OCCHI VERDI A LECCO

Caro Ministro...


On. Renato BrunettaIllustrissimo signor Ministro, mi permetto di invarLe questa lettera aperta per proporre un confronto serio e sereno sui rapporti tra il cittadino, la pubblica amministrazione, la politica  e il fisco. Ho seguito la vicenda relativa alla Sua decisione di rendere visibili a tutti, online, i dati della pubblica amministrazione relativi al personale, agli organigrammi, alle informazioni sui dirigenti e ai tassi d’assenza per ufficio. Credo che tale decisione possa essere condivisa in nome del diritto dei cittadini di conoscere il comportamento dei loro dipendenti, essendo i funzionari pubblici retribuiti con le tasse versate. Ciò che mi lascia perplesso è la differenza di approccio nei confronti delle diverse categorie sociali, ritenendo che il lavoratore che non fa il suo dovere danneggia il Paese tanto quanto l’evasore fiscale, credo che i cittadini abbiano il diritto di conoscere anche quanto versano di tasse gli altri contribuenti e, magari, di indignarsi scoprendo che il vicino con villa, piscina e fuoristrada versa al fisco molto meno dell’operaio o dell’impiegato del piano di sotto. Questa non vuole essere una delle tante boutade qualunquiste ma, semplicemente, il tentativo di verificare se esiste una scala condivisa di questioni che possono, giustamente, indignare l’opinione pubblica e se esiste la possibilità di costruire strumenti di comunicazione e controllo che non abbiano il sapore della propaganda o della vendetta sociale. Nel corso degli ultimi due anni abbiamo assistito ad una vera e propria guerra contro i costi della politica, contro tutto ciò che era legato al ruolo di amministratore pubblico, contro tutto ciò che era rappresentanza istituzionale; la giusta battaglia contro gli sprechi si è trasformata in una battaglia contro i costi della politica, quasi fossero sinonimi. Oggi mi sembra che il clima sia cambiato, persino un rappresentante autorevolissimo della Lega Nord su un quotidiano nazionale difende apertamente gli stipendi dei Parlamentari ed un nuovo “nemico del popolo” viene indicato ai cittadini, anzi alla “gente” , il dipendente pubblico lazzarone e rubastipendio. Da anni opero negli enti locali, prima come sindaco ed ora come assessore provinciale, ed ho potuto verificare che convivono valenti funzionari e lazzaroni; avendo anche lavorato fuori dalla pubblica amministrazione dal 1978 al 2004 ho imparato che la stessa cosa succede nelle aziende e che, in entrambi i casi, dipende dall’atteggiamento dei vertici, pubblici o privati non cambia, dalla loro azione quotidiana, dal loro interesse a far funzionare le cose; non esiste una malattia che colpisce in modo particolare i dipendenti pubblici e li rende lazzaroni. Alla luce di quanto detto credo che sarebbe interessante che la pubblicazione di questi dati riguardasse tutti, indipendentemente dal fatto che lavorino per il pubblico o per il privato, a partire dai manager e, ovviamente, da Deputati e Senatori, che percepiscono stipendi elevatissimi senza l’obbligo di essere presenti ai lavori parlamentari. Faccio una proposta semplicissima, che lei potrebbe proporre in un decreto legge che sarebbe senz’altro votato dall’ampia maggioranza che sostiene il Governo e anche dall’opposizione: si pubblichino mensilmente le presenze degli eletti ai lavori parlamentari, si decurti sostanziosamente lo stipendio per gli assenteisti, si imponga il licenziamento (la decadenza) per i Parlamentari che abitudinariamente sono assenti. Come sempre avviene, l’esempio deve venire dall’alto quindi, perché sia credibile la campagna di moralizzazione e di efficientamento della pubblica amministrazione, è necessario che Ministri e Parlamentari si assumano per primi questo onere. Certo della Sua disponibilità al confronto e della condivisa volontà di migliorare il funzionamento degli enti pubblici, resto a disposizione e porgo distinti saluti.Marco Molgora Assessore all’Ambiente ed Ecologia Provincia di Lecco