Dike

Post N° 205


SREBRENICA, GENOCIDIO SENZA MANDANTI.Ieri la Corte dell’ Aja, il più alto tribunale dell’Onu, ha sancito che il massacro dei musulmani bosniaci perpetrato nel 1995 a Srebrenica, una enclave musulmana in zona serba, ha i requisiti per essere considerato un “genocidio” e tuttavia ha esonerato Belgrado dalla responsabilità diretta per genocidio, pur sottolineando che” la Serbia non usò tutta la sua influenza sui serbo-.bosniaci per impedire il massacro” Era stata la Bosnia a rivolgersi alla Corte internazionale di Giustizia, per chiedere che la stessa stabilisse se la Serbia, durante la guerra 1992-1995, avesse commesso un genocidio, ai sensi della Convenzione Onu del 1948, che considera il genocidio come un crimine.La Bosnia, precisamente, accusò il regime di Belgrado di “uccisioni, saccheggi, violenze, torture, sequestri, detenzione illegale e sterminio” di cittadini non serbi della Bosnia. La Bosnia si rivolse al Tribunale internazionale prima ancora che venisse perpetrato l’eccidio di Srebrenica. Per tale motivo il tribunale dell’Aja ampliò il periodo preso in esame per verificare le accuse di genocidio, in modo da ricomprendere anche quell’orrendo massacro.Nel maggio scorso la Serbia aveva chiesto alla Corte dell’Aja di respingere la causa intentata dalla Bosnia, per evitare che venisse applicata nei propri confronti, per la prima volta nella storia, la Convenzione del 1948 sul genocidio; ma la Corte giudicò legittima la denuncia presentata dalle autorità di Sarajevo.Era l’11 luglio del 1995 quando le truppe della Repubblica Serba di Bosnia entrarono nella città di Srebrenica, che alcuni mesi prima era stata dichiarata Area Protetta dall'Onu. I Caschi Blu non mossero un dito, perchè il mandato loro conferito non glielo permetteva e perchè non avevano equipaggiamenti adeguati. Pertanto lasciarono passare le milizie del generale Ratko Mladic, le quali fecero sfollare 40 mila civili che si erano rifugiati nel paese. I maschi furono divisi dalle donne e dai bambini e vennero sistematicamente trucidati. Di 8000 di loro non si è più saputo nulla. Solo qualche anno dopo sono state scoperte numerose fosse comuni nei boschi della zona, che non hanno però ancora restituito tutti i corpi dei giustiziati.Sono passati 12 anni da quell’orrendo massacro, avvenuto nel luglio 1995, nel quale ottomila civili furono sterminati dall’esercito serbo-bosniaco alleato di Belgrado.E la Corte dell’Aja ha oggi emesso il suo verdetto,arrivando alla conclusione che: "gli atti commessi a Srebrenica rientrano nelle norme della Convenzione sul genocidio".Secondo la Bosnia, il presidente serbo di allora, Slobodan Milosevic, aveva armato le truppe serbo bosniache, oltre ad averle anche finanziate, perché queste ponessero in atto una operazione di pulizia etnica che eliminasse i musulmani dal suo progetto di realizzazione di una "grande Serbia". Eppure la sentenza della Corte dell’Aja riconosce il genocidio di Srebrenica, ma esclude la responsabilità diretta di Belgrado, pur ammettendo che gli allora dirigenti politici "avrebbero dovuto fare tutti gli sforzi in loro potere per cercare di prevenire i tragici eventi che poi si sono verificati". Una sentenza che sembra una vera e propria arrampicata sugli specchi, perché dichiara che il governo e le autorità serbe erano al corrente di quanto accadeva, non fecero nulla per impedirlo, ma non hanno tuttavia responsabilità dirette. Chi sa e tace di fronte a un delitto non è forse complice quanto il suo autore materiale? Non sporcarsi le mani in una operazione di pulizia etnica, ma farla fare ad altri (e le milizie della Repubblica serba di Bosnia agivano agli ordini del presidente Radovan Karadzic e del generale Ratko Mladic), fa davvero così tanta differenza?La condanna del Nazismo di fronte alla storia è stata un esempio per tutti gli uomini -e specie per i Tedeschi, che grazie ad essa hanno saputo riscattarsi- di ferma e decisa condanna di ogni principio di superiorità della razza, e se anche non ha impedito successivi rigurgiti di tale ideologia, li ha tuttavia relegati e li relega ad episodi isolati e riprovati dagli uomini di buon senso.Invece, quel che fu il peggior massacro dalla seconda guerra mondiale, ossia la pulizia etnica attuata a Srebrenica, resta pertanto come un una strage senza mandanti, di cui i macellai restano ad oggi ben nascosti e protetti. E magari un giorno arriverà qualche negazionista a farci credere che Srebrenica fu solo un suicidio collettivo.Su Srebrenica vi sono anche altre ombre inquietanti e nessuno lo può negare: migliaia di persone cercarono protezione internazionale ed ottennero solo tradimento, perchè l'Onu non aveva nè l'autorizzazione nè i mezzi per intervenire in difesa di civili inermi.  Si poteva fare un attacco aereo sopra la città, per difenderla, ma l’Onu non vi consentì, perché i soldati serbi minacciarono il massacro dei soldati Onu olandesi che si trovavano in zona. E il massacro di Srebrenica si consumò sotto gli occhi impotenti delle Forze Onu, mentre il mondo voltava gli occhi dall’altra parte.Il Palazzo di Vetro, che accoglie sotto la sua egida democrazie e regimi dispostici, dimostrò in quell’occasione, come in molte altre, tutta la sua fragilità, una fragilità che potremmo anche vedere (speriamo non sia così) nello scenario libanese.