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Post N° 717


Correre e concedersi qualche peccato di gola...Ti sei mai chiesto cosa vuole comunicare il tuo corpo con queste voglie?Il carrello dei dolci diretto al tavolo accanto s’avvicina pericolosamente e il profumo della torta al cioccolato fondente ha già saturato il tuo olfatto. Inutile far finta di pensare ai frutti di bosco freschi che il tuo atletico super-io, insistentemente, ha cercato di farti ordinare. Lo sapevi benissimo che solo ingozzandoti di cioccolato avresti soffocato una volta per tutte quell’altra voce...! Le voglie di cibo possono diventare frustranti e lasciarci disorientati. È difficile capire, infatti, se il nostro corpo ci stia richiedendo certe particolari sostanze nutritive o se il nostro appetito sia stato dirottato da un irresistibile (e irresponsabile) attacco di gola. Nonostante i ricercatori abbiano tesi contrastanti sull’origine dei desideri alimentari, sembra che siano tutti sicuri del fatto che il nostro dna influenzi questo impulso. Certo, dal punto di vista privilegiato delle comunità americane, sature di calorie, è difficile immaginare un mondo in cui grasso e zucchero siano scarsi. Eppure sono proprio queste le sostanze che mancarono ai nostri antenati. Non potendo disporre di una caverna fast-food a ogni angolo, l’uomo primitivo dovette imparare a rimpinzarsi di cibo calorico ogniqualvolta ne trovava. Le abbuffate ebbero un ruolo talmente importante per la sopravvivenza dei nostri progenitori che il cervello umano imparò a rilasciare delle endorfine - che danno una sensazione di benessere - come per ricompensare l’ingestione di ampie quantità di calorie. Sfortunatamente oggi questo stesso comportamento è ancora presente in noi mentre avviciniamo la mano ai pasticcini offerti dal nostro collega per il suo compleanno. «Non tutti i cibi ci mettono, per così dire, nei guai - spiega il dottor Neal Barnard, membro di facoltà della Scuola di Medicina dell’Università George Washington e autore di Breaking the Food Seduction (Come combattere le seduzioni alimentari, ndt) -. La maggior parte della gente normalmente non si alza nel cuore della notte per andare al supermercato a procurarsi una dose di broccoli o di ceci. Nonostante questi cibi ci possano piacere, non creano dipendenza come quel i che ci ispirano le tipiche voglie». Il dott. Barnard ha identificato in zucchero, cioccolato, formaggio e carne i 4 cibi più irresistibili. Al di là del loro alto contenuto calorico - che soddisfa il primitivo che è in noi -, tutti e quattro questi alimenti sembrano provocare nel nostro cervello il rilascio di sostanze chimiche simili agli oppiacei, parenti di eroina e morfi na. Nonostante non ci sia nessuna prova scientifica che colleghi le voglie a delle precise necessità nutrizionali, le teorie abbondano. Alcuni ricercatori pensano che la mancanza di vitamina B possa portare a desiderare il cioccolato. Altri dicono che il bisogno di carne rossa sia un segnale di carenza di proteine. È stato documentato un desiderio - davvero molto insolito - di ingerire amido per il bucato e mozziconi di sigarette, associato a una mancanza di ferro. Le voglie, comunque, possono essere il risultato di un basso apporto di grassi o di zucchero nel sangue, il che è comune tra runners che non mangiano a sufficienza. «Si pensa spesso che i runners abbiano sempre voglia di dolci, quando in realtà si tratta di fame» spiega Nancy Clark, consulente per l’alimentazione dello sport a Healthworks, a Chestnut Hill, nel Massachusetts, autrice di Food Guide for Marathoners (La guida alla dieta del maratoneta, ndt). E precisa: «Molti runners non mangiano quantità di cibo sufficienti a generare l’energia di cui hanno bisogno per le loro attività quotidiane e questo fa sì che avvertano un desiderio di cibo che dia loro energia istantanea. Bruciano centinaia e centinaia di calorie quando si allenano e devono calmare la fame in modo adeguato ». Ma come si fa a distinguere una voglia giustificata da una che non lo è? «È necessario imparare a leggere i segnali di fame che c’invia il corpo – continua la Clark -. C’è chi avverte sonnolenza, irritabilità, freddo o incapacità di concentrazione. Quando ho a che fare con casi come questi chiedo alle persone di entrare in sintonia col proprio corpo e di porsi due domande: “Il mio corpo ha bisogno di questo tipo di carburante?” e “Che cosa mi va davvero di mangiare?”». I runners possono evitare l’abbuffata di cibo-spazzatura dopo la corsa cercando di non allenarsi mai a stomaco vuoto. «Mangia di più sia prima che durante la gara. Se l’uscita dura più di 90 minuti, porta con te del cibo, magari la classica barretta energetica, che non ti resterà sicuramente sullo stomaco» - suggerisce la Clark, che raccomanda di mandar giù l’equivalente di almeno 400-600 calorie due ore circa prima di una corsa e 200-300 calorie ogni ora dopo la prima ora di una corsa, sotto forma d’integratore liquido, gel o di caramelle dure. Per quanto possa sembrare strano, seguire le proprie voglie, di tanto in tanto può aiutare a combatterle. «Se vuoi agire in modo più salutare, è meglio mangiare delle mele più che una torta di mele, ma se ogni settimana ti concedi una fetta di torta riuscirai a rimuovere in parte il potere che questo cibo ha su di te - conclude la Clark -. In questo modo saprai che non si tratta della tua ultima occasione di mangiarne e non lo desidererai più così tanto».