OCCHI VERDI A LECCO

Lecco come Milano


Si chiamano polveri sottili e come dice il loro nome non le vedi e non le senti, forse, ma ti fanno molto male. «Ormai accompagnano i lecchesi dappertutto. Quando si svegliano, quando vanno a lavorare, al supermercato, all'aperitivo, al cinema», commenta Alberto Valsecchi, presidente provinciale dei Verdi, e a riprova le trovi ora anche dove meno te lo aspetti. Non meraviglia che impregnino l'aria di via Amendola, là dove il traffico cittadino si dà appuntamento tutti i giorni in lunghe code sputacchianti gas di scarico, ma fa effetto scoprire che ammorbano anche Acquate, un quartiere ancora piuttosto verde arrampicato sulle pendici del monte: ai Poggi i valori registrati dall'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione ambientale, raggiungono picchi tali da indurre a pensare che abitare dalle parti di Versasio non sia molto diverso, alla fine, che aprire le finestre tutti i giorni sui miasmi di via Leonardo da Vinci nelle ore di punta. Colpa della nuova Lecco-Ballabio, dalle cui gallerie, come dalla valvola di una pentola a pressione, fuoriescono sbuffi di Pm10 e altri veleni. È l'unica interpretazione possibile dei sorprendenti risultati di campionamento dell'aria condotti l'inverno scorso e nel periodo estivo in via Sora a San Giovanni, in via Amendola e a Valmadrera, dove da tempo le centraline controllano l'andamento dello smog, e ai Poggi - questa la novità - dove il monitoraggio continuativo ha dato l'ultima spallata a una pia illusione. Quella di credere che a parte alcune zone di snodo, altrove in città i veleni si diluiscano grazie agli effetti balsamici degli zefiri del lago e della montagna. Invece l'aria di Milano non ha molto da invidiare a quella di Lecco.Guardiamo i grafici qui a fianco. Nel periodo che va dal 19 gennaio al 21 febbraio, le rilevazioni ai Poggi e a San Giovanni sono state confrontate con quelle di Milano: si scopre così che in diversi giorni si sono registrati picchi di quasi 130 milligrammi al metro cubo d'aria, quasi tre volte il massimo consentito di 50, e sempre sopra la soglia di 20 giudicata sicura per la salute dall'organizzazione modiale della sanità. Le performance peggiori spesso si sono registrate a Lecco, soprattutto ai Poggi. Quanto alla tabella che si riferisce al periodo tra il 13 luglio e il 16 agosto, salta fuori che anche se la stagione estiva unita alle favorevoli condizioni climatiche ha consentito il mantenimento di valori relativamente bassi, l'inquinamento registrato ai Poggi è ben al di sopra di quello di via Sora e di Valmadrera. E come in via Amendola, anche ai Poggi in questo periodo favorevole è stata superata con una frequenza preoccupante la soglia di 20 microgrammi metro cubo.Ma adesso stanno rimontando alla grande saturando l'aria. «Appena liberati dall'ozono estivo, con l'autunno ecco tornare puntuali anche a Lecco le famigerate polveri sottili. E già si dimostrano in forma smagliante: sono ben al di sopra del consentito, e sono diventate uno dei simboli della nostra città, come il Resegone e il campanile della basilica», dice Valsecchi. E poi l'accusa che aveva già espolcitato in un esposto in Procura: «La mancanza di incisività della Regione e della Provincia uniti all'inerzia del Comune contribuiscono al perdurare di una situazione che danneggia seriamente la salute delle persone».La provincia 19/10/2008