Dike

Post N° 189


SFOGO PERSONALE...QUANDO LA DIGNITA' DI UNA DONNA VIENE STRUMENTALIZZATA.Oggi che è calato il sipario mediatico sulla lettera che la signora Veronica Lario, moglie dell’onorevole Berlusconi, ha indirizzato al marito attraverso le pagine di un quotidiano e dopo che si sono assopite le mille colorite profusioni verbali sull’accaduto, mi permetto di scrivere io due righe. Non voglio minimamente parlare della lettera o della dignità offesa della signora Lario in Berlusconi, né voglio prendere le parti di uno dei due coniugi. Tocco l’argomento solo di riflesso, per parlare invece delle tante parole che molte femministe di sinistra, politiche e non, hanno proclamato ai media, prendendo le parti di una donna che in altre occasioni hanno invece deriso.Non ho mai visto un tale circo mediatico di femministe della politica sparare a zero sull’uomo politico Berlusconi. Le loro voci le ho udite persino più forti di quanto non le si senta quando viene stuprata una donna, dove raramente compaiono davanti alle telecamere.Ma le polemiche scatenate dalla lettera della signora Lario non si sono fermate al mondo femminile politico, perché anche in vari blog filo governativi, di questo e di altri portali, nei giorni scorsi non si faceva altro che ululare contro il fedifrago Berlusconi, da parte di coloro che, ritenendolo indegno come compagno di vita sulla base di quella semplice missiva, lo valutano di conseguenza indegno come uomo in assoluto, e principalmente come politico.Tali blog dedicavano la più ampia visibilità alla lettera della signora Lario, e nei commenti ai loro post ad essa relativi si potevano anche leggere -quasi che i difensori della dignità abbiano un solo colore politico- parole come queste,:  “Come mai le donne di destra stanno zitte?”, “Come mai solo noi di sinistra facciamo dei post sulla signora Lario?”, “Forse che le destroidi stiano zitte per la vergogna, o che il loro sia un silenzio assenso nei confronti di Berlusconi?”.Ed ecco che da questi commenti emerge chiaro il nucleo del problema: si sfrutta la dignità offesa della moglie di un uomo politico non solo per assestare un attacco al di lei coniuge, ma anche per sferrare un fendente alle donne appartenenti alla parte politica dello stesso coniuge, accomunate nell’epiteto di “destroidi”, un vocabolo piuttosto indecoroso in bocca a chi parla di dignità femminile da tutelate in ogni occasione.E così, io, che NON SONO DI SINISTRA, adesso che su questo caso si sono abbassate le luci della ribalta, spiego perché non ho dedicato prima due righe alla notizia di prima pagina di due giorni fa.Non saprei dire perché a destra non si sia dato risalto alla notizia, ammesso che sia davvero così, e a dire il vero, mi sembra gesto di bassezza canina ridurre il tutto ad una dicotomia tra donne di sinistra, sensibili alla dignità femminile ferita, e donne di destra, conniventi con chi l’ha ferita. Io non parlo a nome delle donne di destra, ma parlo unicamente a mio nome.Io non ho parlato della notizia semplicemente perché trovo immorale lanciare attacchi ad un avversario politico strumentalizzando la sua vita privata, seppure resa pubblica per alcuni frammenti mediante un giornale. Non ne ho parlato perché non trovo lecito mescolare politica e sentimenti. Non ne ho parlato per il profondo rispetto che ho per la vita privata delle persone. Non ne ho parlato perché nella mia vita mi sono sempre contraddistinta per l’entrare in punta di piedi nella vita altrui, per lo sfiorare le vite altrui, conoscenti e sconosciuti, senza ergermi mai a giudice dei momenti privati e personali in cui li ho visti più vulnerabili. Non ne ho parlato perché probabilmente ho un concetto di rispetto profondamente diverso da coloro che hanno l’1% di godimento nel divulgare le notizie meno felici e nello strumentalizzare le debolezze altrui per fare propaganda politica e vomitare insulti addosso a quello che è l’avversario politico tanto odiato.Forse avrei parlato della lettera della signora Lario solo ove la stessa avesse detto che Berlusconi come politico vale meno di Prodi o Bertinotti o D’alema. Perché in quel caso, e solo in quel caso, la lettera avrebbe espresso anche un giudizio sull’uomo politico, che esulava da un vissuto personale a me sconosciuto. Ma quel giudizio non vi è stato e non ritengo che una persona vada stigmatizzata sulla base di dinamiche personali e familiari di cui non sono a conoscenza, né ho la presuntuosa arroganza di poter parlare e sparlare.Non ne ho parlato e non ne avrei parlato nemmeno se quella lettera l’avesse scritta la signora Flavia Franzoni in Prodi. Nemmeno allora ne avrei parlato,  perché, se anche Prodi è persona  cui sono politicamente lontana e che non perdo occasione di criticare per le scelte politiche del suo governo, tuttavia non mipermetterei mai di colpirlo negli affetti.Non ne ho parlato per questi motivi e credo siano più che validi.Dunque nessuna vergogna c’è stata da parte mia, ma, se mai, pudore.Dunque nessuna indifferenza c’è stata da parte mia, ma, se mai, non ingerenza nella privacy altrui.Dunque nessun silenzio assenso, ma solo e semplicemente comprensione espressa con un rispettoso silenzio.A coloro che nei giorni scorsi si chiedevano per ogni dove come mai le donne destroidi stessero zitte sulla vicenda mi piacerebbe chiedere di darmi un motivo valido, anzi, più che valido, per il quale io avrei dovuto parlarne.Se poi proprio qualcuno mi vuole far credere che ne ha parlato perché si trattava di difendere la dignità delle donne sempre e comunque, allora mi domando come mai chi ha tanto a cuore la dignità della signora Lario si è dimenticato di parlare della dignità delle donne iraniane che, nello stesso giorno in cui la Lario ha avuto la possibilità di veder pubblicata la sua lettera, sono state invece private della loro dignità, perché le loro pagine internet sui diritti delle donne iraniane sono stati oscurati.Come mai nessuno di coloro che due giorni fa si ergevano a paladini della dignità femminile della signora Lario, non sono sobbalzati sulla sedia ieri sera, sentendo su sky uno dei tanti imam di moschee italiane dire che non solo le musulmane, ma anche tutte le altre donne, dovrebbero coprirsi viso e corpo con velo, perchè altro non sono che "pecche", "impure" ed "immonde"?Esistono dignità ferite che possono essere supportate e rispettate anche con il silenzio ed esistono dignità calpestate che il silenzio invece offende quanto il gesto di chi le calpesta.Chi apre le luci sulle prime e mette una pietra tombale sulle seconde non si erga a tutore della dignità.