Dike

Post N° 195


Brigate Rosse: A volte ritornano….  Ieri mi è parso di tornare indietro di quasi trent’anni, quando ai telegiornali non si sentiva parlare d’altro che di Brigate Rosse e del lungo elenco di morti che giorno dopo giorno esse lasciavano sulla loro strada. Mi è sembrato bruscamente di ricadere nel passato, un passato macchiato “rosso” sangue.Tutti i telegiornali diffondevano ieri notizie di una operazione antiterrorismo condotta congiuntamente dalle questure di Milano, Padova e Torino, che ha portato all’arresto di 15 persone, accusate di appartenere alle nuove Brigate rosse, ed in particolare- ai sensi dell’art 270 bis del codice penale- di far parte di una associazione eversiva di stampo marxista-leninista con finalità di eversione denominata “Partito Comunista Politico Militare”, che si prefiggeva appunto la creazione di un partito comunista di stampo militare e che si consideravano in guerra contro lo Stato. Oltre alle 15 persone arrestate, una delle quali si è dichiarata prigioniero politico, altre 70 sono state indagate. Tutti facevano parte della "seconda posizione" delle Brigate Rosse, quella cd. “movimentista”, formatasi negli anni '80 dalla scissione della prima posizione ed intenzionata a coinvolgere da subito, e non solo in un secondo momento, il popolo nella lotta armata.L’operazione portata ieri a compimento dalle forze dell’ordine, fa seguito ad una attività di investigazione durata oltre tre anni, iniziata dal 2004 dalla Ucigos e dalle Digos di Milano, Padova, Torino e Trieste e coordinata dalla procura milanese. L’operazione di polizia è stata compiuta dopo lunghe intercettazioni e pedinamenti che hanno visto queste nuove cellule eversive intente ad effettuare esercitazioni paramilitari, o impegnate in attività di propaganda nei centri sociali e nelle fabbriche o organizzate per preparare rapine a mano armata per autofinanziarsi, fino ad effettuare propaganda armata che comportava individuazione di obiettivi simbolici da colpire.Nel mirino delle nuove Br sarebbero finiti alcune persone, sedi  luoghi simbolo: Berlusconi ed una delle sue case milanesi, la  dirigente Vito Schirone,la sede di Sky a Cologno Monzese, la sede del quotidiano Libero, l’Economista e giuslavorista Pietro Ichino. sede di Mediaset a Cologno Monzese, sede dell’Eni a San Donato milanese e il suo Primi obiettivi degli attacchi, da svolgersi in breve tempo, e che hanno spinto gli inquirenti a dare il via all’operazione era l’effettuazione di una rapina a mano armata a Malpensa ed un attentato alla sede del quotidiano Libero, che i terroristi avrebbero dovuto far saltare in aria prima di Pasqua. Mi meraviglia scoprire che tra i piani Br resi noti ieri dai magistrati dopo l’analisi del materiale sequestrato, vi fosse anche un attentato alla sede Eni di san donato milanese, attentato da attuarsi con una autobomba. Sappiamo bene che questa tipologia di attentati appartiene al terrorismo islamico. Forse che vi possono essere legami tra i due, considerato che la terrorista Lioce, arrestata negli anni scorsi per gli omicidi dei giuslavoristi Biagi e D’Antona, nei suoi proclami deliranti auspicava possibile una collaborazione tra terrorismo di tipo marxista-leninista e terrorismo islamista?Mi meraviglia scoprire che tra gli arrestati vi siano 8 esponenti sindacali della Cgil, di cui 5 della Fiom Cgil. E mi sconcerta ancora di più aver letto come certi media abbiano parlato, a proposito di essi, di “ex sindacalisti”, quando, in realtà, essi sono diventati “ex “solo ieri, a causa della sospensione che ha fatto seguito all’operazione di polizia.Mi sconcertano le tante manifestazioni di odio ideologico che si possono leggere su alcuni siti filo marxisti ; frasi come questa, che fanno riflettere su chi sono i fomentatori di violenza:“La lista degli obiettivi addebitati al gruppo li qualificherebbe come benefattori dell’umanità”.Oppure di scritti come questo, che parla del giuslavorista Ichino:"Da molta sinistra in Ichino si vede giustamente una persona animata psichicamente da un forte zelo ed un'accanimento contro i diritti dei lavoratori...Come molti cattolici e reazionari (in senso "genetico") ha nell'anima solo la prospettiva della responsabilità individuale e della colpa individuale e gli è impedita la vista sul tutto sociale. Come molti ambiziosi ha usato determinate idee per salire "in alto" e ne usa altre contrapposte per restarci.Perchè a questo tipo di persone interessa "l'alto",non le idee. Come molti sadici esercita il suo zelo persecutorio preferibilmente dall'alto verso il basso. Come ogni borghese ha forte e salda la volontà di realizzazione personale prima di ogni cosa. Oltre che un avversario dell'umanità lavorante,è una persona da poco,che vale poco". Mi impaurisce scoprire come in alcuni centri sociali, sedicenti pacifisti, ci si desse da fare per stampare proclami clandestini di incitazione all’odio di classe e alla violenza, come i volantini in cui si esrime apprezzamento per l'omicidio di Marco Biagi, il giurista bolognese assassinato dalle Brigate Rosse nel  2002. Mi domando come sia possibile oggi, nel 2007, che si parli ancora di Brigate Rosse e, soprattutto, che vi sia gente disposta a prendere armi ed uccidere in nome di una ideologia?E’ in momenti come questi che la mia più profonda ammirazione va per le forze dell’ordine e per la magistratura, che hanno dimostrato una abnegazione, una efficienza e una tempestività di agire che mi rassicura come cittadino, perché è riuscita ad impedire che si spargesse altro sangue italiano per una causa ignobile. Mi auguro che a livello politico qualcuno non osi dire che è tutto un complotto ordito anche stavolta da Berlusconi e che non voglia far valere i “Dico” anche per le relazioni affettive coi terroristi, ma sappia prendere le distanze da queste nuove frange terroristiche: prendere le distanze da questi fenomeni di devianza non certo mettendo in Parlamento coloro che hanno speso una vita intera per attentare alle istituzioni dello Stato; prendere le distanze non certo intitolando loro piazze e vie e negando invece la stessa attenzione a chi per mano dei terroristi è morto, come il giuslavorista Marco Biagi, cui poco tempo fa la città di Bologna ha negato l’intitolazione di una sala del Consiglio provinciale.Mi auguro che tutte le forze politiche, le istituzioni e i movimenti sindacali sappiano unire le loro forze, come fecero contro le prime Brigate rosse, per individuare quelle zone grigie in cui l’estremismo politico rischia di degenerare in terrorismo, per dare ai giovani esempi concreti di  educazione alla legalità e alla difesa e della democrazia  e per combattere questi disperati e marginali epigoni di una ideologia rivoluzionaria malata terminale, per la quale è giunta l’ora di staccare definitivamente la spina.