheggia il suono d’uno di quegli schiaffi che non provocano duelli, ma richiamano all’ordine un discolo. Appena più vigoroso è il termine «stramuson», la cui sillaba iniziale, connessa, secondo gli esperti, con «trans» più che con «extra», non avrebbe valore rafforzativo. Un cenno merita anche «sauca», esempio raro assieme a «suf» di parola aperta da una «esse» dolce seguita da vocale. Infatti è tolta di peso dallo sloveno «za uha» ovvero manrovescio che (come il tedesco Ohrfeige) colpisce un orecchio. Nel breve catalogo delle parole triestine riservate alle aggressioni fisiche ce n’è una, segnalataci da una cortese lettrice con riferimento al Vangelo del Venerdì Santo, dove si legge che, durante il processo a Gesù, unus assistens ministrorum dedit alapam Jesu, dicens: «Sic respndes Pontifici?» . «È possibile – ci viene domandato – che da quell’ alapa derivi la nostre slepa ? In effetti «àlapa» (con l’accento sulla prima «a» sia in latino, sia in italiano antico) vuol dire schiaffo, proprio come «slepa» nel nostro dialetto. La parola che, in origine, designava la «pala d’una ruota di mulino idraulico» assunse il significato di «mano aperta, piatta», divenendo poi, con passaggio intuitivo, sinonimo di ceffone. Giuseppe Boerio, autore d’un Dizionario veneziano dell’800, formulò la stessa ipotesi della nostra lettrice, che però non è compatibile con i criteri di ricerca adottati dai glottologi moderni. In realtà, sembra che «slepa» sia invece collegabile con il sostantivo tedesco «Schlappe» e il verbo inglese «to slap», entrambi relativi agli schiaffi. Com’è noto, «slepa», presente in vari dialetti e, con la doppia «pi», nella buona lingua, equivale anche a «grossa fetta»: è lo stesso processo semantico che, nel parlar furbesco, porta a definire «sventola» – altro nome del ceffone – un bel pezzo di ragazza."