Dike

Post N° 212


Informazione o falò delle vanità? Martedì scorso è andata in onda su Rai 2 (rete che viene additata come soggetta al controllo politico del centro destra) una puntata della trasmissione “Annozero” condotta da Michele Santoro. Il tema della puntata erano i Dico e l’omosessualità ed ospiti in studio erano numerose coppie gay e il Ministro della Giustizia Clemente Mastella, contrario ai Dico.La trasmissione, che doveva essere uno spazio di discussione sulle coppie di fatto, ha in realtà preso una piega un tantino diversa, e si è discostata dal dibattito per diventare una vera e propria reprimenda sulla Chiesa. In breve il guru della sinistra, Marco Travaglio, si è trasformato da opinionista in spalla di Santoro. Poi, incuranti del codice sui minori, sono state messe in onda immagini di un gay pride e infine sono iniziati gli sberleffi a Mastella, chiamato “madre Mastella di Calcutta, che a quel punto ha abbandonato lo studio televisivo tra le grida di un Santoro paonazzo ad arrogante, che si atteggiava a padrone della Rai quasi che fosse a casa propria.Mastella ha fatto male ad andarsene -perché ha dimostrato di non volersi confrontare e soprattutto perchè non ha capito che Santoro cercava lo scontro e la polemica per passare da aggressore prepotente a matire- ma indubitabilmente Santoro ha dimenticato che stava facendo il giornalista e non il politico e che un vero dibattito si fonda su un libero confronto paritario e non nel sottoporre un ospite ad una attacco mediatico in diretta tv in un poco corretto “uno contro tutti”; perché questa non è informazione ma manipolazione fanatica del mezzo televisivo.Chi paga il canone rai, un balzello che ci viene imposto obbligatoriamente, ha tutto il diritto a fruire di un servizio pubblico degno di questo nome e non di vedere un Santoro e un Travaglio che usano la televisione per attuare le loro vendette private, o per fare i loro comizi populisti o dare lezioni di moralità a senso unico. Anche a sinistra si sono levate voci di protesta contro questo modo arrogante di fare tv, e ben vengano queste voci di sinistra, perché quando è il centro destra a dire che certa tv è faziosa, a sinistra si parla subito di “bavagli all’informazione” e di “regime”.Sempre per stare in tema di informazione distorta e manipolata, voglio ora soffermarmi su un episodio che non riguarda la tv ma la stampa. A Fine febbraio, nell’imminenza del voto di fiducia al Governo Prodi, su l’Unità, quotidiano dei Ds, si poteva leggere in prima pagina la striscia di una intervista al padre comboniano Alex Zanotelli -ispiratore di alcuni movimenti pacifisti e vicino all’ambiente no global- il cui titolo era il seguente: “Con questo governo stiamo lavorando benissimo”. Chiunque avesse comprato quel giornale quella mattina poteva senza il minimo dubbio capire che da quel pacifismo vicino a padre Zanotelli, vi era un grande apprezzamento per il governo Prodi, che quasi gli conferiva dall'esterno una sorta di propria fiducia.Pochi giorni dopo si è appreso, invece, che padre Zanotelli era profondamente dispiaciuto per quelle parole scritte sull'Unità e da lui mai pronunciate,  e che, ad una sua richiesta di chiarimenti al direttore del quotidiano, questi gli avrebbere riferito che la notizia era stata presa da “La Repubblica”.E così a fine febbraio, mentre padre Zanotelli in una intervista ad un settimanale nazionale online dichiarava la sua preoccupazione per la “deriva militarista del Governo Prodi”, l'Unità e La Repubblica parlavano, invece, dell'apprezzamento di padre Zanotelli per il governo Prodi.E’ dunque corretto questo modo di fare informazione? E' corretto che nell'imminenza del voto di fiducia al governo Prodi due quotidiani filo governativi spaccino per apprezzamento al governo delle dichiarazioni di un esponente del pacifismo di piazza che invece  sono di critica ad esso? Non è forse questo un uso golpista dei mezzi di informazione per divulgare notizie faziose? La manipolazione dell'informazione e l'esercizio di un dominio privato dei mezzi di comunicazione, imputati troppo spesso all'informazione filo berlusconiana, non mancano all'informazione di sinistra, che sa spesso essere faziosa, propagandista, demagogica e pontificatrice.Sperare che i media, senza esclusioni di sorta, si decidano ad offrire ai cittadini una buona comunicazione è forse chiedere troppo? Penso che una buona comunicazione sia innanzitutto una regola e una cultura, e che, se pur di parte, debba essere leale e coraggiosamente veritiera, se non si vuole che tv e stampa diventino davvero il falò delle vanità.