OCCHI VERDI A LECCO

Lecco crolla in classifica


«Tutto torna: se guardiamo le statistiche sul tasso di mortalità scopriamo che ai vertici ci sono la Lombardia, il Piemone e la Valle d'Aosta, nonostante la nostra regione vanti il migliore sistema sanitario. Ci curano meglio ma moriamo di più. Ci sarà pure un motivo». E il motivo, secondo il presidente provinciale dei Verdi, Alberto Valsecchi, è l'aria pesante, inquinata e velenosa che ci ammorba. Sì, anche Lecco che sta vicino alle montagne ed è spazzata dai venti del lago e che fino a vent'anni fa per questa ragione si vantava per l'aria più fina: un abisso rispetto a Milano, te ne accorgevi quando prendevi il treno per la metropoli e scendevi in Centrale a respirare l'aria fetida di gas di scarico, mentre poi tornare a casa era un sollievo per i polmoni: «Adesso è un ricordo, l'aria fa schifo anche qui senza differenza alcuna, non a caso siamo al 78° posto, confinati ai piani infimi della classifica per le emissioni di biossido d'azoto in compagnia di Milano e delle altre grandi città». Per non parlare delle polveri sottili, dannosissime per la salute: «Condividiamo la situazione allarmante di tutte le città, le cittadine e i paesi della pianura padana e della fascia prealpina - denuncia Valsecchi - Però se vai a Como ti accorgi che se la qualità dell'aria non è migliore, qualcosa lì stanno facendo: in giro è pieno di cartelli che invitano la gente a prendere il bus e a lasciare l'auto in garage. È poco? Un segnale però, che alla lunga incide sulla coscienza della gente. Tutti montanari i lecchesi, ma solo di domenica, perché nei giorni feriali vanno in a correre sul tapis roulant posteggiando l'auto a pochi metri dalla palestra. Non vale notare che quanto a trasporti pubblici non siamo messi male, anzi: al 9° posto tra le piccole città per disponibilità di bus. «Benissimo - incalza Valsecchi - Prendiamoli, però. Urge un cambiamento radicale di mentalità. Perché comunque 59 auto ogni cento lecchesi sono tante, troppe, e anche in questo caso i comaschi con 18 auto in meno sono più avanti». Ma non ci salviamo neppure dall'ozono: «I valori non sono alti? Solo perché la classifica si basa sulle rilevazioni della vecchia centralina di via Amendola. Da quando è in funzione quella di San Giovanni che rileva anche questo inquinante, abbiamo scoperto di essere secondi solo a Varenna che da sempre detiene questo primato negativo, seguiti da Valmadrera. Non riusciamo proprio più a risanare i nostri polmoni: questo dovrebbe bastare a dare una spinta per una politica ambientale basata non più sulle dichiarazioni di intenti ma sulla gestionequotidiana. In questo caso quando parlaimo di ambiente non parliamo di estetica ma di salute: questione di vita o di morte». Quanto alla pessima performance del verde pubblico in città (il peggior risultato con l'85° posto in classifica per il rapporto tra aree verdi e territorio comunale), il presidente dei Verdi commenta: «Alla faccia della Lecco verde in cima ai temi della campagna elettorale del sindaco Faggi. Certo, dopo un anno e mezzo non voglio dire che sia colpa sua, significa però che l'amministrazione deve darsi da fare. Oltre alla scarsità del verde, infatti, è sotto gli occhi di tutti l'incuria del verde: poche aiuole, alberelli striminziti e agonizzanti, mentre laddove si tagliano le piante, come alcuni platani di viale Montegrappa, non vengono sostitutite. Poprio ora che l'attenzione al verde richiede più cura: una volta, come si diceva, Lecco era il "vespasiano" d'Italia. Adesso siamo a secco».La Provincia del 16-10-07