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Post N° 623


Timidezza:l'inibizione che blocca il sessoSaper esprimere le proprie emozioni significa anche esternare i propri desideri, non aver paura del giudizio degli altri, soprattutto delle persone amate, non temere l’opinione del partner sull’aspetto del proprio corpo e sul modo di vivere la sessualità. Spesso uomini e donne timidi si lasciano sfuggire di mano rapporti e relazioni per il timore di esporsi, chiudendosi in un mondo di solitudine dove, apparentemente, trovano pace.Di solito la riservatezza è considerata un pregio e non mostrare eccessivamente le proprie emozioni – il famoso self-control inglese – un esempio di stile. Ma il non esporsi, quando diventa timidezza o addirittura vergogna, è un atteggiamento che viene sempre meno tollerato nella nostra società. «Il timido, nella società dell’apparenza e della comunicazione, è visto come una sorta di outsider, un deviante» afferma Walter La Gatta, psicologo.Si è parlato della timidezza e delle sue conseguenze sulla vita di relazione ed in particolare sulla sessualità durante il XXVII Congresso Nazionale del Centro Italiano di Sessuologia, svoltosi recentemente ad Ancona. E si è discusso delle terapie che possono risolvere il problema, confrontando il parere di molti studiosi con quelli dell’Associazione Italiana Ricerca Timidezza e Fobie Sociali di Ancona. «La timidezza si palesa come una modalità esistenziale, nella quale l’altro viene incontro, invadendo il nostro spazio personale» spiega Franco Avenia, presidente dell’Associazione Italiana per la Ricerca in Sessuologia. «L’altro, che mette all’angolo e paralizza, è vissuto come giudicante e si mostra capace di entrare nei luoghi più reconditi del nostro essere, dove può scovare tutte le nostre debolezze. Diviene uno specchio nel quale si è costretti ad osservare un sé che non piace, che si vuole negare».La sessualità, con la sua forte interazione fisica, assume caratteristiche negative. Quando si affronta una realtà con la quale si ha poca confidenza, che si conosce poco la timidezza si può trasformare in terrore e questa emozione troppo forte può impedire l’incontro sentimentale e anche il rapporto sessuale.Spiega Stefano Lera, psicoterapeuta, docente all’Università di Firenze: «Se si ha vergogna di esporre il proprio corpo e la paura del contatto, il rapporto sessuale non è possibile. La ricerca d’identità, infatti, diviene l’elemento cardine dell’agire sessuale. Il timido o la timida si danno all’incontro con l’altro, senza una propria identità precisa ma definendo se stessi solo attraverso il giudizio dell’altro. Il proprio piacere diventa un accessorio non necessario. Il risultato? Una sensazione d’inadeguatezza e un costante stato d’ansia». Questa situazione porta a molte disfunzioni sessuali e «svuota la sessualità dalla sua originaria finalità: il piacere». L’uomo potrà mostrare difficoltà nell’ottenere l’erezione e la donna avere scarsa lubrificazione: si tratta di ansia da insuccesso. Oppure l’uomo può perdere l’erezione e la donna non arrivare all’orgasmo: si tratta di ansia da prestazione.Le cause della timidezza:genetico biologiche: la moderna psichiatria sostiene il modello medico delle cause della timidezza e si richiama alle scoperte della neurobiologia e della genetica.Ricerche a favore di questa teoria sono ad esempio quella di Kagan, che studiando gemelli omozigoti, con patrimonio ereditario identico, ha avuto modo di osservare che se un gemello è timido, lo è anche l’altro, anche se vissuti in ambienti diversi.psicologiche: se il bambino nasce in una famiglia blindata, poco numerosa e con pochi contatti sociali, dove si parla poco e non si scambiano manifestazioni d’affetto, è abbastanza normale cheil bambino sviluppi comportamenti caratterizzati dall’inibizione. Dalla famiglia possono venire anche atteggiamenti educativi sbagliati, come l’essere ipercritici, rendendo i figli timorosi di esprimersi, per paura di sbagliare.sociali: l’ambiente sociale può insegnare la paura degli altri e di adattarsi alle più diverse situazioni. Oggi i bambini passano molte ore a giocare con i videogame in solitudine: questa impossibilità di sperimentazione di se stessi nei rapporti sociali influisce negativamente sugli aspetti di timidezza del proprio carattere.