OCCHI VERDI A LECCO

Urge un cambiamento di rotta


E’ ormai scomparsa nel nostro Paese qualsiasi voce fuori dal coro che, almeno, insinui nel dibattito pubblico una diversa e possibile concezione di sviluppo. Mi riferisco alla improrogabile ed urgente necessità di slegare l'idea di sviluppo da quella di crescita economica. Le 2 cose, ormai da anni, non vanno più di pari passo, ma anzi, sempre più spesso, si mostra ai nostri occhi l'aberrante realtà che, a causa del pragmatismo cinico ed egoistico dominante, ha portato alla mercificazione dell'essere umano. Da ultimo l'incredibile, raccapricciante storia della clinica S. Rita di Milano. Essa mostra come i più elementari concetti di valore e dignità della persona siano immolati al profitto e al dio denaro. Ma dove sta scritto che la crescita è un valore, un bene in se? E’ mai possibile che non ci si renda conto che gli organismi come le organizzazioni crescono sino a raggiungere un equilibrio e che la crescita eccessiva non è fisiologica, ma spesso patologica e preludio della fine? E' mai possibile che il pensiero unico, impregnante delle sue false verità l'intera società, non debba più essere nemmeno messo in dubbio? All’interno del parlamento italiano, con i doverosi distinguo più di forma che di contenuto, la crescita economica è la cartina di tornasole che guida tutte le scelte politiche di rilievo a destra come a sinistra.Credo che i Verdi, con tutti i loro limiti e nel loro piccolo, abbiano cercato, pur non senza difficoltà anche interne, di affermare che un altro mondo è possibile. Un mondo ove gli esseri umani possano vivere in armonia, in pace, e quindi meglio, col resto del creato e tra di loro. Un mondo dove la sovrabbondante ricchezza che già esiste possa essere distribuita più equamente a beneficio di tutti e non ad uso e consumo di pochi. Un mondo che smetta di deificare il PIL la cui crescita è erroneamente considerata la panacea di tutti i mali. Un mondo ove il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro.Auspico una pausa di riflessione che porti ad un confronto su questi temi fondamentali. La speranza? Quella di un ripensamento che possa far prevalere l’idea di un altro modello economico sociale e, conseguentemente, di un altro stile di vita in alternativa a quello consumistico e mercificatore che ci sta portando alla barbarie. La dottrina sociale della chiesa parla di terza via: chiamatela come volete, ma volgiamo lo sguardo verso un’altra strada.Alberto Valsecchi