Immaginando

L'attore


Seduto allo specchio di questo camerinoNel retro di un teatro di una qualsiasi periferiaMi tolgo il trucco di scena Dopo l’ennesima rappresentazione del mio assurdo vivere L’immagine che mi ritorna non mi sconvolge piùIl mio volto è solo contorno ad un vuoto inespressivoInvisibilità di respiri e lacrimeCome pioggia su un vetro La luce mi attraversa e non la rifletto piùSono inconsistenza di parole e sensazioniSono diventato quello che il pubblico vuoleRidicola controfigura di un’altra realtà Ma ti vedevo, in prima filaAd ascoltare con attenzione E mi guardavi con occhi veriVedevi l’uomo o l’attore? Così eccomi a te, ora senza truccoEccomi a te come vorrei Ma come sempre mi ritrovo a dover essere altroPer non scordare le regole di scena Perdonami, lo dovevo immaginareChi ha sempre e solo visto recitareNon può capire la differenza tra attore e uomoTra copione e improvvisazione Torno al mio camerino, come sempreE come sempre ci vedremo come ci è dato fareIo su un palco sotto luci finte con la mia parte da recitareTu in prima fila ad applaudire fino al mio inchino finale. E il sipario ancora una volta si chiuderà.