OCCHI VERDI A LECCO

Perche?


Dio aveva creato il mondo come un giardino rigoglioso, fitto di alberi, pullulante di sorgenti, costellato di prati e di fiori. Là aveva deposto gli uomini e le donne ammonendoli: «A ogni cattiveria che commetterete io lascerò cadere un granello di sabbia in questa immensa oasi del mondo». Ma gli uomini e le donne, indifferenti e frivoli, si dissero: «Che cos'è mai qualche grano di sabbia in una così immensa distesa di verde?». E si misero a vivere in modo fatuo e vano, perpetrando allegramente piccole e grandi ingiustizie. Essi non s'accorgevano che, a ogni loro colpa, il Creatore continuava a calare sul mondo i granelli aridi della sabbia. Nacquero, così, i deserti che di anno in anno si allargano stringendo in una morsa mortale il giardino della terra, tra l'indifferenza dei suoi abitanti. E il Signore continua a ripetere: «Ma perché mai si ostinano a rovinare la mia creazione con tanta leggerezza e superficialità?». Questa antica parabola araba è il ritratto simbolico della storia umana, segnata appunto dall'indifferenza, da una sorta di atonia morale che rende la società e la stessa terra una steppa desolata in cui uomini e donne si agitano in modo frenetico e insensato. È per questo che diventa necessario fermarsi almeno un istante ogni giorno per ascoltare, tra le mille chiacchiere, i rumori sguaiati e il brusio ininterrotto, una parola che faccia fremere la coscienza e ripeta quella domanda: «Perché continui a rovinare la creazione e te stesso con tanta leggerezza e superficialità?».Gianfranco Ravasi