Dike

Post N° 206


“UN RIFLESSO DI SOPRAVVIVENZA…” “Serio ed equilibrato”, “autorevole”, “chiaro”, “senza ambiguità”, “convincente”, “duro”, “durissimo”.Questi sono gli aggettivi che a sinistra i politici hanno pescato nel dizionario della lingua italiana per definire il discorso che Prodi ieri ha tenuto in Senato, aprendo il dibattito sulla fiducia, che verrà votata oggi. Ho guardato la diretta audio video della seduta e mi immaginavo un Prodi ridente, radioso, borioso e quasi spocchioso: il Prodi che ho visto in questi nove mesi!  Ed invece mi sono trovata davanti agli occhi un Prodi un po’ triste, con voce quasi roca, gestualità nervosa, e tono dimesso, quasi fosse un chierichetto quando chiede la questua. Questa almeno la prima impressione, visiva, dell’intervento del Premier a Palazzo Madama.E poi l’ho ascoltato, certa che avrebbe delucidato il suo uditorio sui 12 punti del dodecalogo stilato e fatto sottoscrivere ai suoi alleati due giorni or sono e presentato come un “Piano programmatico” imprescindibile per rilanciare l'azione di governo.Mi aspettavo di sentire un discorso incisivo e chiarificatore. Ed invece ho ascoltato solo un discorso ovvio e scontato: 33 minuti di parole danzanti nell’aria come velati nugoli di fumo.Ho sentito un accenno alla Tav, ma solo un accenno generico: “l’Italia farà la sua parte”, ha detto Prodi, senza fare però alcun riferimento alle modalità con cui questa parte verrà messa in atto (maxi tunnel o linea già esistente) Ho sentito un accenno al tema pensionistico, ma nessuna parola è stata proferita sull’età pensionabile o sui coefficienti di trasformazione. Prodi si è limitato a dire che il governo affronterà “con numerosi strumenti il tema delle pensioni più basse” e che non indietreggerà “di fronte a scelte e a interventi di riorganizzazioni anche non facili come l’unificazione degli enti previdenziali e assistenziali”.Non ho udito alcun accenno ai Dico -su cui si erano rilevate le più serie tensioni tra laici e cattolici dell’Unione- ma, anzi, una promessa di maggiore attenzione per la famiglia, sulla quale occorre “concentrare uno sforzo straordinario”. Difficile credergli se si pensa che due buste paga su tre hanno subìto decurtazioni a causa di tasse o addizionali studiate da questo governo con “sforzo straordinario”. Difficile credergli anche quando, imitando il Berlusconi dell’ultimo confronto elettorale prima del voto, dice di voler diminuire l’Ici senza però dire che la rivisitazione degli estimi sarà un salasso per i contribuenti anche se l’imposta venisse diminuita.Non ho sentito alcunché sull’ampliamento della base Usa di Vicenza, quasi che ormai sia stato archiviato come argomento da preistoria. Del resto Prodi non può minimamente permettersi di contrariare la sinistra radicale, sapendo che lo ha tenuto in scacco per nove mesi.Sull’Afghanistan ho sentito solo qualche cenno: Prodi ha parlato di un argomento su cui esistono “sensibilità diverse”, ma ha ribadito che l’obiettivo della missione italiana è quello “di aiutare e sostenere il processo di consolidamento delle giovani istituzioni democratiche del Paese” e che il Governo italiano sostiene con convinzione la proposta di una Conferenza di pace in Afghanistan. Qui effettivamente una difformità rispetto al discorso di insediamento che fece ad aprile l’ho notata: adesso la missione afgana è diventata di pace, mentre 9 mesi or sono parlò vilmente di “occupazione”, sia per essa che per la missione irachena. Commovente è stata l’ammirazione espressa ai nostri soldati impegnati in missione. Penso che alcuni esponenti della sinistra radicale abbiano riso sotto i baffi, visto come ghignano al sostegno offerto ai nostri soldati durante le manifestazioni pacifinte.Ho sentito ieri da parte di Prodi un vago accenno all’ambiente, giusto per la gioia di Pecoraio Scanio, e qualche parola sulla sicurezza dalla criminalità, per la gioia di Di Pietro. A completare il panegirico prodiano non poteva mancare un elogio agli uomini e alle donne “ impegnate con dedizione e con risultati straordinari nel contrasto e nella prevenzione del terrorismo”, la dichiarazione che il governo devolverà dei soldi in attività benefiche (aids e interventi nel terzo mondo) e perfino due parole spese per la crisi in Darfur,  dove da anni è in corso un genocidio su base etnica, sul quale i politici italiani hanno sempre chiuso gli occhi per aprirli, chissà perché, proprio ieri.Un discorso dunque vaghissimo, ma a 360 gradi, nel quale non potevano mancare espressioni di vicinanza al governo Iraniano “per un clima di sereno intendimento”. Gli rimaneva ancora da parlare della precessione degli equinozi e poi Prodi avrebbe parlato proprio di tutto, senza peraltro dire niente.Prodi non ha detto nulla di nuovo rispetto a quanto diceva 9 mesi fa, salvo il ritenere prioritaria una riforma della legge elettorale, da attuare con la più amplia convergenza in Parlamento.E allora mi domando dove sia la novità del Prodi bis rispetto al prodi I.Io non ne ho trovata alcuna.Al termine della seduta la responsabile dei Ds al senato, Anna Finocchiaro, ha dichiarato: “Prodi convince e convincerà domani”.Sicuramente Prodi oggi otterrà la fiducia, almeno quella di 162 senatori fidati che gli hanno giurato fedeltà e dopo il mercato acquisti degli ultimi giorni.Quanto al convincere, su questo mi permetto di dubitare e rimando il giudizio a quando il suo variopinto governo dovrà tradurre in concretezza quei 12 punti che le agenzie internazionali di rating stroncano come “un riflesso di sopravvivenza”.