Dike

Post N° 210


LA CONTRORIFORMA DELLA GIUSTIZIA. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato (seppur con il voto contrario del Ministro per le politiche comunitarie, Emma Bonino) il Ddl del Guardasigilli Mastella sulla riforma dell'Ordinamento giudiziario; decreto che ora passerà all’esame del Parlamento, che lo dovrà approvare entro il 31 luglio: data fino alla quale resta sospesa la riforma dell'ordinamento giudiziario varata nella scorsa legislatura dal centrodestra (Decreto legisltativo  27 gennaio 2006, n. 25, cd "decreto Castelli) che il ddl Mastella si prefigge di modificare.Immediate sono giunte le critiche da parte dell’Unione delle camere Penali (UCPI), che giudica “prenapoleonica” questa riforma.L’UCPI critica in particolar modo quella parte del decreto Mastella che permette la possibilità di transitare da funzioni requirenti a quelle giudicanti e viceversa, prevedendo che il cambio di funzioni sia possibile solo mutando distretto e subordinatamente ad una reale verifica delle attitudini.La separazione delle carriere, abbozzata dalla riforma Castelli e sospesa dal nuovo Ministro della Giustizia sulla linea dell’antiberlusconismo che caratterizza l’azione del governo Prodi, prevedeva che entro il 28 ottobre 2006 i magistrati in servizio dovessero optare o per la funzione di giudice o per quella di pubblico ministero, salvo poi, dopo cinque anni, scegliere definitivamente a quale funzione appartenere. Secondo l’avvocatura penalista la separazione delle carriere assicurerebbe l'imparzialità e la terzietà dei magistrati, la parità tra pubblica accusa e difesa e contribuirebbe a migliorare la qualità e l'efficienza dell'amministrazione della Giustizia. Al contrario, l’interscambiabilità tra le due funzioni comprometterebbe il principio costituzionale della terzietà del giudice rispetto alle parti, garantito all’art. 111 della Cost, determinando un allontanamento del processo penale dalla Costituzione.L’Unione delle Camere penali ha chiaramente dichiarato che ”l'ipotesi di riforma dell’ordinamento giudiziario messa a punto dal Ministero della Giustizia è fondata su una concezione burocratico-statalistica dei magistrati e dell'attività giudiziaria".Mentre il Guardasigilli ha dichiarato in una conferenza stampa allestita ieri a palazzo Chigi che la riforma da lui predisposta è in linea con il programma dell’Unione,  l’UCPI reputa invece che il ddl sconfessi, proprio sul punto dell’interscambiabilità delle funzioni, il programma politico che la maggioranza di governo aveva presentato agli elettori e che prevedeva che venisse realizzata una “efficace e rigorosa separazione di funzioni fra magistratura giudicante e magistratura requirente e contribuire a realizzare nel processo penale una effettiva terzietà del giudice e una effettiva parità tra accusa e difesa”.Secondo l’avvocatura penalista Mastella vorrebbe col suo decreto soddisfare le richieste sindacali dell’ANM piuttosto che privilegiare i principi costituzionali del giusto processo.Severe dunque le accuse della UCPI rivolte al ddl Mastella ed anche alla linea della politica della giustizia praticata dal Governo, che a dire dell'UCPI segnerebbe una “impropria promiscuità tra politica e magistratura”. E come dar torto all’UCPI? La magistratura associata, portatrice di una cultura della giustizia di stampo autoritario, fin da quando fu varata la legge Castelli l’ha demonizzata, chiedendo che venisse azzerata, specie ove prevedeva la distinzione delle funzioni tra giudici e p.m. E questa richiesta ha oggi trovato la servile adesione del governo e, guarda caso, il Ddl Mastella reintroduce un controllo del Csm sull’organizzazione delle procure, ed un potenziato del Csm in numero e prerogative. All’insegna delle maggioranze variabili invocate dalla sinistra che non riesce ad avere al Senato una maggioranza politica, Mastella ha chiesto ieri l’apporto dell’opposizione in Parlamento, ritenendo, quella della Giustizia, una forte questione istituzionale, che ha bisogno di "tratti di neutralità a favore del cittadino”. E mentre il decreto Mastella vede il varo, esponenti de La Rosa nel pungo, del Nuovo Psi e dei Repubblicani,   presentano alla Camera una proposta di legge costituzionale che vuole rilanciare la separazione delle carriere.Spero vivamente che la controriforma Mastella venga modificata in Parlamento e che venga sancita la separazione delle carriere dei magistrati, perché questa sarebbe per gli italiani una importantissima garanzia di libertà e di imparzialità e non accoglierla ci porrebbe fuori dall’Europa, perché siamo l'unico paese dell'Europa occidentale che non prevede una separazione delle carriere per magistratura giudicante ed inquirente.