OCCHI VERDI A LECCO

Ciao Arnaldo


Mi è stato chiesto di scrivere un pezzo in memoria di Arnaldo Mondonico, primo cittadino di Oliveto Lario, politicamente vicino ai Verdi (fu il primo sindaco d’Italia a venire eletto sotto l’unico simbolo del sole che ride), morto sabato scorso dopo una malattia durata più di tre anni. Tuttavia quando penso ad Arnaldo non ricordo tanto il politico quanto l’uomo; la sua grande umanità e l’entusiasmo che metteva in tutte le cose che faceva. Molti e interessanti gli aneddoti che potrei raccontare in proposito. Ma in particolare ciò che ricorderò sopra ogni altra cosa è il coraggio con cui ha voluto, prima, e saputo, poi, affrontare la malattia. Lascio alle sue parole il compito di descrivere quanto vorrei imparare a mia volta da lui e lasciare di lui ai lettori. Così mi scriveva nel marzo 2005: “I medici mi hanno comunicato la sua presenza (si riferisce al cancro) e quella che è la sua azione per farmi del male, direbbe qualcuno. Io preferisco pensare che voglia semplicemente sfidarmi in una sorta di gara sportiva. Mi è concesso di avere degli alleati, i medici che individuano le terapie più adatte a cercare di farmi vincere questa gara. E’ sicuramente un avversario molto determinato a prevalere e farmi morire. Sarebbe bello immaginare che si accontentasse di farmi soffrire per misurare quanto io sia resistente, e mi concedesse (come poi è avvenuto)  delle pause per farmi apprezzare ancora alcuni momenti di serenità. Lo rispetto e lo considero come un avversario leale: io sono meticoloso nel rispettare le cure e lui cerca di vanificare queste azioni che mirano a contrastarlo. Forse io sono l’unico, in questa storia popolata da molti attori (noi due, i miei familiari, gli amici, i dottori….), che non prova per lui odio nè rancore: ne accetto la presenza e basta. Cerco di farmelo un po’ amico con la speranza di intenerirlo. E’ un compagno di viaggio duro e crudele, ma non ne sono certo. Voglio pensare a lui come ad un avversario di quelli che si vedevano nelle dispute cavalleresche, dove il codice d’onore e di comportamento erano la cosa più importante e garantivano un reciproco rispetto”. Non aggiungo altro se non un sincero e sentito: GRAZIE ARNADO.Alberto Valsecchi