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Post n°38 pubblicato il 17 Gennaio 2015 da vanille_noire
Notte in cui il cuore mi aveva svegliata più volte, con battiti disordinati, frettolosi, disperati. Una volta in piedi mi ero guardata allo specchio e mi ero tranquillizzata: non c'era niente che non andasse, niente che apparentemente stonasse, a parte lo sguardo, spento, opaco. E poi è arrivata Regina, che di altisonante aveva solo il nome. Parlava male l'italiano, anche se era qui ormai da tempo. Abitava nel casolare vicino al mio. Immagino fosse stata la nebbia ad averla accompagnata da me, in quella mattina in cui ero ubriaca di vuoto. Lei e i suoi tre bimbi. Non so perchè e come, ma decisi di farmi carico di lei. Abitava lontana dalle scuole frequentate dai suoi figli. Li caricavo in auto al mattino e poi al pomeriggio li andavo a riprendere. Negli stessi giorni è arrivato anche Lupo, pastore non più gradito al suo proprietario. Regina ha cambiato paese, alla fine dell'estate. Lupo è ancora con me. Passeggiamo la sera nei campi. Mi accorgo che sono lontana, dalle case, dalle persone, a mio agio in quel buio che avvolge i pensieri e i passi di donna selvatica. Ricordo quando mi dicevi che gli animali ti erano indifferenti. Accarezzo più forte Lupo, che si lascia coccolare. A distanza di mesi sorrido: bizzarro contrappasso.
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