OCCHI VERDI A LECCO

Global warming


Una due giorni alla Fao, nella sede di Roma, per parlare di ambiente e riscaldamento globale. «Il cambiamento del clima del pianeta è una realtà», con queste parole David Harcharik, vicedirettore generale della Fao (l'organizzazione delle Nazioni unite che si occupa di alimentazione e di agricoltura), ha aperto la Conferenza nazionale italiana sul cambiamento climatico, prevista per il 12 e 13 settembre. Promossa dal ministero dell'Ambiente e dall'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente), la due giorni alla Fao, vuole fare il punto non solo sui cambiamenti climatici in atto, ma anche sui modi di fermarli e di adattarsi ad essi. In Italia, ha sottolieato il ministro del'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio all'inizio del suo intervento, «la temperatura è aumentata quattro volte in più che nel resto del mondo: 1,4 gradi negli ultimi 50 anni mentre la media mondiale è di 0,7 gradi nell'intero secolo». Un dato allarmante, confermato da Harcharik.Il surriscaldamento della terra è evidente: «aumentano le alluvioni, la siccità, aumenta il livello del mare, si alzano le temperature», ha spiegato Harcharik nel suo discorso di apertura della Conferenza. «Sono 852 milioni le persone vittime della fame – ha proseguito Harcharik – e 815 milioni vivono nei paesi poveri e in via di sviluppo. Le ragioni di questa drammatica realtà sono tante e complesse, ma una di queste è il cambiamento climatico». Finora si è parlato di arrestare il surriscaldamento della Terra, ma per il vicepresidente della Fao «non è più sufficiente mitigare gli effetti di questi cambiamenti climatici, ma bisogna adattarsi ad essi». L'adattamento passa anche attraverso le politiche agricole e forestali. Secondo la Fao, una migliore gestione dei metodi di coltivazione delle terre e di allevamento degli animali, sarebbe il primo passo per contribuire in modo rilevante alla riduzione delle emissioni di CO2. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sottolinea che «per influenzare intese e sforzi coordinati che debbono realizzarsi a livello mondiale è innanzitutto essenziale che l'Europa parli con una sola voce, quindi che si porti davvero avanti quella politica europea integrata dell'ambiente e dell'energia che è stata annunciata nel Consiglio europeo di questa primavera e nella quale l'Italia deve fare la sua parte».Anche il ministro dell'Ambiente, Pecoraro Scanio, parla di adattamento. Riferendosi alla situazione italiana, il ministro ha ricordato l'emergenza coste, il dissesto idrogeologico, la tutela del mare, il risparmio idrico come problemi da affrontare. Pecoraro Scanio ha promesso un pacchetto per la sicurezza ambientale per il futuro del Paese. «Prevenire invece che curare» è il suo slogan. E alle aziende, in particolare all'Enel che ha minacciato il rischio black-out per l'inverno, il ministro risponde: «Le aziende fanno allarmismo invece di fare innovazione. Dovrebbero preoccuparsi di come ridurre le emissioni di CO2». Ma il vero problema per le aziende, avverte Pecoraro Scanio, «è il rischio di miliardi di euro di multe per il mancato rispetto del Protocollo di Kyoto».