Dike

Post N° 221


Non vedo vinti nè vincitori…Riflessione ad alta voce.  Nella serata di ieri si è svolta in Senato la votazione sul decreto di rifinanziamento delle missioni italiane all’estero. Il Senato ha approvato il rifinanziamento con 180 voti a favore (di cui 155 dell’Unione, 20 dell’Udc, 1 del senatore Iannuzzi di FI, e 4 di senatori a vita), due contrari (Turigliatto ex prc e Gianfranco Rotondi segretario Dc per le autonomie) e 132 astenuti (Fi, An, Lega).La maggioranza richiesta per far passare il decreto in Senato era di 158 voti, che è stata raggiunta.La votazione di ieri non ha spiccato certo per coerenza da entrambe le parti. La cdl, che ha sempre votato a favore delle missioni italiane all’estero, stavolta si è astenuta, salvo l’Udc: forse per dare una spallata al governo Prodi, come si dice a sinistra, o forse perché contraria a far stare i nostri soldati poco difesi in Afghanistan e magari sotto il comando di Emergency. La sinistra, invece, che in passato ha spesso votato contro o si è astenuta sui rifinanziamenti alle missioni italiane, ha invece votato a favore, salvo qualche “scellerato” (così l’estrema sinistra chiama oggi i pacifisti “senza se e senza ma” come Turigliatto).Se è vero che Berlusconi deve spiegare il suo voto agli alleati, come dicono oggi Prodi e D’Alema pavoneggiandosi, è anche vero che una buona parte della sinistra deve spiegare ai propri elettori, e ai movimenti pacifisti che l'hanno sempre supportata, perché è sempre stata geneticamente contraria alle missioni e oggi invece le approva, anche se in zone di guerra. Sono poi certa che farà meno fatica la cdl a dimostrare di avere a cuore la sorte dei nostri soldati in missione, a prescindere dal voto di ieri, di quanta ne farà la sinistra a dimostrare lealtà agli alleati; specie dopo aver profuso anti-americanismo per ogni angolo del pianeta.Nessuno comunque esce davvero vincente dal voto di ieri, a prescindere dall’ipocrisia di chi vorrebbe oggi presentarsi come vincitore.La cdl non ne esce vincente ed ha mostrato le sue interne lacerazioni, la principale delle quali si chiama “Casini”.L’Unione non ne esce vincente, anche se si crogiola negli allori di ieri, perché sa benissimo di governare a vista, senza una vera maggioranza politica. L’Unione guida il paese sapendo e fingendo di non sapere che non rappresenta più la maggioranza degli italiani e perde continuamente consensi a causa di una politica ambigua formulata da anime antitetiche come ossimori.Non ha vinto nemmeno Casini, i cui voti non sono stati indispensabili a sinistra per ottenere la maggioranza tecnica, e non sarebbero serviti nemmeno a destra, che non avrebbe prevalso nemmeno con i suoi 20 voti in più. Inoltre, se si andasse al voto nei prossimi giorni, Casini ne avrebbe un riscontro amaro.Non hanno vinto quei senatori che avrebbero voluto votare no ed invece hanno votato si con il sangue agli occhi, perché hanno piegato la loro coscienza alla ragion di stato solo per scongiurare il ritorno di Berlusconi alla guida del paese.Non ha vinto il Capo dello Stato, Napolitano, anche se oggi si dice molto contento per il voto, perché solo un mese fa aveva richiesto una maggioranza politica autosufficiente, che ieri non c’è stata.Non hanno vinto i senatori a vita, preziosissimo deus ex machina dell’attuale scenario parlamentare, che ieri hanno dimostrato ancora una volta, se mai ve ne fosse bisogno, che i decani del senato sono il solo elisir di lunga vita del governo Prodi. I senatori a vita, oggi elogiati da un Presidente del Consiglio che si dice costituzionalista convinto e strenuo difensore dell’istituto dei senatori a vita,sanno bene che il giorno che voteranno “contro”, come è accaduto un mese fa per la mozione D’Alema sull’Afghanistan, la sinistra gli imputerà di essere solo dei burattini di un complotto ordito da Vaticano e Usa e non ci sarà nessun costituzionalista convinto a difenderli.Non hanno certo vinto i nostri soldati in Afghanistan, che non hanno la certezza che il loro equipaggiamento verrà rafforzato per poter rispondere, ove occorresse, ad attacchi manifesti da parte dei talebani. Ed anche se è stato approvato un odg a firma di Calderoli volto a tutelarli maggiormente, questo è così vago da potervisi ricomprendere anche l’aria fritta. Nessuno è uscito vincente dal Senato ieri e col tempo i cittadini se ne renderanno conto, al di là dei proclami che oggi gli uomini di partito e i media sventolano nell’aria.Ai politici dunque spetta l’ardua ma doverosa fatica di dimostrare ai loro rappresentati di saper operare con saggezza e coerenza.Sempre! e non in un’unica, isolata, occasione.