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animali e bambini


 
    Un rapporto beneficoPer cani, gatti e c. ospitati nelle nostre case la definizione di animali d'affezione - comprendendo in questa categoria quelle specie dotate di una certa capacità di dare e ricevere affetto - è divenuta all'inizio del terzo millennio per certi versi un po' troppo stretta: meglio si addice quella di animali familiari, in considerazione del fatto che ormai essi sono a pieno diritto considerati parte del nucleo familiare e come tali membri della famiglia a tutti gli effetti.La convivenza domestica con gli animali e la relazione che ne deriva ha dunque permesso agli studiosi, nell'ultimo decennio, di approfondire le implicazioni del legame bambino/animale e di comprenderne fino in fondo la valenza positiva. Le ricerche intraprese da psicologi infantili ed etologi hanno messo in luce come dal rapporto con un animale familiare scaturisca una serie di benefici sia per i bambini con problemi di tipo fisico o psichico che per quelli assolutamente normali.  Scuola di vitaUno degli aspetti più importanti del rapporto tra il bambino e l'animale familiare è la carica emotiva di cui il legame è intessuto: come emerso dalle indagini effettuate in tal senso, nel caso in cui l'animale venga allontanato dal piccolo tale fonte di supporti emozionali esita nella maggior parte dei casi in una più o meno accentuata sindrome da privazione.Cani, gatti e c. permettono al bambino di prendere coscienza sia della propria essenza di essere vivente che dei propri doveri e responsabilità di essere umano: necessitano, infatti, di essere alimentati, accuditi, puliti, controllati e tenuti costantemente in osservazione.È una vera e propria scuola di vita, in quanto il bambino si rende conto, giorno dopo giorno, che anche l'animale, al pari suo, mangia, beve, dorme, sporca, gioca, obbedisce e disobbedisce.La lezione, però, può andare anche oltre: cani, gatti e c., infatti, nascono, si ammalano e muoiono: in altre parole, vivono.L'emozionalità del rapportoI sentimenti provati dal bambino nei confronti dell'animale sono per lo più animati da diverse componenti emotive, tra le quali prevale il bisogno di sentirsi considerato e amato, contrapposto a quello di possedere e possedere il proprio amico, anche fisicamente: ne deriva un'interdipendenza che permette al cucciolo d'uomo di stabilizzare i propri stati d'animo e, alla fin fine, il proprio subconscio.Tale atteggiamento, però, può portare a degli eccessi, che si scontrano con la soglia di tolleranza dell'animale, con il risultato di insegnare al piccolo a misurare i propri comportamenti e - in ultima analisi - a rispettare l'animale.Ne deriva, tuttavia, un ulteriore apprendimento psicologico, poiché l'animale, pur se timoroso o al limite aggressivo, non interrompe il rapporto con il bambino, dimostrandogli invece di essere costantemente disponibile, con il risultato di rassicurarlo e di consolidare in tal modo il legame medesimo.a cura di Piero M. Bianchi 
In previsione della nascita di un bambino bisogna fare in modo che il cane impari a conoscere i bambini in modo corretto: molto gradualmente e associando sempre i piccoli a un'esperienza positiva.
 Per questo motivo, qualche settimana prima della nascita del bambino, è utile far comparire gradualmente, in diverse stanze della casa, oggetti come la carrozzina, giochi, suoni e rumori associati alla presenza del bambino.
 Può essere utile far sentire al cane i vocalizzi dei bambini, utilizzando dei cd appositi che riproducono i pianti e le urla dei neonati; si possono creare delle situazioni piacevoli, magari facendo giocare il cane o dandogli da mangiare, mentre questi rumori vengono riprodotti in sottofondo (ad un volume inizialmente molto basso, per poi aumentarlo gradualmente).
 È molto importante, in presenza del bambino, non diminuire mai la quantità di attenzioni da dare al cane; in questi casi, quando il cane rimane tranquillo è importante premiarlo sempre con carezze, premi in cibo e giochi. In questo modo si creerà un associazione positiva con il bambino.
 È sempre consigliabile sorvegliare e supervisionare le interazioni tra cani e bambini: perché anche il cane più equilibrato, se disturbato eccessivamente, potrebbe reagire in modo aggressivo per difesa e comunque anche giocando potrebbe far male al bambino.Spesso il bambino non è in grado di interagire in maniera corretta con il cane: per gioco gli può tirare la coda o le orecchie oppure infilargli le dita negli occhi; in questi casi il cane può reagire dando dei segnali di avvertimento, per esempio allontanandosi o ringhiando. Ma se il bambino, non interpretando correttamente i segnali dati dal cane, continua a disturbarlo, l’animale potrebbe anche morsicarlo.
 In realtà molti cani manifestano paura nei confronti dei bambini e ciò è dovuto al fatto che spesso il cucciolo, nel periodo di socializzazione (fase molto importante dello sviluppo comportamentale del cane) non entra a contatto con i bambini.
I bambini per un cane adulto sono qualcosa di nuovo ed estremamente diverso da un essere umano adulto. Infatti i bambini, soprattutto i neonati, hanno un odore differente da quello degli adulti, emettono vocalizzazioni più simili a quelle delle prede e si muovono con movimenti veloci e a scatto che possono innervosire l’animale. Per tutte queste ragioni è estremamente importante far conoscere al cane i bambini in maniera piacevole e graduale e sorvegliare sempre i loro giochi.
 Un po’ diverse sono le cose se il cane è cucciolo. Ma è sempre necessario supervisionare il gioco del bambino e del cucciolo perché i piccoli denti aguzzi, che spesso i cuccioli usano per giocare ma senza riuscire a controllare, possono fare molto male e ferire i bambini.