Dike

Post N° 183


RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: DALL’INGEGNERE DEL SUONO AL LETTERATO CLEMENTE. Ricordo ancora quando, pochi anno or sono, Marco Travaglio, il nuovo messia  della sinistra dura e pura, definiva Castelli come l’ “Ingegnere del suono” che per uno scherzo del destino era divenuto titolare del dicastero della Giustizia del precedente Governo e, assai poco profeticamente, vaticinava che era difficile, anzi  impossibile, trovare uno peggiore.Ricordo perfettamente quando, dopo la vittoria elettorale dell’Unione alle elezioni politiche del 2006, gli intellettuali moralmente superiori della sinistra, sulle pagine dei quotidiani  scrivevano che l’affidamento del ministero della Giustizia a Mastella era sicuramente uno scherzo inventato da quel buontempone dell’ingegner Castelli nella speranza che qualcuno lo rimpiangesse.Eppure non era uno scherzo. Alla Giustizia è finito davvero Mastella, ma l’intellighenzia di sinistra non ha ancora trovato un nomignolo affettuoso per il laureato in lettere che è subentrato all’ingegnere del suono al Dicastero della Giustizia, e le cui prime performance giuridiche (grazie e indulti) gli potrebbero tuttavia far guadagnare l’appellativo di letterato clemente, rivelandoci quanto saggio sia l’antico motto latino del “nomen omen”.Al seminario di governo di Caserta, tenutosi nella città campana la scorsa settimana, il Ministro Mastella ha presentato le linee guida del suo programma, tra le cui priorità vi era quella dell’accelerazione dei processi; l’approvazione, entro il 31 luglio del 2007 di un disegno di legge sulla riforma dell’ordinamento giudiziario; la previsione di “meccanismi di stralcio attraverso i quali fosse possibile evadere tutte quelle cause civili rimaste prive di sufficiente trattazione probatoria che abbiano superato standard di ragionevole durata, allo scopo di abbattere l’arretrato in materia civilistica, ove nel 2005 vi sono stati 5 milioni di processi pendenti; la previsione di norme transitorie nel settore penale, che consentano l’applicazione del patteggiamento per i reati coperti da indulto con deroga agli attuali sbarramenti temporali; la previsione di una riduzione delle ferie estive  dei Tribunali e delle Corti da 45 a 30 giorni, onde migliorare la produttività del sistema.Il 20 gennaio, si è tenuto a Milano un Convegno di studi organizzato dall'Unione delle Camere Penali Italiane, dal titolo:  “Giudice e pubblico ministero: due soggetti diversi nel processo, nell'ordinamento, nella Costituzione”, al quale è stato invitato anche il Ministro Mastella.Il Convegno verteva dunque principalmente sul tema della separazione delle carriere di giudice e pm. La separazione delle carriere, prevista dalla riforma Castelli e sospesa dal suo successore sulla linea dell’antiberlusconismo imperante, prevedeva che entro il 28 ottobre 2006 i magistrati in servizio dovessero optare o per la funzione di giudice o per quella di pubblico ministero, salvo poi, dopo i cinque anni, di scegliere definitivamente a quale funzione appartenere. Al Convegno milanese l'Unione delle Camere penali italiane ha esposto una proposta di revisione costituzionale per separare le delle carriere di pubblici ministeri e giudici, sostenendo che tale assetto sarebbe in grado di proteggere  più efficacemente l'imparzialità del giudice e di favorire l'effettiva risoluzione delle controversie.Mastella invece ha risposto chiaramente all'UCpi che la priorità è sveltire i processi e non la separazione delle carriere dei magistrati, che non rientra programma politico dell’Unione. Se per questo, nemmeno l’indulto vi rientrava, ma ve lo hanno comunque intrufolato e piuttosto sollecitamente. Ma come? I nostri lungimiranti illuminati governanti di sinistra prendono a modello l’Europa per ogni cosa che fa loro comodo (dalle stanze del buco all’eutanasia) e poi  reputano eretico parlare di separazione delle carriere, come avviene in tutte le grandi democrazie europee?L’Associazione Nazionale Magistrati ha manifestato, invece, consensi per la bozza Mastella  (forse perché, conoscendo questo Governo, sa che di qui a febbraio la bozza potrebbe evolversi ancora, così come si è evoluta la Fianziaria? oppure perché la bozza  reintroduce un controllo del Csm sull’organizzazione delle procure?); tuttavia non ha lesinato di sottolineare perplessità ed obiezioni, quali: il perdurare di elementi di gerarchizzazione negli uffici del pm, la prospettata organizzazione della scuola della magistratura al di fuori di un effettivo controllo del Csm, la necessità che le retribuzioni dei magistrati ordinari siano adeguate a quelle dei magistrati amministrativi e contabili.Il Capo dello Stato, solo pochi giorni fa, auspicava che il convegno rappresentasse “un contributo importante alla individuazione di spazi per proposte condivise, che tutelino l'autonomia e l'indipendenza della magistratura nell'esercizio di tutte le sue funzioni” e riferiva che “solo col dialogo si risolvono i delicati e complessi problemi che affliggono il “sistema giustizia”.Ma di dialogo non se ne è vista traccia al Convegno milanese. Mastella ha solo chiarito che la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri non è presente nel programma dell’Unione.A sua volta, Oreste Dominioni, presidente dell'Ucpi, ha dichiarato che pur sapendo che la separazione delle carriere non è nel programma dell’Unione, le motivazioni per cui Mastella rifiuta la separazione sono politiche e che “questo governo ha preferito seguire le indicazioni della magistratura e dell'Associazione nazionale magistrati che è portatrice di una cultura della giustizia di stampo autoritario”. E Mastella ha replicato subitaneo a Dominioni che nel programma di govenro non esiste una cultura autoritaria. Gli spazi di proposte condivise auspicati dal Presidente della repubblica paiono così sfumare.Lasciando poi il convegno Mastella ha dichiarato ai giornalisti che, non essendo stato fischiato, sente di aver chiuso “con un saldo attivo".Se davvero i saldi attivi dell’operato del Governo si pesano dai fischi, credo che il Governo (che di fischi ultimamente ne riceve più dagli alleati che dall’opposizione) possa pure tranquillamente apprestarsi a depositare i libri contabili.