Dike

Post N° 208


MOBBING DI PARTITOIl collegio nazionale di Rifondazione comunista ha disposto ieri l’allontanamento del senatore Franco Turigliatto, uno dei due senatori dissidenti che la scorsa settimana votarono contro ad una mozione del governo in materia di politica estera, determinando la messa in minoranza del governo stesso e le successive dimissioni del Presidente del Consiglio Prodi.L'allontanamento dal partito è stato disposto per 2 anni -la massima sanzione prevista dallo statuto e quindi carica di significati simbolici- sulla base delle seguenti motivazioni: "grave violazione all'obbligo della carica pubblica a conformarsi rigorosamente all'orientamento del partito" e “grave pregiudizio recato all'organizzazione del partito".Turigliatto, che parla di una decisione “che fa male”, replica così all’esclusione dal partito: "Hanno processato me ma la politica di questo governo è finita...Non si può marciare il sabato e lunedì votare in modo contrario su qualunque cosa. Cosa farò? Intanto chiedo se tra due anni ci sarà ancora Rifondazione comunista...Pensavo che il tempo delle espulsioni fosse finito...Hanno preferito puntare il dito contro uno come me, militante politico da 40 anni, pur di nascondere il fallimento della politica governista di Rifondazione. Ma se il governo cade, cade non per Turigliatto ma perché taglia il ramo sul quale è seduto, quello del consenso popolare”.L’espulsione di Turigliatto, che Rifondazione preferisce chiamare “allontanamento”, è giunta dopo il voto di fiducia al governo Prodi; voto che ha avuto esito favorevole, ed al quale Turigliatto ha dato il suo assenso. Siccome però Turigliatto aveva espresso il suo futuro “no” ad alcuni punti del Dodecalogo prodiano (Tav, Afghanistan, pensioni) ecco che il suo partito, che oggi inneggia a Prodi, ha pensato bene di levare di torno la mina vagante Turigliatto, che, essendo più comunista di Rifondazione Comunista, farebbe fare al partito una figura peggiore di quella che non abbia già fatto finora.Del resto, adesso che i cocci del governo sono stati rimessi assieme con la colla, è importante per la coalizione dare l’impressione di coesione, eliminando elementi destabilizzanti.Mi chiedo come sia possibile che in un sistema democratico come il nostro un senatore che voti secondo coscienza o che manifesti il proprio dissenso sia considerato un traditore; specialmente se questo senatore ha agito coerentemente con quello che è (era?) il programma storico di Rifondazione comunista e in linea con il pensiero dei movimenti pacifisti di cui Rifondazione si è sempre detta portabandiera. Mi domando se sia ancora valido l’art. 67 della Costituzione che non prevede il vincolo di mandato. E soprattutto mi chiedo se in questo paese il Parlamento conti ancora qualcosa o se sia l'Esecutivo ad essere completamente dominante. Poi mi soffermo a leggere il dispositivo del Collegio di Garanzia di Rifondazione, con cui si è decisa l’epurazione del compagno Turgiliatto, di cui alcuni passi mi restano fortemente impressi: “Il compagno Turigliatto non ha partecipato al voto… La non partecipazione al voto… ha tuttavia creato grave tensione all'interno e difficoltà all'esterno del Partito, indicato come corresponsabile primo della crisi, come quello che avrebbe aperto la porta ad un possibile ritorno della destra alla guida del Governo. Sottoposto a procedimento disciplinare.. E' stato chiesto al compagno se il suo comportamento poteva essere considerato un unicum cui non ne sarebbero seguiti altri. La risposta è stata che certamente lo avrebbe reiterato… Il Collegio Nazionale di Garanzia, con decisione a maggioranza, applica nei confronti del compagno Franco Turigliatto la sanzione dell'allontanamento dal Partito”. Pietrificante! Agghiacciante! Sembra di essere ritornati indietro di sessant’anni, alle purghe staliniane. Disgustoso specialmente nella parte in cui si chiede al senatore di non reiterare il proprio comportamento, offrendogli una ultima occasione per redimersi.Leggendo quel comunicato mi pareva di essere immersa in “1984” di George Orewell, proiettata dentro quell’aberrante tecnica di bipensiero, tipica dei totalitarismi, il cui scopo è quello portare una persona ad autoconvincersi di essere colpevole anche quando non la è.Non condivido di una virgola le idee di Turgliatto, ma ho talmente rispetto per la democrazia e la libertà di espressione da trovare disgustoso un partito che impone che le idee, i pensieri, la morale  del singolo debbano essere sacrificate all’interesse del partito, quasi che questo fosse una Divinità pensante.Con l’espulsione di Turigliatto Rifondazione comunista è riuscita a darci una dimostrazione importante: è riuscita a dimostrarci come quello che si definisce il partito dei lavoratori sia capacissimo di praticare il mobbing  che esso addita sempre come prerogativa degli “sporchi capitalisti”.