vedrai vedrai

o


"vieni qui"lei allora si avvicinava con i suoi occhi sommersi e quella piccola fossa nel mento,perfetta come il ricovero di una perlanascondevo una caramella nei pugni stretti e facevamo il gioco delle manilei indivinava sempre"devi studiare, hai capito?"lei annuiva  con la fretta di andarsenedicevo a suo fratello di starle dietro e non lasciarla troppo in stradalui si godeva quella sorella come un regalo incantato"farà l'artista sa pattinare sul ghiaccio, sa camminare sul filo ..ed è bugiarda"certe volte sembrava sgarbatanon salutava nemmeno,giocava insistentemente con uno yo-yonessuno riusciva ad interpretare quel malumorema io sapevo farla parlareripescare  l'origine di quell'uggia era sempre a causa della sciocchezza più inimmaginabile, più insensata..eppure io la capivo da piccola ero stata una demente perfezionista,sconfitta più volte al giorno da me stessa,esattamente come lei diventava ostica e persino brutta a vedersi se ne stava lì seduta a succhiarsi i capelli,a rispondere male a chiunque l'avvicinasse hey..e la stringevoed era come stringere un orgoglio troppo robustola parte meno allettante di me stessa quello scoglio troppo duro che non avrebbe mai consentito a nessuno  di amarmi fino in fondo.  lei era in grado di raggiungere la mia solitudineeravamo identiche presuntuose e stupidemi si attaccava al collo la portavo da sua madrele sue gambe ciondoloni ma era guaritaera passato il buio non sono mai stata una di quelle personeparticolarmente adatte ai mocciosi,non ho pazienzanon faccio le vocinema lei fu un regalo.