Dike

Post N° 214


Il Tar del Lazio sospende il decreto Turco sull’uso personale di droga.“La legge non conferisce al decreto un potere politico di scelta in ordine all’individuazione dei limiti massimi delle sostanze stupefacenti o psicotrope che possono essere detenute senza incorrere nelle sanzione penali” ma "un potere di scelta di discrezionalità tecnica, soprattutto per quanto attiene alle competenze del Ministero della Salute".Con questa motivazione il Tar del Lazio ha sospeso (non annullato), con ordinanza, il decreto del Ministro della Salute, Livia Turco, entrato in vigore nel novembre 2006, che innalzava la quantità massima di principio attivo di cannabis per uso personale(oltre la quale scattano le sanzioni penali) da 500 milligrammi a 1 grammo.Il decreto Turco era infatti stato impugnato davanti al Tar Lazio dal Codacons e da una cooperativa sociale-comunità terapeutica di Taranto.Il tribunale amministrativo, rincarando la dose, ha anche ritenuto che "la scelta effettuata con il decreto impugnato non risulta supportata da alcuna istruttoria tecnica che giustifichi il raddoppio del parametro moltiplicatore”. Questo significa che a detta del tribunale amministrativo il Ministro non avrebbe avuto gli opportuni elementi scientifici per decidere a tavolino l'aumento (anzi, il radoppio) della dose giornaliera massima. Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha definito "giusta" l'odierna decisione del Tar del Lazio, visto che dal 2001 al 2005 il numero di consumatori di cannabis è raddopiato e soprattutto tra i giovani dai 15 ai 24 anni.Il Ministro Turco, invece, ha già dichiarato che presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro il pronunciamento del Tar Lazio.Nel novembre 2006 il decreto Turco era stato già censurato dalla Commissione Sanità del Senato, in seguito ad un odg presentato da due senatrici della Margherita, Paola Binetti  ed Emanuela Baio, da Giuseppe Caforio dell'Idv e da Daniele Bosone del gruppo per le Autonomie. L'odg, che impegnava il governo a "riesaminare" il decreto Turco, era passato con 21 voti favorevoli (Ulivo e Cdl) e tre voti contrari (Verdi, Rifondazione e Pdci).Quell'odg criticava in modo pesante il provvedimento della Turco, definendolo "un segnale ambiguo per i giovani (che sono i principali consumatori di cannabis) quando è invece un dovere tutelare la salute dei cittadini e trasmettere messaggi che diano il senso, il valore della vita e aiutino i giovani ad affrontare le difficolta".Forse il Ministro dovrebbe riflettere sul fatto che battaglie così importanti come quelle della lotta alla droga non possono essere risolte a colpi di decreti, ma richiedono anche il coinvolgimento del Parlamento. Nella primavera 2006, poco dopo la vittoria elettorale dell'unione, il Ministro Turco si distinse per un provvedimento poco esaltante: sostituì in men che non si dica il professor Cognetti, oncologo di fama internazionale, al vertice dell'Istituto Regina Elena di Roma, con l'epidemiologa Paola Muti. Poco tempo dopo il Consiglio di Stato sospese il provvedimento di sostituzione.Almeno, in materie come quella della tossicodipendenza si lascino da parte demagogie e voglia di scardinare i provventi adottati dai governi precedenti, e si lavori di concerto e nelle sedi opportune, perchè di droga purtroppo si muore.