OCCHI VERDI A LECCO

Sostegno esposto


39.000 sono i morti in Italia per  le P10 le famigerate polvere sottili. Qualche milione di persone oggi lo sa, dopo l’ultima trasmissione di Report , un programma di inchiesta giornalistica che si è affermata per il suo intelligente modo di produrre informazione. Dai 200 ai 250 sono i morti che possiamo stimare nella nostra Provincia sulla base di quei dati. Non basta questa ragione per capire i motivi dell’esposto che assieme ad altri ambientalisti e non ambientalisti mi hanno portato a sottoscriverlo? Non una provocazione, neppure nel senso buono del termine, come vorrebbe, indispettito, e sentendosi estraneo a responsabilità,  l’Assessore provinciale dei Verdi Molgora. Ma una semplice richiesta di controllo di legalità, con la quale ci siamo rivolti alle competenti autorità giudiziarie, nel rispetto della loro indipendenza e autonomia. Un’esposto non indirizzato a verificare le responsabilità di qualche singolo amministratore o di qualche singola città della provincia. E’ per questo che mi risultano incomprensibili e fuori misura le reazioni dell’assessore del comune di Lecco sig.ra  Tentori. Controllo di legalità dicevo. Non in alternativa ad iniziative civiche e/o politiche. Ma complementare. Semplicemente perché lo prevede la legge. A fronte di quei dati in incipit. Dall’altra perché l’inerzia dei nostri amministratori è enorme a fronte della crisi ambientale ed energetica in cui versiamo. Eppure, nel mio piccolo, proposte anche su questo giornale ho cercato di stimolarne. In verità si fa ben poco. Ma visto che l’Assessore preposto di Lecco ha voluto portare al centro esclusivo dell’attenzione la città di Lecco, allora parliamone. In questi anni abbiamo visto un gran darsi da fare per nuove costruzioni. Lecco è un cantiere aperto all’ombra di centinaia di gru. Quante di queste nuove costruzioni sono state edificate sulla base di principi di risparmio energetico, di energia fotovoltaica, di solare termico, e più in generale di bioedilizia? Quanto è la riduzione di CO2 a seguito di queste costruzioni? O quanto invece il suo aumento? Lecco sta nei paragrafi di Kyoto? C’è un bilancio energetico della città? Ci sono dati? Appare invece incontrovertibile che piuttosto di impegnare, in modo esemplare, risorse sul proprio patrimonio edilizio comunale, per opere di riconversione e manutenzione straordinaria in funzione del risparmio, delle rinnovabili o della bioedilizia, magari ricorrendo alle ESCO, tutto lo sforzo del Comune, quello che i cittadini vedono, è diretto a opere di arredo urbano, spesso di discutibile esito, tutte centrate sulle infrastrutture viarie e stradali. E’ questo il messaggio che si dà ! Speculazione edilizia e mobilità su gomma.  Sì, perché anche il maggior decoro urbano avrebbe avuto maggior senso se pensato dentro un progetto di mobilità che ponesse al primo posto la riduzione di CO2 e il contenimento dentro le soglie , già alte, previste dalla Legge, delle emissioni di sostanze, come le polveri sottili P10 e le P025, ed altri che insidiano in modo silenzioso ma effettivo la salute della gente. E invece abbiamo zone pedonali ferme a 30 anni fa, automobili raddoppiate, un attraversamento che non incide, per inerzie amministrative, a ridurre l’inquinamento cittadino; non ci sono piste ciclabili e nemmeno un piano per esse, non ci sono forme di bicisharing né tantomeno di carsharing o di carpooling, non ci sono bus a chiamata o mobility manager nelle aziende pubbliche nè private di Lecco e del territorio, per organizzare trasporti più razionali. Tutte cose che  una città come Parma che non è di sinistra né di centrosinistra con decenza fa. Così come non c’è un sistema della logistica per il trasporto delle merci come c’è nella città di Padova. Pur sapendo che i soliti noti, di tutte le parti in scena, occupano spartendosi ricche prebende, consigli di amministrazione che producono il puro nulla come succede per l’interporto di Maggianico. Questa è Lecco. Quella che vedo io. Non quella piena di buone, rosee, intenzioni dell’Assessore sig.ra Tentori. Che evidentemente conta poco o in modo marginale in una Giunta in cui la parte del leone la fanno altri. E che però ha estratto la sua carta consolatoria  dal mazzo. Una centrale di macrocogenerazione per il quartiere di Maggianico. Sicura la sig.ra che sia una buona opera?  E con quale combustile andrà? E da chi sarà gestita? Dai cittadini o da qualche società o compagnia in opere varie?  Forse non sarebbe  meglio una sana integrazione di micro-cogenerazione e fotovoltaico?  Per fare un’esperimento anche di democrazia e autogestione energetica?  O invece la decisione è già stata presa e il Consiglio Comunale serve solo a ratificare quella scelta e gli arcana che l’hanno celebrata?Alessandro Magni