Dike

Post N° 216


CONTI PUBBLICI E PIFFERAI MAGICI.Nei giorni scorsi si è svolto a Cernobbio, in provincia di Como,  il forum della Confcommercio dedicato al futuro dell’economia italiana.Il forum ha ospitato anche il Ministro dell’economia Padoa Schioppa, il quale, durante il suo intervento, ha fatto questa dichiarazione: "Sono  ministro esattamente da dieci mesi e certo non immaginavo che dopo solo dieci mesi i conti pubblici sarebbero stati in una condizione così positiva come adesso. Non penso che questo sia merito esclusivo del governo però forse qualche parte di merito c'è... Tra i fattori positivi che hanno influenzato i conti pubblici c'è anche la Finanziaria 2006 che ho ereditato". Una dichiarazione, quella del Ministro dell’Economia, che non lascia adito a fraintendimenti di sorta. Qui non occorrono economisti o esperti di finanze pubbliche, qui è sufficiente una semplice e minima comprensione del testo, di cui sarebbero capaci anche i bambini delle scuole elementari.“Qualche parte di merito”, ecco cosa dice il Ministro dell’Economia a proposito del suo governo. E poi aggiunge quell’avverbio “forse” che, a volerlo interpretare letteralmente, sembrerebbe perfino mettere in dubbio quella “qualche parte di merito”. E poi il Ministro riconosce i meriti della finanziaria 2006 (Tremonti) tra i fattori "positivi" che hanno influenzato i conti pubblici. Incredibile! Per dieci mesi Prodi e i suoi alleati non hanno fatto altro che rendere dichiarazioni apocalittiche sulla finanza pubblica italiana ed informare l’opinione pubblica che la situazione disperata dei conti pubblici era imputabile al governo precedente e che era necessario aumentare le tasse per arginare il disastro finanziario berlusconiano.Già ad aprile Prodi, supportato brillantemente dai quotidiani filo governativi, parlava di “conti pubblici fuori controllo”, riferiva di un Tremonti che aveva sfasciato il bilancio pubblico e comunicava che il primo passo, obbligato, del nuovo governo doveva per forza di cose essere quello di affrontare l’emergenza di bilancio, che aveva relegato il nostro paese a ruolo di Cenerentola d’Europa.Il Ministro dell’economia Padoa Schioppa parlò perfino di una situazione dei conti pubblici  che ricordava quella degli anni ’90, anni in cui il paese rischiava l’insolvenza.I sindacati parlarono poi di “polpetta avvelenata lasciata dal centrodestra”. Nell’ottobre del 2006, dopo che due delle maggiori agenzie globali di rating  -Standard & Poor's e Fitch- comunicarono il declassamento dell’Italia bocciando la Finanziaria 2007 e la politica economica del governo Prodi, il governo Prodi puntò nuovamente il dito sulle colpe del precedente esecutivo, dicendo che l’eredità lasciata da Berlusconi non era solo disastrosa, ma addirittura “nascosta e maligna".E così il salvatore della patria, Padoa Schioppa, ci disse che era necessario ed obbligatorio ripianare l’eredità pesante lasciataci da Tremonti con un pesante innalzamento delle tasse. Ed è arrivata dunque la Finanziaria, che Padoa Schioppa prospettò al Parlamento, a dicembre 2006, come la premessa per costruire un futuro più sereno e positivo per gli italiani e come il primo passo per superare la pesante eredità  del Governo Berlusconi.Poi, dopo ben dieci mesi di pseudo disperazione politica per la salute delle finanze statali, i dati ufficiali smentiscono la teoria della catastrofe finanziaria paventata dal governo Prodi.Adesso che gli italiani sono consci che la situazione finanziaria del paese non è così disatrosamente apocalittica come qualcuno voleva far credere, ecco che  Padoa Schioppa esordisce a Cernobbio così: "Non  immaginavo l'anno precedente che i bilanci firmati dall'ex premier fossero tanto in ordine". Una ammissione che suona inquietante se fatta da un economista.Questo governo ha il dovere morale di dire che, o non se ne capisce di Bilancio, oppure che per dieci mesi ha fatto del terrorismo economico allo scopo di giustificare al paese il varo di una finanziaria tutta balzelli.Propendo per la seconda ipotesi. E siccome tutti i terrorismi che si rispettino hanno bisogno di apologeti, sono certa che non mancheranno coloro che diranno: “sono felice che il mio stipendio sia stato decurtato dalle tasse di Prodi, perché comunque la colpa sarà di Berlusconi e poi Prodi mi ha tolto i costi di ricarica e l’importante è che Berlusconi non torni”.La favola del pifferaio di Hamelin è sempre attuale, ma con una variante alquanto misera rispetto all'originale: i topi invece di apprezzare la musica adesso stimano pure le tasse.