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La 25^ Variazione

Post n°7 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da oberon1943

 

 

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Quando la musica è parola

 

La 25^ Variazione!!! E' stata definita come la profondità abissale del dolore umano. Il verso poetico ritengo sia una musica inferiore; però vi è in esso il piacere musicale dell'espressione come quello che si trova nelle stelle che brillano nel cielo;nell'ondeggiare dei campi di grano visti ma ormai di rado, dal treno in corsa;nell'azzurra lontananza delle montagne; nell'accavallarsi delle nuvole; nella corsa del vento;nella voce impeccettibile delle foreste, quelle rimaste;nei suggestivi profumi che emana la sera; nella vista degli oceani sconfinati ( 'na volta!). Ho detto " na volta!": questo è il dolore della 25^ Variazione, laddove l'essenzialità della nota riesce laddove la parola rimane fragile.

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Commenti al Post:
mmcapponi
mmcapponi il 05/10/10 alle 22:07 via WEB
Goldberg. L'attesa di troppe notti insonni, vigilando senza sogni. Bach. Il sogno irrompe nella vita reale: ed è luce, è ordine, è gioia anche nella pura e cocente malinconia della XXV Variatio (mi piace di più suonata al cembalo...).
 
 
oberon1943
oberon1943 il 06/10/10 alle 18:32 via WEB
ritengo,caro Capponi, dopo aver studiato un pò di contrappunto e ascoltato il parere di molti studiosi di chiara fama, che le Variazioni Goldberg siano il più grande monumento all'arte della Variazione musicale, non basata sulla struttura compositiva, essendo il il "basso fondamentale"(sol fa mi re do si la re la) su cui poggia ogni variazione sempre presente naturalmente, ma non si avverte poichè la Variazione è di tipo "concettuale". Farei il confronto ad esempio con le Variazioni su un tema di Paganini di Brahms o su quelle del valzer di Diabelli di Beethoven, laddove in ogni variazione invece, si avverte il tema. Nelle Goldberg si varia il sapore, il profumo, l'aria, o meglio ancora, l'atmosfera e non il basso fondamentale, celato agli occhi, all'udito e alla mente! Ecco il miracolo di Bach!Le trenta Variazioni sono come trenta canti della Divina Commedia, in cui il basso fondamentale è il tema della cantica.Da qui l'altissima spiritualità della composizione!! Non so come dire meglio!Veniamo ora al cembalo di cui parli.E allora ti dico questo: ecco perchèTUTTA la musica di Bach è SVINCOLATA ESTETICAMENTE DAL TIMBRO DELLO STRUMENTO E PUò ESSERE SUONATA ANCHE CON L'OCARINA! Però tu preferisci il suono del cembalo. Bach supera la contingenza dello strumento.Bach fa musica!Pensa e lo saprai certamente chje la sua opera più importante e più grande, il suo capolavoro assoluto, Die Kunst der Fuge ( L'arte della Fuga)non si suona, ma si legge, poichè sono lezioni di contrappunto purissime, ovvero rapporti fra le note, fra le voci che fra loro dialogano in estrema armonia! Però occorre essere preparati. Io qualcosa ci capisco, ma debbo ascoltarle! grazie! O.
 
   
mmcapponi
mmcapponi il 06/10/10 alle 19:31 via WEB
Tanto BWV 988 (e anche BWV 1087, non dimentichiamo questi canoni sublimi) che BWV 1050 sono partiture che ho presenti e posso tenere tra le mani quando voglio, essendo presenti in forma sia cartacea che digitale nella mia biblioteca. Lo so benissimo che la musica di Bach va oltre il timbro dello strumento... già! Ma come ho detto, "preferisco il timbro del cembalo": non dico che vadano suonate "oggettivamente" solo sul cembalo, ma credo di avere il diritto di preferirne "soggettivamente" il timbro. Poi io l'Arte della Fuga la sento sia suonata sull'organo che eseguita da un quartetto d'archi... e alla fine è musica fatta per la mente attraverso gli occhi più che attraverso le orecchie. Un poco come la musica dodecafonica: anche quella è fatta per essere letta più che ascoltata... certe pagine di Webern, forse non molto gradevoli ad un orecchio preparato, risultano sublimi ad un occhio attento e ad una mente aperta e matematica. La musica è essenzialmente matematica: non per niente un tempo veniva insegnata accanto ad aritmetica, geometria ed astronomia e con queste discipline formava le arti del Quadrivio. Purtroppo questa stretta relazione della musica con la matematica si è persa... non troveremo più un padre Martini, un Rameau, un Sarti o un Tartini che si dilettavano di problemi di geometria o di calcolo differenziale; non troveremo più un D'Alembert, autore di un'equazione differenziale che descrive il comportamento delle onde piane e che con qualche semplice sostituzione diviene l'equazione di Schroedinger, che descrive il comportamento dell'elettrone nell'atomo idrogenoide. Dalle note agli elettroni, l'armonia si descrive sempre con leggi analoghe... e questo è sorprendente. Peccato che i musicisti abbiano avversione per queste cose... e quelli che conosco io al solo sentir parlare di formalismi matematici in musica mi rispondono: la musica è sentimento e passione. Anche sentimento e passione: certamente, sono d'accordo... ma nello sviluppo del linguaggio musicale incide soprattutto una forte componente razionale. Bach non ne è l'unico esempio, forse è il più celebre e saccheggiato, ma Obrecht, Ockeghem (guarda la Missa Prolationum e la Missa Cuiusvistoni), Des Prez... fino a Padre Martini, Sarti, Cherubini... e ai contemporanei... la storia della musica è storia di una matematica che sa regalare emozioni.
 
     
oberon1943
oberon1943 il 06/10/10 alle 20:12 via WEB
Sono d'accordo, ma non parlare troppo di chimica. Io non ci capisco, sono addentro ad altre cose. Ti devo rispondere a tono, ora non ho tempo. Lo farò stasera. Intanto ti anticipo che prima del tuo Quadrivio medioevale c'è stato il Platone della Repubblica, che poneva alla base dell'educazione dei guerrieri la musica anche se parallelamente alla ginnastica. Dopo di che tutti ci hanno arzicocolato sopra ,poichè, come benissimo dimostri di sapere, i Greci han già detto tutto. A dopo. Ti risponderò stasera. Ciao e grazie! O.
 
     
mmcapponi
mmcapponi il 06/10/10 alle 21:11 via WEB
Vabbé... come vuoi... eviterò la chimica (chissà che direbbero Borodin oppure Carlos Kleiber)... a dopo.
 
     
oberon1943
oberon1943 il 06/10/10 alle 22:46 via WEB
Nulla perchè sono già nell'aldilà, amico Capponi!|Mi dispiace per Kleiber, anzi per la sua 5^.La chimica!! son passati degli anni, dal biennio, come ho già detto.Poi sono andato da tutt'altra parte. Tornando a Platone, ricordo che già nella seconda classe di Pagora c'era il Thymòs e il coraggio, ma in Platone viene scissa in due parti , in due spiriti, quelli più ginnasti e e quelli più musicali. Questi ultimi si staccano per ostituire la prima classe, quella dei filosofi. Comunque è nei guerrieri che egli vede anzi afferma il principio che essi non debbono essere rozzi e brutali, ma anche amanti della Sapienza!Ricordiamo che l'armonia , la musica, per i pitagorici non era altro che il rapporto matematico di due contrari.Quindi la tua visione teorica, i tuoi convincimenti sono giustificati ma offrono il fianco al fatto che l'armonia pitagoorica era qualcosa di statico, non so come dire, nato dagli opposti ma non supponeva il movimento, una tensione dell'uno verso l'altro. Ed ecco che nel Simposio il medico Erissimaco mette in luce il punto di vista di Empedocle e di Eraclito, dimostrando come all'immobile armonia si sostituisce l'amore come forza propulsiva, come forza cosmica che tende ad unire gli opposti.Platone fa di più, caro amico. Egli più che della natura si interessa dell'uomo partecipando l'uomo all'EROS!!!! Ecco che la musica come numero porta , anzi consente di salire all'idealwe attraverso il se4nsibile!!!Più vicina a noi la " Muor Giove e l'inno del poeta resta". Darei ragione a questo punto all'amico Silente, che in effetti, silenzioso ascolta o legge.Occorre quindi rifuggire, a mio avviso, dalla concezione troppo tecnicistica dell'arte, pur conservando quel senso di libertà e di dignità che l'arte viene ad avere nell'ambito dello Spirito. Parli della dodecafonia?? L'ho studiata la musica seriale! Ma non è altro che l'arte dei dodici suoni!! La tonica è andata a farsi benedire, gli intervalli,le tonalità, e tutto il patrimonio che Wechermaister aveva inventato e Bach suffragato con il Woltemperierteklavier!! A favore di cosa?? Di una regola o diun complesso di regole ancora più ferre di quelle bachiane alle quali si erano volute sostituire per un anelito allo sganciamento dalla tonica . Non si era accorto il grandissimo Shoenberg che la cura era peggiore della malattia. Ne è la prova il bellissimo saggio di Adorno " Invecchiamento e morte della musica moderna", una musica , se pur bellissima, a partire un pò prima dal Pierrot Lunaire, e poi alla Lulù di Berg e poi al tuo ( anche nmio) amato Webern, una musica diceva, appena nata ma già morta, senza possibilità di sviluppo, quello sviluppo gigantesco che il superamento del sistema modale mediante il tonale , aveva consentito. Quel che succede ora è un altro paio di maniche. Non certo la "modalità" riesce a riconquistare il palcoscenico, la "tonalità " si è infranta con Cage, e company, Ci rimane Berio (con le sue sequenze) e company, se ce ne sono!! E la gente è preda di Baricco, che spopola e spopola in modo... lasciamo perdere! I tuoi De Prez, ecc... sono grandiosi, ma non si può più dipingere come Raffaello o Giotto o Giuseppe Verdi o Wagner. Ci aveva tentato Shoenberg conb i Gurrelieder ma poi li ha sconfessati e ripudiati. Ma la gente ora forse li sta gustando; pensa te se possono avvicinarsi a Stochausen o ai gorgheggi miracolosi della Terza Sequenza! Il tecnicismo? La matematica? hai ragione! Ma solo Bach è riuscito a tirar fuori acqua dal deserto e trasformare le dune in oasi. I fiamminghi molto più matematici e tecnocrati nel contrappunto rispetto al Genio di Eisenach, hanno prodotto pane senza sale, musica insipida, immagini di un giornale da leggere dal parrucchiere. Basta! Vado a riposare, grazie infinite della conversazione! Non capita tutti i giorni. Chiaramente potrei andare avanti per ore e ore. Anche tu, naturalmente, sei molto bravo. La tua passione per l'ascolto e la lettura ,se ho ben capito, dello spartito, ti fanno onore. Io, fra l'altro, sono un compositore e scrivo la mia musica.Non lo faccio per mestiere ma mi difendo! Nulla di eccezionale,naturalmente!!Posso dire di aver toccato con mano! ma è un modo forse più simpatico per capire la musica. E' come studiare la chimica e poi effettivamente provare a fare le soluzioni!Sei tu bravissimo. A conclusione de sto sproloquio, e confidando nella tua pazienza, titrascrivo la prima frase del " Breviario di Musica " di Cartesio, un libretto bellissimo (Passigli Ed.ma ormai fuori commercio). Leggiamo: " La Musica ha lo scopo di divertire e di suscitare in noi diversi sentimenti. Si possono comporre melodie tristi e ciononostante piacevoli,senza che così gran contrasto ci provochi meraviglia: per cui elegiaci e tragici riscuotono tanto maggior successo quante più lacrime ci fanno piangere. Ecc.,.ecc...". Un libro fantastico di un MATEMATICO FANTASTICO CHE PIU' NON SI PUO'! Non sbadigliare troppo!Buonanotte, amico mio.O.
 
     
mmcapponi
mmcapponi il 07/10/10 alle 20:50 via WEB
Buonasera Oberon. Non rispondo al tuo messaggio con inutili lungaggini nelle quali sarei prodigo solo in virtù della mia ignoranza. Lo studio della musica mi conquistava da adolescente; poi, per una serie di vicissitudini anche tristi, ho scelto altre strade. Qualcosa ho avuto modo di assaggiare anch'io e ho violato i pentagrammi con qualche scarabocchio che il coro parrocchiale si è divertito ad intonare. Forse faccio meno danni da aspirante chimico che da musicista mancato... grazie per questi messaggi, ricchissimi di scienza e di spunti. A presto. MC
 
SilenteMare
SilenteMare il 05/10/10 alle 23:11 via WEB
Quando le note si fondono con le vibrazioni dell'animo, è pura alchimia. Buonanotte Oberon
 
 
oberon1943
oberon1943 il 06/10/10 alle 18:49 via WEB
Caro Silente,la musica parla all'anima, entra in contatto. Ma attenzione : in questo processo, come ho detto altrove,la musica " si umanizza" perdendo la sua oggettività o almeno corre il rischio di perderla. Ne parlavo giusto con una cara persona, alla quale ho voluto far presente che è necessaria una purificazione della musica per se stessa ma nello stesso tempo essa conservando la sua dignità e la sua libertà, deve far parte della vita dello spirito.Questo " umanizzarsi dell'Arte, sia musica-pittura-scultura- ecc.. fa parte di un discorso assai complesso. Citavo Leopardi e mi chiedevo se la sua altissima poesia fosse dovuta solo alla suo stato fisico o soprattutto alla sua grande mente, svincolata da un prostrazione fisica. Non sarebbe stato un poeta grandissimo se non fosse riuscito a parlare a tutti.Parlerei anche di un film grandioso come Amarcord o del Don Chisciotte di Cervantes. Troppo lungo il discorso. Grazie! O.
 
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