OCCHI VERDI A LECCO

Prima che sia troppo tardi


“Quando tanti popoli hanno fame, quando tante famiglie soffrono la miseria, quando tanti uomini vivono immersi nell'ignoranza, quando restano da costruire tante scuole, tanti ospedali, tante abitazioni degne di questo nome, ogni sperpero pubblico o privato, ogni spesa fatta per ostentazione nazionale o personale, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi” (53, Populorum Progressio). La drammatica attualità dell’enciclica di Papa Paolo VI, di cui si è recentemente celebrato il quarantesimo anniversario, mi spinge ad alcune osservazioni che vorrei condividere con Lei e i Suoi lettori, senza pretesa di originalità (ne tanto meno paternità) , ma nella convinzione della loro verità.I problemi globali dell'ambiente, della povertà e dello sviluppo sono ormai strettamente intrecciati. La loro soluzione può essere raggiunta solo attraverso un profondo mutamento della nostra consapevolezza nel rapporto con la natura. La "conversione ecologica" è la premessa necessaria per il perseguimento di un reale sviluppo. Il rispetto e la gratitudine verso l’ambiente e i suoi doni costituiscono la base di un rapporto responsabile con la natura. Il futuro della civiltà dipende da un cambiamento etico e culturale nella percezione della natura. La formazione di una umanità ecologica, capace di un atteggiamento empatico, positivo ma al contempo preoccupato verso il creato, deve necessariamente divenire obiettivo anche e soprattutto della politica che, per prima e senza ulteriori indugi, deve rigenerare la propria idea di sviluppo. Sviluppo che è eco-compatibile o non è.Bisogna lavorare affinché si affermino nuovi modelli di vita, alternativi a quelli basati sul consumo e sulla mercificazione. Solo attraverso un’azione politica capace di proporre una visione non più dicotomica, bensì unitaria tra economia e ecologia, sarà possibile mantenere desta nel cuore degli uomini la speranza in uno sviluppo capace di futuro. La venerazione del dio PIL, che ha nella classe politica sacerdoti zelanti, deve lasciar posto ad una moderna visione di sviluppo che porti al riallineamento tra crescita economica e crescita del vero ben-essere.La lotta per le sempre più scarse risorse naturali, specialmente l'acqua, e la desertificazione di intere aree del pianeta diviene causa di nuove guerre e nuove povertà. La protezione dell'ambiente è quindi un punto centrale per una politica di pace preventiva, che è anche una politica di sradicamento della povertà, e che è anche una politica di salute preventiva, dal momento che la maggior parte dei grossi problemi di salute sono in stretta relazione con i problemi ambientali (inquinamento dell’aria, delle acque, alimentazione, epidemie…). C’è un legame stretto tra protezione dell’ambiente e sicurezza globale. Dove le risorse naturali sono minacciate aumentano le tensioni sociali e si esasperano i conflitti etnici e politici. La conservazione delle risorse e la buona gestione sono fonte di pace, giustizia, sviluppo. E’ in questa ottica che leggo il premio Nobel per la Pace 2004 conferito a Wangari Maathai fondatrice del “Movimento della cintura verde” a Nairobi.Alla luce delle conclusioni cui sono giunte le più recenti ricerche sul cambiamento climatico e sulle ripercussioni dell’inquinamento sulla salute, non è più lecito e ragionevole aspettare. Non è più giusto ed etico aspettare anche in ragione del grave pericolo che il depauperamento del creato rappresenta per la pace nel mondo e un ulteriore aumento della povertà. La mancanza di una coscienza ambientale ancora sufficientemente diffusa non può più essere invocata a giustificazione dell’inerzia legislativa, governativa e amministrativa. La politica, a tutti i livelli, deve assumersi la responsabilità di attuare sin da subito scelte anche impopolari al fine di garantire la vita, così come la conosciamo oggi, alle generazioni future e lo sradicamento della povertà dal pianeta.Alberto Valsecchi