Dike

Post N° 213


Antidoping nelle aule scolastiche? Perché non cominciare dalle aule parlamentari? Due giorni or sono, a conclusione di un convegno sulla sicurezza e sulla qualità di vita nelle città, tenutosi in Toscana a cura dell’Anci, il Ministro dell'Interno ,Giuliano Amato, ha dichiarato che occorre una campagna molto forte nelle scuole sul grave problema droga; una campagna “non contro i trafficanti ma contro noi stessi, chiamando in causa quei genitori, e non solo i figli, che prendono la coca nel week end per passare un fine settimana più elettrizzante”Il Ministro ha persino proposto provocatoriamente l’introduzione del test antidoping, già in uso presso gli atleti, anche a scuola, magari proprio dopo una interrogazione; e, ove lo studente risultasse positivo, l’interrogazione non sarebbe valida e il voto della stessa sarebbe annullato.Una proposta provocatoria sicuramente molto forte quella di Amato, che ha trovato subito l’opposizione da parte dell’Aduc, l’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, che, altrettanto provocatoriamente richiede il test antidoping ai Ministri del governo ed ai parlamentari, dopo ogni votazione da essi decisa, facendo così contento l'on. Pierferdinando Casini che da tempo chiede una cosa del genere.Un no deciso alla proposta Amato è stato espresso dal ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, il quale ha parlato di iniziativa piuttosto costosa, ma, soprattutto, “difficilmente compatibile con la democrazia del Paese”.Francamente non credo che fare un test antidoping a scuola, con la minaccia di ripercussioni sull'esito delle interrogazioni rese sotto gli effetti di sostanze alteranti, possa essere un efficace deterrente per limitare l'uso di stupefacenti tra gli studenti, anche perché chi fa uso di stupefacenti solitamente a scuola non va affatto bene.E poi, una siffatta proposta, ammesso che trovasse accoglimento sul versanete politico, come potrebbe essere attuata in concreto? Predisponendo presso in ogni scuola dei laboratori d'analisi o magari creando un pronto intervento medico itinerante, che ogni giorno passi da una scuola all'altra portandosi dietro le provette reagenti?Sono perfettamente d’accordo sul fatto che la lotta alla droga vada condotta anche –ma non solo!- nell’ambiente scolastico, dove purtroppo la droga circola ormai liberamente e in considerazione del fatto che l’età dei consumatori di sostanze stupefacenti si è abbassata notevolmente. Ciò che non comprendo è come mai questo governo abbia una linea assai poco coerente in questa materia: da un lato si invoca la linea dura contro la droga, prospettando l’ipotesi di test antidoping nelle scuole e dall’altro lato si licenzia un provvedimento come quello del Ministro della salute, Livia Turco, che raddoppia la quantità di marijuana detenibile per uso personale- rendendo lecito il detenere perfino un quantitativo pari a 30 spinelli- oppure si proponga di introdurre le stanze del buco o di procedere alla somministrazione controllata di eroina, come tempo fa propose il Ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero. Sappiamo perfettamente che il Ministro Ferrero si è spesso  recato all'Onu per proporre all’organo che si occupa del tema delle droghe la depenalizzazione dell'uso degli stupefacenti.Agendo in due modi così contraddittori –con un Ministro che invoca droga libera ed un altro che propone screening antidroga anche nelle scuole- si finisce solo per ingenerare confusione nel ragazzi. Come possiamo pretendere che gli studenti accettino passivamente di essere sottoposti al doping quando a livello politico qualcuno invoca la liberalizzazione della droga? Come potrebbero accettare che dai politici partano proposte che violano la loro privacy, quando l'unica volta che una trasmissione tv parlò di parlamentari drogati fu censurata ed oscurata per violazione della privacy?La risoluzione del problema droga non va fatta facendo la caccia all’untore nelle scuole, magari criminalizzando lo studente. Sarebbe sicuramente preferibile che il governo attuasse politiche sociali di sostegno alle famiglie, e che sostenesse le comunità di volontariato che si occupano del recupero dei tossicodipendenti, cosa che la tanto vituperata legge Fini-Giovanardi, che il governo vorrebbe scardinare, già prevede.Agli studenti che facessero uso di droga non va tolto un voto, ma, se possibile,  andrebbe tolta la droga.E, soprattutto, ai giovani vanno dati buoni esempi e su questo purtroppo famiglia, società e politica spesso difettano.Vogliamo dare un buon esempio ai ragazzi? Allora facciamo pure l'antidoping in aula, ma cominciamo dalle aule parlamentari.