Immaginando

Seduti su questa spiaggia


Seduti su questa spiaggia di malinconici addiiGuardiamo la grande pianura di acqua rimbalzare tra il cielo e l’abissoIn un movimento continuo e imperturbabile di monotona diversità I nostri sguardi troppo abituati a guardare Si smarriscono in questo nuovo essere guardatiE i nostri cuori devastati da chi ha sempre preso senza nulla dareSi chiudono nelle stanze dei rimorsi incapaci di ricevere insperato calore Sentiamo il vento sulla pelle scavare fino all’animaTremiamo nel freddo di un fuoco invernaleE nella cenere del tempo lasciamo appassire i sorrisi sognati Nell’abbandono disegnato con tratti pesanti da mani violenteDiventiamo paura di noi stessiSentendoci terra, sabbia, fumo, fango, nullaTrasformata inconsistenza di quello che eravamo In questo stordimento vaghiamo come mete in movimentoDiventando partenza e approdo allo stesso tempo Ricerca di smarrimento emozionale per non ascoltare, non sentire Ma il silenzio di quiete desiderata diventa assordante cecitàUn buio di angoscia che avvolge i sentimentiNascondendo quanto di vivo è dentro noiDietro improbabili paraventi di esili dubbi Seduti su questa spiaggia di probabili ritorniCi siamo noi feriti a morte dalle ombre che non siamoE dentro spiragli di cielo all’orizzonte lasciamo correre il nostro respiroDebole, affannato, ma ancora vivo.