Dike

Post N° 215


TUTTI GLI INTERCETTATI SONO EGUALI, MA I POLITICI INTERCETTATI SONO PIÙ EGAUALI DEGLI ALTRI. Nei giorni scorsi è scoppiato un ennesimo scandalo italiano: una nuova Vallettopoli, che è diventata anche un caso politico perché ha visto coinvolti -nelle intercettazioni disposte dalla Procura di Potenza, titolare dell’indagine- e subitamente divulgate da varie testate giornalistiche, alcuni personaggi politici.Il garante della Privacy, a seguito della pubblicazione di trascrizioni di intercettazioni disposte nell'indagine in corso presso gli uffici giudiziari di Potenza, per condotte estorsive relative all'utilizzo di immagini fotografiche e di altre notizie, nonché per reati ipotizzati in tema di prostituzione, ha “vietato con effetto immediato a tutti i titolari del trattamento in ambito giornalistico, in relazione alla vicenda oggetto della presente decisione, di diffondere dati personali allorché:·        si riferiscano a fatti e condotte private che non hanno interesse pubblico;·        riguardino notizie, dettagli e circostanze eccedenti rispetto all'essenzialità dell'informazione·        attengano a particolari della vita privata delle persone diffusi in violazione della tutela della loro sfera sessuale”;Il Garante ha dato altresì atto che “la violazione del presente provvedimento costituisce reato perseguibile d'ufficio, punito con la reclusione da tre mesi a due anni (art. 170 del Codice) ed è fonte di responsabilità risarcitoria per danno (art. 15 del Codice)”. Inoltre ha stabilito che “ciascuna violazione venga denunciata senza ritardo dal Garante alla competente autorità giudiziaria (art. 154, comma 1, lett. i), del Codice)”.Esaminando il provvedimento del Garante, si può notare che il divieto è limitato “alla vicenda oggetto della presente decisione” ossia unicamente alle indagini disposte presso gli uffici giudiziari di Potenza e quindi si tratta di un provvedimento di portata circoscritta ad un caso preciso.La scorsa estate, sulla scia di un’altra inchiesta avviata sempre dalla Procura potentina nei confronti di Vittorio Emanuele di Savoia, l'ex portavoce di An Salvo Sottile, giornalisti, star e veline varie -che ha visto poi archiviare molti casi relativi alle persone finite alla berlina mediatica-il Consiglio dei Ministri varò il ddl Mastella sulle intercettazioni, che sanzionava penalmente la detenzione di intercettazioni illegali,  e sanzionava civilmente la pubblicazione di intercettazioni illegali. In quella circostanza mi auguravo che fosse un provvedimento che garantisse il totale rispetto della privacy di “tutti” i cittadini, considerato che 3 italiani su 4 (secondo dati Eurispes) hanno avuto una loro telefonata intercettata,  e che la divulgazione di interecettazioni illegali ha portato in molti casi alla spettacolarizzazione della vita privata delle persone intercettate. Mi auguravo, principalmente, che questo decreto riuscisse a tutelare l’inviolabilità della libertà e della segretezza della corrispondenza e di ogni forma di comunicazione, sancita dall’art. 15 della Costituzione. Ed invece il decreto Mastella è rimasto lettera morta.Per essere precisi, prima di Natale la sesta commissione del CSM aveva trasmesso al plenum un giudizio sul ddl mastella, nel quale decreto, pur ritenendo apprezzabile il disegno di legge del Guardasigilli, si parlava di “rischio di “evidente compressione” della libertà di stampa, a causa del divieto totale di pubblicazione di atti relativi alle indagini preliminari e ai procedimenti archiviati”, e si parlava addirittura di compromissione dell’articolo 21 della Costituzione. A gennaio, poi, dal testo del ddl Mastella scomparve l’indicazione di pene pecuniarie per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni, e resta solo l’obbligo della pubblicazione dell’ordinanza che accerta l’illecito compiuto dall’autore della pubblicazione. Nel giro di poco tempo, però, il decreto fu riposto in un qualche cassetto in Parlamento, senza essere tradotto in legge, perché il centro sinistra ha ritenuto che  non fosse una legge urgente.Finche si tratta di sottoporre alla gogna mediatica attori, cantanti e personaggi televisivi i media non esitano a mettere in piazza la loro vita privata ed i politici non alzano troppo la voce.Invece quando l’occhio del ciclone mediatico travolge anche i politici, ecco che la classe politica reagisce all’unisono contro l’informazione spazzatura (della quale però si serve quando le fa comodo) ed inizia a fare moralismo mediatico.Ed ecco che è arrivato puntuale il provvedimento del Garante, che ha applicazione immediata.Ed ecco che i politici hanno deciso di portare in aula, già dalla prossima settimana, il disegno di legge Mastella sulle intercettazioni telefoniche, che per sette mesi se ne stava a prendere polvere su qualche scaffale del Parlamento.Ed ecco che il Guardasigilli decide anche di inviare degli ispettori alla Procura di Potenza, perché verifichino eventuali negligenze nella tutela del segreto istruttorio.Tutto questo mi porta ad una considerazione orwelliana: che tutti gli intercettati siano eguali, ma i politici intercettati siano più eguali degli altri, poiché per le intercettazioni ai danni di gente comune, calciatori, vallette, veline e altre belle statuine ci si indigna e basta, mentre se viene sfiorata la casta intoccabile dei politici, ecco che per essi la tutela giuridica viene approntata in 24 ore e bipartisan.